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Appello per creare un presidio comunitario a Vallibona!

Solo una tenda è rimasta a cercare di salvare l'antico diritto dell'uso civico dei terreni delle popolazioni dell'Appennino! Se l'antico diritto della gente di usare - quando ne abbia necessità - la proprietà comune del demanio è ancora valido e sacrosanto sulla carta, ecco che un funzionario della Comuntà Montana vuole negarlo, e diffida chi ha piantato una tenda su terreni pubblici in abbandono e degrado, a levarsi di torno!

La questione è annosa e intricata, ma bisogna comprenderla per bene: l'ultima casa rimasta in piedi a Vallibona, un piccolo nucleo abitativo nella valle di Campanara, è stata occupata anni fa da uno dei fondatori dell'associazione Nascere Liberi. Dopo il foglio di via e le denunce per occupazione di proprietà della Regione, come atto di fiducia per avviare la nuova trattativa aperta dall'assessore della Regione Eugenio Baronti, l'occupante ha fatto il passo di lasciare la camera che abitava nello stabile pericolante. Le cose sono andate per le lunghe, perché anche Baronti, che dimostra e conferma le sue buone intenzioni di seguire e finanziare il progetto di autorecupero e ricostruzione presentato dall'asociazione degli abitanti Campanara, deve combattere contro non poche opposizioni. Fatto sta che l'occupante ha dovuto girare di casa in casa, prima per la valle poi per la Toscana, senza avere un posto suo dove poter curare la sua salute precaria, e più di una volta è finito in ospedale. Da giugno, ha deciso di tornare a Vallibona e, visto che in un anno la camera pericolante non è stata messa in sicurezza, ha provveduto, per proseguire la sua occupazione, a montarci una tenda. Nel fratempo è stato convocato dai carabinieri, e non ha potuto evitare che gli venisse attribuita la mancanza di fissa dimora: gli è stata così tolta la possibilità di rinnovare la carta d'identità ed è stato cancellato dalle liste elettorali.

Per avere nuovi documenti ha chiesto la residenza nella tenda, cosa che, dal punto di vista legale, come confermato da più parti, gli è dovuta. Ma le autorità tergiversano, e l'ultimo atto è, in data 20 agosto, la notifica consegnata a mano da parte dei vigili, di una raccomandata di un dirigente della Comunità Montana, organismo che gestisce il demanio per conto della Regione (che ne è il vero proprietario), in cui diffida Ottavio dal permanere nel territorio pubblico di Vallibona rendendo quindi impossibile la permanenza in tenda sul terreno del demanio regionale (appellandosi al cavillo dell'art.39 del Regolamento attuativo 61/R della legge regionale 77/4, che vieta l'usa dei beni appartenenti al patrimonio agricolo forestale se non conforme a quanto stabilito dalle finalità previste dall'art.27 della legge regionale 39/00).
La diffida pare non sia affatto legittima, e l'occupante sta cercando in tutti i modi di far valere i propri diritti di cittadino italiano. Si è appellato al difensore civico, e sta cercando, con gli amici della sua associazione e delle altre associazioni e iniziative di tutela del Mugello, di far valere i propri diritti di fronte all'arroganza di questo funzionario mosso da intenti non chiari.

Invitiamo quindi tutti gli amici di Campanara e di Ottavio, tutti coloro che oltre a difendere i diritti dei cittadini vorrebbero il recupero degli usi civici del patrimonio comune, il recupero degli antichi borghi lasciati andare intenzionalmente in rovina e poi ceduti per poche lire alla speculazione, a mobilitarsi.

L'appello è di avviare una raccolta di firme, di sensibilizzare ciascuno come può l'opinione pubblica, di venire a montare la propria tenda vicino a quella di Ottavio. Vallibona è in un bosco soleggiato, l'acqua è vicina: riscopriamo insieme che opporsi ai soprusi non è soltanto necessario ma anche utile e appassionante.

Quest'azione deve diventare un primo presidio che sia d'esempio, anche normativo, della volontà della gente di non lasciarsi espropriare di quel bene collettivo che è la montagna - Gli occupanti di Campanara non vogliono diventare proprietari, chiedono soltanto di poter riabitare e salvaguardare le vecchie costruzioni abbandonate che si deteriorano sempre più, di riportare il territorio del demanio che è stato abbandonato dalla Comunità Montana a un'incuria irresponsabile, a un uso agricolo rispettoso della natura.
Se tutti noi lo aiutiamo Vallibona può diventare un centro propulsore per l'autorecupero del patrimonio abitativo dell'Appennino, può diventare un centro di raccolta e di irraggiamento di forze sociali e culturali preziose per tutti.

24 agosto 2009 Presidio comunitario per il recupero di Vallibona

 
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