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INTERVISTA A EMILIO SOAVE - 27 OTTOBRE 2000


Giovanni Mottura.


Mottura era amico di Rieser, era amico anche mio nel senso che tutti assieme venivamo dalle esperienze studentesche di quegli anni, anche lui era di origine cattolica. Mottura era molto più deciso nelle sue scelte che erano quelle di arrivare in tempi abbastanza rapidi a scelte professionali nell'ambito dell'accademia universitaria. Eravamo cresciuti tutti assieme perché frequentavamo la facoltà di Lettere, eravamo tutti allievi di Franco Venturi, di quello che allora era la parte migliore dell'università di Torino come docenti. Noi eravamo cresciuti lì, Vittorio Rieser era visto un po' anche come un futuro delfino di Franco Venturi, di cui la madre era amicissima, infatti fu una delusione grandissima di Venturi quando decise di staccarsi definitivamente da qualsiasi ipotesi di carriera universitaria, per cui il diventare ricercatore, assistente ecc.; fu una delusione per la famiglia e per il mondo che faceva capo a Venturi, che era poi quello di Giustizia e Libertà, del vecchio azionismo. Mottura andò a Napoli per qualche anno a studiare sociologia agraria, mi pare con Mario Rossi Doria, e poi si fermò all'università di Portici, dove credo che sia tuttora, però non ne so più niente.


Anna Chicco.


Anna Chicco era molto amica di una mia amica che era Anna Malvano, perché tutte e due facevano le assistenti sociali, allora questa era una figura nuova che sembrava avveniristica e che lavorava soprattutto nella grande fabbrica. Loro due erano legatissime, Anna Malvano si è sposata con Piero Caffaratti, il quale era un ragazzo che aveva passato un sacco di anni in riformatorio, aveva avuto un'infanzia difficile, aveva dato fuoco a una cascina, era un giovane piromane; uscito dal riformatorio era stato sotto la tutela di Rozzi. Ora ha una piccola impresa di decorazioni e di ristrutturazioni edilizie, è un personaggio molto folcloristico. Anna Chicco e Anna Malvano io le nomino assieme perché in effetti erano un binomio, direi però che non hanno avuto un peso sostanziale, pur con la massima simpatia che avevamo per loro. Era una generazione in cui le donne erano pochissime, in una situazione che praticava soprattutto l'astinenza sessuale le rare donne belle o brutte che fossero erano molto corteggiate, ci fu solo il '68 che cambiò i costumi in qualche modo!


Da chi era composto invece il gruppo biellese?

C'era Pino Ferraris, che si agganciò ai Quaderni Rossi nei primi mesi del '62, però si agganciò sempre attraverso la mediazione del sindacato. Pino Ferraris oscillò a lungo, come peraltro anch'io, nel senso che eravamo in qualche modo desiderosi di mantenere l'unità dell'esperienza di Quaderni Rossi; lui era influenzatissimo da Tronti da cui fu molto sedotto in una sorta di seminario che ci fu a Santa Severa. Ci furono due specie di seminari in quel periodo, però abbastanza distanti l'uno dall'altro, il primo sul lago Maggiore, mi pare nell'entroterra di Meina, in una sorta di struttura ricettiva, ex albergo che ospitava spesso seminari di formazione, credo che fosse stata trovata da Gallino come sede: fu il primo seminario formativo a cui appunto intervennero tra gli altri Gallino, Pizzorno, Montaldi, con gruppi di lavoro, relazioni, seminari, discussioni che andavano avanti giorni e giorni. Un secondo seminario, che se ben ricordo avvenne nell'aprile del '62, fu a Santa Severa: fu quello in cui più o meno tutti scoprirono Tronti, perché prima si sapeva solo che c'era quel compagno romano così bravo ma non lo si conosceva, invece lì per la prima volta avemmo modo di ascoltarlo e di sentire le sue corpose relazioni.

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