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INTERVISTA A RAF "VALVOLA" SCELSI - 20 GIUGNO 2000


Infatti, non a caso, negli anni '80, ci sono tutta una serie di cose che sono esito dei processi: da una parte ci sono i punk, che sono l'ultimo esito politico, l'ultima grande controcultura internazionale che è venuta fuori, però al contempo ci sono i paninari, una rinascita dei mods, l'autonomizzazione degli skinheads (che sono poi, per certi versi, un fenomeno subculturale e non controculturale); poi, più in generale, c'è la nascita sempre negli anni '80 dei cosiddetti prepping, questi ragazzotti vestiti beni, quelli delle magliette polo o di quelle con il coccodrillo e i pantaloni tipo plaid, tutti vestiti un po' fighetti, e poi dopo il fenomeno delle Timberland. Dunque, successivamente sono tutti fenomeni legati al consumo, il consumo definisce l'essere: tutta questa specificità giovanile è stata completamente e abbondantemente riemarginata, riassorbita. Per cui, secondo me, in questa fase non è più possibile pensare ad un fenomeno giovanile in quanto antagonista, non è così: ci sono dei fenomeni di consumo che possono assumere un loro versante controculturale, o meglio subculturale, per cui hanno delle loro leggi, delle loro simbologie, delle loro modifiche, che possono entrare parzialmente in conflitto con le istituzioni e con il potere ma solo perché la forma del consumo entra in contrasto. Ma questo non significa che non sia positivo, sia ben inteso, però non è lì l'elemento che può permettere a queste componenti di entrare in conflitto più in generale, perché non è quella la dinamica che c'è sotto.


Riprendendo con la ricostruzione del tuo percorso, eravamo arrivati alla fondazione di Decoder e poi della Shake.

Noi collaboravamo alla Calusca: io la frequentavo già negli anni '70, poi per un certo periodo non ci sono più andato, negli anni '80 ho ripreso ad andarci e come me un po' tutto il movimento punk, o almeno la sua componente più intelligente, che qui erano Gomma, Giacomo Spazio, Philopat, un po' di soggetti vari che girano ancora adesso. Intorno all'82-'83 Primo Moroni ci diede la possibilità di portare le fanzine: si tenga conto che allora le fanzine punk italiane arrivarono anche a un massimale di 300-400, quindi c'era una produzione molto molto ampia. Il movimento punk, nella visione più estesa del termine, fu un fenomeno veramente di massa in Italia, perlomeno, a livello giovanile, fu una cosa che influenzò pesantemente una serie di componenti: non è evidentemente paragonabile agli anni '70, ma comunque fu una cosa significativa dal punto di vista anche numerico, soprattutto nelle grandi città (Milano, dove fu molto significativa, un po' Torino, Bologna, parzialmente Roma). Dunque, Moroni ci fece vendere le fanzine, poi chiaramente da cosa nacque cosa, partecipammo a un convegno che era organizzato da Sapere 2000 (che è una casa editrice che pubblica testi anche molto intelligenti e molto impegnati); in quella occasione uno di noi, che fu Gomma, fece un intervento sul problema della simbologia e dei punk. Quindi ci fu un processo lento di cercare di capirsi noi e i vecchi che venivano dai movimenti degli anni '60 e '70, in cui il punto di mediazione era Moroni. Poi, intorno all'83-'84, Primo ci diede per due volte le chiavi della libreria d'estate e la gestimmo interamente noi, tra l'altro facemmo anche un incasso che era il più alto di tutto l'anno, perché poi ci sbattemo, facemmo annunci alla radio; quando ritornò Moroni e si presentò in libreria a fine agosto, noi gli demmo credo allora più di cinque milioni, che con i libri che aveva la Calusca, d'agosto, 5 milioni dell'epoca (che corrispondono adesso a un 15-20 milioni), era una cifra molto alta. Superata questa prova, Primo ci diede in affido l'ultima stanza in fondo alla libreria (che allora era in corso di Porta Ticinese 47, vicino alle colonne) e noi la gestimmo come luogo punk, dove c'erano tutte le fanzine, facemmo i primi esperimenti di editoria, fotocopiavamo i libri che erano introvabili, in particolare quelli delle Pantere Nere (che è sempre stato un nostro trip), così come i testi beat (ad esempio Ginsberg allora non si trovava, Kerouac nemmeno, c'era solo "On the road" perché l'aveva pubblicato gli Oscar Mondadori, ma se no le altre cose non si trovavano). Dunque, ci impegnavamo in questo, facevamo poi le cassettine con la voce di Ginsberg e vendevamo queste cose insieme a quelle punk, magliette ecc. Questo generò immediatamente un casino dentro la libreria, perché i vecchi avevano una visione dei punk come se fossero poco meno di nazisti: l'etichetta che i punk avevano era essenzialmente quella di essere un gruppo di nazisti, ma già negli anni '78-'79-'80 Avanguardia Operaia e l'MS ci avevano picchiati, ci inseguivano perché allora si ostentava questo simbolo della svastica, ma c'era tutto un discorso simbolico, con cui si può essere d'accordo o meno, quindi la cosa non era immediatamente chiara, ma comunque la nomea era quella lì e non ci volevano tra le scatole. Infatti, Primo dovette rompere o perlomeno avere un periodo di frizione con tutta una serie di componenti storiche della libreria, tra cui anche i gruppi di sostegno dei compagni in galera, che ci vedevano veramente di cattivo occhio.

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