mercoledì, luglio 3, 2024
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Con cuore e intelligenza, per liberare tutti, per fermare il Tav

Con cuore e intelligenza, per liberare tutti, per fermare il Tav

Tanti ieri sera sono andati a dormire con il sorriso sulle labbra. Altri, che bazzicano alcune redazioni e uffici della questura, hanno dovuto fare i conti con l’acidità di stomaco. Perché il 10 maggio è stata una giornata bella e importante per il movimento no tav, ed entrerà nelle date di riferimento che costeggiano la nostra storia.

Nei giorni e nelle settimane precedenti le provocazioni e i tentativi di alzare la tensione non sono mancati. E la gestione dell’ordine pubblico non è stata altro che una inutile esibizione di muscoli e testoterone poliziesco. Migliaia di agenti in tenuta antisommossa, reti mobili, una soffocante blindatura del corteo, ogni strada e vicolo adiacente al percorso presidiato da mezzi e uomini. Soldi buttati. Una provocazione idiota caduta nel vuoto.

A fronte di tutto questo decine di migliaia di uomini, donne, anziani e bimbi hanno marciato contro la montatura della procura e l’assurda accusa di terrorismo. Un corteo festoso nella forma e radicale nei contenuti. Un corteo che ha ricordato a tutti che la paura non è di casa, che al terrorismo mediatico e giudiziario rispondiamo con la partecipazione e la determinazioni, con cuore e intelligenza.

Doveva essere un corteo per tutti, e così è stato. Ormai dovrebbe essere cosa nota: le pratiche le decidiamo noi, e questo vale per ieri così come quando c’è da tagliare una rete.

Una giornata che fa bene, buon viatico per la prosecuzione della lotta contro le macchinazioni della procura e contro la mafia che vuole il Tav.

Non era scontato che una manifestazione contro le assurde accuse di terrorismo avesse una partecipazione così ampia e variegata. Un risultato del genere mostra chiaramente che il piano della procura, di Caselli e Rinaudo, sta miseramente fallendo. Continueremo a smontarlo, pezzo a pezzo.

C’era un pensiero che ci seguiva per tutto il corteo. Due nomi, Sole e Baleno. Due no tav, morti mentre erano agli arresti ormai 16 anni fa. Accusati anche loro di terrorismo dalla procura di Torino. Accusati ingiustamente come poi emerso. Dalle loro morti ad oggi acqua in Dora ne è passata e il movimento no tav è maturato. E’ maturato al punto che decine di migliaia di persone gridano forte che Chiara, Claudio, Nicco e Mattia siamo tutte e tutti noi, che non solo le macchinazioni giudiziarie contro di loro e contro il movimento non ci spaventano, ma che anzi le combattiamo apertamente. Così come continueremo a combattere quel maledetto cantiere in Val Clarea.

Volevano intimorirci. Han trovato pane per i loro denti.

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