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INTERVISTA A PAOLO VIRNO - 21 APRILE 2001


Grillo e De Caro avevano fatto nel '73 una relazione al centro Serantini di Bologna, titolata "L'esperienza storica della rivista Classe Operaia" e che era circolata ciclostilata. Dai pochi frammenti che abbiamo avuto occasione di leggere sembra che loro facessero una critica a quella esperienza che è in qualche modo ripresa da altri, anche nelle interviste che stiamo facendo, ossia di una sorta di progressismo implicito di certi percorsi operaisti. Ciò non riguarda ovviamente tutti, ma se, ad esempio, si guardano alcuni aspetti del percorso di Negri (si pensi a Posse così come a precedenti elaborazioni) si vede la teoria di una moltitudine (o prima ancora chiamata in termini diversi) che va deterministicamente verso una cooperazione liberata e rispetto a cui l'unico problema è un comando capitalistico che si presenta nella forma di una semplice incrostazione parassitaria e del tutto inessenziale. Si ripropone una qualche freccia della storia che va sempre avanti e sempre verso il meglio.


Non ci hanno avvertito, abbiamo già vinto senza accorgercene! Toni qualche volta, non che non le conosca benissimo, ma dovrebbe leggersi con meno insofferenza le "Tesi sulla filosofia della storia" di Walter Benjamin, che come si sa sono perfettamente antiprogressiste. Ogni tanto borbotta che è un pensiero talmudico, una cosa che non va bene, invece lì c'è appunto un elemento in cui la catastrofe è sempre possibile. Non la chiamerei progressismo, perché esso contiene veramente al peggio del Movimento Operaio...


C'è una sorta di oggettiva immanenza del bisogno di comunismo destinata a realizzarsi.

Immanente è, però la sua immanenza non toglie che può rovesciarsi in blocco, paralisi e catastrofe. Ma anche nell'osservazione della cosa più sociologica, di una giornata alla Fiat di Melfi, bisogna tenere presente la possibilità della paralisi e della catastrofe, cioè quelle stesse cose che renderebbero matura una trasformazione radicale dell'esistente possono invece secernere il male; quando si pensa alla moltitudine postfordista o a quello che si vuole, è necessario introdurre la categoria del "male" (inteso chiaramente in un certo modo), del negativo. Allora, il problema è stato che l'operaismo ha criticato la dialettica, perché la dialettica era una roba un po' da imbroglioni; non che Hegel fosse un imbroglione, però era uno strumento inaffidabile. La critica della dialettica, però, secondo me non doveva sfociare nella critica del negativo, cioè della possibilità della catastrofe, che le cose andassero "a puttane". Io penso che l'operaismo e non Calvino sia una delle poche cose esportabili dell'Italia del secondo dopoguerra: esso ha fatto dei passi in questa direzione, ma forse non sufficienti. Cioè, c'è il pensare che la negatività, il male, il disastro, il guaio, la cosa da cui non te ne cavi fuori, può avere una forma non dialettica: non è che perché critichi la dialettica devi criticare anche il negativo. Su questo infatti uscirà sul numero di DeriveApprodi un discorso sulla moltitudine e il negativo. La moltitudine può diventare fascista. Bisogna tenere presente che la moltitudine ha dentro di sé l'immanenza del comunismo, questa così si può sempre dire, tant'è che parlavo addirittura di comunismo del capitale, per dire quanto era diventato visibile ad occhio nudo...


Però quell'immanenza assume un aspetto teleologico, cioè un oggettivo destino di realizzazione.


Quella stessa immanenza è talmente poco direzionata necessariamente che può dare luogo anche al male radicale: uso ovviamente espressioni del genere che non userei in pubblico, che sono espressioni un po' teologiche e non si sa bene cosa vogliano dire, ma insomma diciamo il negativo assoluto, il fascismo. Marx da qualche parte l'ha scritto (forse in una lettera ad Engels): tra i due contendenti che si affrontano sul lungo termine, su quello di più generazioni e non di pochi anni, non è detto che vinca l'uno o che vinca l'altro, ci può essere anche la catastrofe. Alcuni pensatori del '900, marxisti ma anche non marxisti, l'hanno curata bene ed è una nozione necessaria.

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