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INTERVISTA A RAF "VALVOLA" SCELSI - 20 GIUGNO 2000


Contemporaneamente però, poiché noi volevamo progettare anche iniziative, avevamo contestato (ed è stata la cosa che ci ha legittimato all'interno della città, del movimento) la rassegna di sociologi che avevano pagato una ricerca fatta da Bianca Beccalli, la quale coordinò un gruppo di lavoro di sociologia su quelle che loro chiamavano "bande spettacolari". Chiaramente nell'uso del termine "banda spettacolare" c'è tutta un'ideologia dietro, perché non si riconosceva assolutamente il fatto che i soggetti punk fossero portatori di bisogni; quindi per loro tutto si limitava alla manifestazione dell'apparenza, e non si pensava invece che questa manifestazione dell'apparenza fosse in realtà un uso simbolico che permetteva ai soggetti di esprimere i propri bisogni. Quindi, semmai i punk, dal nostro punto di vista, erano una controcultura vera e propria, e continuo a ritenere che tale fosse, e neanche una subculltura. Ma da loro non eravamo neanche considerati subcultura, eravamo considerati "banda spettacolare". Chiaramente questa cosa qua era assolutamente provocatoria, ma loro non se ne resero conto, ritenevano di avere fatto una ricerca seria, durata due anni, pagata dall'università, pagata dalla Provincia di Milano, da una serie di organismi ufficiali. Avevano dunque organizzato questo convegno, di cui c'era la presentazione ufficiale a Palazzo Isinbardi, alla Provincia, e in più avevano affittato il Teatro di Porta Romana, in cui avevano intenzione di proiettare una serie di film, peraltro di merda, che dovevano dare il contorno spettacolare a tutta questa faccenda. Fu chiaramente fatta la contestazione al Palazzo Isinbardi e una serie di soggetti, tra cui Gomma e Atomo (attuale consigliere comunale), si tagliarono il petto con una lametta in maniera molto vigorosa, poi si spalmarono il volantino su cui c'era scritto "questo è il nostro sangue: analizzatelo" con sangue vero e lo sbatterono in faccia (tra l'altro abbastanza gentilmente, io ero lì, non fu assolutamente una cosa violenta) ai relatori. In quel momento stava parlando Bianca Beccalli, il coordinatore del progetto, la quale non smise assolutamente di parlare, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo che tre persone a torso nudo si tagliassero e scendesse loro sangue abbastanza copiosamente, ed era una cosa naturale che la gente urlasse o svenisse, perché poi c'erano delle ragazze che svenivano perché non si aspettavano la cosa, fu un delirio incredibile: questa qui normalmente continuava ad esporre, ciò per dimostrare l'autoreferenzialità di questi cosiddetti sociologi. Il giorno dopo iniziarono i casini al Teatro di Porta Romana che fu occupato per 36 ore da tutta la comunità punk e anche skinheads (fu l'ultima cosa in cui gli skin storici furono unitari, anche se allora non erano di destra, però c'erano già stati degli screzi nella fase un po' precedente). Quindi, il Teatro fu occupato da qualche centinaio di ragazzi vestiti di nero con tanto di creste: insomma, gli saltò l'intero convegno. Tutto ciò fu in realtà giocato molto bene dal punto di vista simbolico, perché l'elemento di rovesciamento simbolico che fu operato era chiarissimo e fu per certi versi vincente.
Questa esperienza segnò un po' la fine del Virus, il centro sociale occupato nell'81, quello punk storico, quello streight diciamo così. In realtà, come dicevo prima, la scena punk era molto più ampia: la componente del Virus era forte ma non era assolutamente egemone, c'era un'area molto più ampia che, ad esempio, si trovava alle Colonne di San Lorenzo alla sera, o che si trovava alla Fiera di Sinigallia. Ma alle Colonne di San Lorenzo allora ci si trovava in qualche centinaio di persone ogni sera, erano totalmente piene di gente: poi furono sgomberate da una serie di operazioni, tipo cancellata, in piena regola da parte della polizia, che rastrellava nel quartiere e ci blindava tutti. Ci fu una famosa perquisizione di massa che coinvolse quasi un migliaio di persone e fu fatta in una serie di sere per fare arretrare i soggetti verso Sant'Eustorgio, quindi per liberare poco a poco il centro, perché era troppo simbolico che punk e "creature simili" di quella zona lì fossero i re incontrastati. La cosa era dovuta anche al fatto che davamo fastidio perché contemporaneamente quasi ogni sabato facevamo manifestazioni, non molto partecipate, ma erano pur sempre 300-400-500 persone in quartiere che rappresentavano un certo peso: ci si immagini cosa significa per un piccolo quartiere avere 500 persone mobilitabili sempre e abbastanza regolarmente, poi chiaramente non c'erano soltanto i punk. Comunque le dimensioni dei cortei di allora erano di 300-400-500 persone, questo per dare un'idea dell'ampiezza, se non altro di tipo quantitativo, che c'è stata in questi quindici anni.

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