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LE RIVISTE E I GIORNALI DI MOVIMENTO

Rosso
Il primo numero di Rosso uscì nel marzo del 1973 come quindicinale del Gruppo Gramsci, affiancando la rivista teorica del gruppo stesso, Rassegna Comunista. Tra gli altri, presero parte all'iniziativa Romano Màdera, Paolo Gambazzi, Carlo Formenti. Nel novembre dello stesso anno, quasi contemporaneamente alla rottura di Potere Operaio, anche il Gramsci decise di sciogliersi, con un documento significativamente titolato "Un passo avanti - Dal Gruppo all'Organizzazione dell'autonomia operaia: fare un passo in avanti!". Dall'incontro con una parte dell'ex PO nasceva quindi Rosso "giornale dentro il movimento". Nel giro di pochi anni, parallelamente all'uscita degli ex dirigenti del Gramsci, Rosso diventò il punto di riferimento dell'area dell'Autonomia a livello nazionale, situazione in parte mutata dall'uscita della redazione romana prima del '77. Rosso fu da subito attento alle emergenti questioni del proletariato giovanile e delle trasformazioni produttive, con il diminuire di centralità dei luoghi fisici di concentrazione operaia, il declino dell'operaio-massa e la teorizzazione della nuova figura dell'operaio sociale. Nel novembre del 1977 il sottotitolo variò, diventando "per il potere operaio". L'ultimo numero uscì nel maggio del 1979, lo stesso anno delle retate del 7 aprile e del 21 dicembre che colpirono duramente l'area dell'ex Potere Operaio e dell'Autonomia. Tra gli intervistati, oltre a Màdera e Formenti, animatori del primo Rosso, hanno fatto parte dell'esperienza Negri, Dendena, Bianchi, Corbella, Bonomi.


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