Cos’è:L’MDMA
(anche conosciuto come Ecstasy, X, E, Adam, Pasta, Chicca, Cala, Croccola
etc.) è un composto semisintetico. Nella sua forma pura appare
come una polvere bianca cristallina. Viene acquistato e consumato in capsule,
pastiglie e raramente in polvere. Generalmente viene consumato per via
orale o attraverso inalazione anche se può essere fumato ed iniettato
in vena. Dal 1990 in Italia è proibito dalla legge sia il consumo
che la produzione. L’MDMA venne brevettato nel 1913 da una compagnia tedesca
chiamata Merck. Nel 1953 I’U.S. Army Chemical Center se ne interessò
brevemente concludendo che era meno tossico di altre sostanze conosciute
e quindi non interessante dal punto di vista bellico. Rimase chiuso in
un cassetto fino al 1976 quando Alexander Shulgin se ne interessò
per le sue qualità psicoattive. |
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Modo
d’uso e dosi:
Se
preso per via orale generalmente il dosaggio iniziale varia dagli 80 ai
160 mg., gli effetti si manifesteranno entro 30-40 minuti, se inalato
iniettato o fumato, compariranno e svaniranno con maggiore rapidità.
Gli effetti primari raggiungono il picco dopo circa 1 ora-1/30, permanendo
per un tempo variabile dalle 4 alle 6 ore, dopodiché cominceranno
ad attenuarsi lasciando, dopo circa 7/8 ore, spazio agli effetti secondari. |
Effetti:
Gli effetti fisici delle dosi abituali di MDMA sono soggettivi e variabili:
bocca asciutta, tiramenti della mascella, digrignamento dei denti, movimento
involontario degli occhi, sudorazione eccessiva, nausea. Gli effetti psicologici
anch’essi variano: una sensazione generale in cui tutto pare giusto e
buono per il mondo, gioia totale (entactogenesi), e una sensazione di
sintonia emotiva con l’altro e una completa rimozione delle barriere relazionali
nella comunicazione (empatogenesi). Un’altro effetto classico è
l’ultrapercettività dei sensi. |
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Problemi:
L’MDMA
causa un sensibile aumento della pressione sanguigna e dei battiti cardiaci,
quindi fortemente sconsigliato a chi soffre di pressione alta, problemi
cardiaci-renali-epatici, e per chi è in terapia con una categoria
di antidepressivi MAOINIBITORI (Prozac, Zoloft etc.). Il problema più
grosso relativo al consumo di ecstasy è il rischio della neurotossicità
intrinseca alla sostanza. In alcune situazioni di consumo, è possibile
che il terminale dei neuroni che lavorano con la serotonina, gli stessi
su cui ha effetto I’MDMA, vada incontro a degenerazioni. Si tratta dei
neuroni 5H12 che partono dal nucleo del rafe dorsale e arrivano fino alla
corteccia frontale. Ciò può determinare effetti “collaterali”
permanenti, tipo perdita della memoria, crisi di panico, alterazione del
tono e dell’umore, insonnia cronica. Attenzione:
l’assunzione di una dose robusta (20 mg./kg.) di MDMA al mese potrebbe
essere già un abuso, a causa dei lunghi tempi di riequilibrazione
dei parametri neurochimici cerebrali richiesti da questa sostanza. |
Overdose:
Dato il basso contenuto di MDMA presente nelle pasticche attualmente sul
mercato, anche se “pure”, il rischio maggiore di overdose è legato
ad un abuso sistematico della sostanza sia in termini di quantità
di sostanza assunta in una singola esperienza, sia di tempo intercorso
tra un’esperienza e la successiva. Di fronte a un iper-dosaggio si può
scatenare un’intossicazione acuta che può generare una reazione
a catena con l’Ipertermia Maligna. Il termine “maligna” sta’ ad indicare
il fatto che non si tratta di una semplice sensazione di calore, bensì
di uno squilibrio del centro di regolazione della temperatura corporea,
la quale può salire in breve tempo sino a 40-43 *C con conseguenze
capaci di mettere in pericolo la vita di un individuo. |
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Fonti: - Testi: Cox18 Informadroga
- Foto paste: sito polizia tedesca |