>Home >Interviste
>Home page
>Interviste
>Riviste
>Bibliografia
>Il dibattito oggi
>Ricerca sul femminismo

> Formazione politica e culturale e percorsi successivi
(pag. 1)

> Limiti e ricchezze dei movimenti degli anni '70
(pag. 2)

> Frammentazione di una ricchezza soggettiva
(pag. 3)

> Ambivalenze degli Stati Uniti
(pag. 5)

> Possibilità di anticipazione
(pag. 6)

> Decoder e Shake
(pag. 7)

> L'esperienza alla Feltrinelli
(pag. 11)

> Le aziende della comunicazione
(pag. 11)

> Ambivalenze dellla comunicazione
(pag. 12)

> Giovani, soggettività e politica
(pag. 12)
INTERVISTA A RAF "VALVOLA" SCELSI - 20 GIUGNO 2000


Quindi, questo per quanto riguarda la forma della politica. Per ciò che riguarda la classe, invece il discorso è molto più complesso. Qual è il tipo di classe che noi andiamo a identificare? La classe operaia tout court? Oppure accettiamo questa ipotesi di lavorare sulla definizione di questo cosiddetto cognitariato, su questa intelligenza diffusa, oppure dei soggetti che lavorano sulla comunicazione a vario titolo? E' l'uno, è l'altro, sono tutte e due, oppure nessuno dei due? Il problema è la definizione di inchiesta della composizioni sociale, perché questa si è completamente frastagliata, peraltro con posizioni salariali profondamente diversificate: ormai nelle aziende nessuno racconta più all'altro quello che guadagna, è una sorta di domanda tabù che nessuno fa. E' chiaro che se si ha una condizione di partenza di questo genere, è difficile riuscire a identificare una linea comune, se non su politiche alternative e di sviluppo dell'azienda stessa. Per cui tu dici "va bene, questa azienda si sta buttando su questa piattaforma, noi, a partire dalla nostra esperienza, diciamo che quella piattaforma non è così e dovrebbe essere cosà"; ma il tuo intervento fa sì che comunque questa azienda possa contare su un'intelligenza interna che gli modifica il punto di vista in maniera tale che lo ricomprende. Però, l'unico punto che può accomunare la riflessione critica dei diversi soggetti che lavorano in un'azienda può essere questa cosa qui.
Oggi i ragazzi, la gente che ha 25-28-30 anni, lavora dodici ore al giorno in azienda, poi si spara due giorni di week-end dove si spende tutto. Gli stipendi sono mediamente alti, minimo tre milioni o tre milioni e mezzo, nessuno ti regala niente, perché se fai 60 o 70 ore alla settimana è chiaro che comunque, anche lavorando da operaio, prenderesti non dico quella cifra ma poco meno. Ma c'è un coinvolgimento interno, perché da una parte i ragazzi sono completamente decategorializzati, cioè non hanno categorie su nulla: questo purtroppo lo dico per esperienza diretta, in quanto sono stato insegnante fino a due anni fa, quindi ho avuto tra le mani questi soggetti, li ho rivisti dieci anni dopo, dunque posso garantire che purtroppo non cambiano di molto rispetto ai tempi del liceo. Può darsi che sia una visione classica, della generazione precedente che critica quella che segue per questione di spocchia, perché rappresenta in maniera aurea come era lui: tutto giusto, però sicuramente c'è stato qualcosa, un cambiamento di stile, di fase, è tutta gente che non gliene frega niente della politica, è probabilmente più interessata ai bisogni culturali in senso lato. Un libro complesso come quelli che fa la Shake, ad esempio, una persona di questo genere dice "cavolo, è complesso", non è facile, ci sono tutta una serie di categorie con cui uno deve fare un corpo a corpo intellettuale; allora è più facile che si compri un libro di Castelvecchi, perché è più semplice, è più vicino alla forma semplificata della scrittura che oggi si impone. Oggi si scrive e si legge molto di più rispetto a dieci anni fa, ma il libro non è più il tramite principale: oggi la mail classica sono 800 battute, una schermata classica in Internet sono 800-1000 battute, quello che è semplicemente l'esordio di un normalissimo testo politico come noi siamo abituati a leggerlo. Per descrivere qualche definizione congiunturale classica di una fase politica, per introdurre al dibattito, si usano minimo 1000 battute: quello è il massimale della comunicazione media che oggi è diffusa in rete. E' chiaro che poi ciò è speculare al fenomeno del video-clip, dei video musicali, che sono tre minuti, concepiti in una certa maniera, o con un'impaginazione di un certo tipo. Da questo punto di vista si ha ragione Laas Von Thiers a dire "il re è nudo" e a voler fare una narrazione di tipo diverso: ma è una provocazione che avviene su un media che oggi è arte, è cinema. E ritornando alle leggi di Mc Luhan sullo sviluppo della comunicazione, la cosiddetta tetrade, cioè il ciclo a quattro fasi dell'introduzione dei nuovi media, nel momento in cui si impone un nuovo media, quello vecchio non è che sparisca, ma si riaggiusta e si riconfigura in un'altra posizione, ancillare rispetto al nuovo media, e assume delle dinamiche artistiche che il nuovo media non ha. E' successo così per la radio, per certi versi è successo così per i giornali, e questa cosa qui sta succedendo oggi: il cinema sta riacquisendo un'artisticità, nonostante la presenza di un modo bagettistico e hollywoodiano di gestire le cose alla fine c'è un sacco di cinema d'autore, adesso con i sistemi in digitale sarà molto facile che vengano fuori altri film d'autore sviluppati con quella tecnologia. Però contemporaneamente Internet assume il suo profilo, che è quello lì, va per la sua strada, e la televisione segue.
Quindi, non so rispondere esattamente a cosa sia oggi il conflitto di classe e come si manifesti: certamente ci sono espressioni di conflitto di classe tradizionali, quelli legati alla lotta sulle questioni del welfare, come è stata l'esperienza dello sciopero in Francia del dicembre di alcuni anni fa, i trentacinque giorni di sciopero a Parigi della RTP ecc. Al contrario di quello che leggono altri, cioè che sia stato l'inizio del ciclo che avrebbe poi portato a Seattle, può darsi anche, ma io lo leggo però come la fine, o perlomeno come una delle ultime manifestazioni del vecchio ciclo. Certo, che poi in Francia si sviluppi una grande solidarietà interclassista, per cui tutti sono contenti di camminare a piedi, "oh, che bello, finalmente conosciamo un po' di gente", questo è tipico della bizzarria francese, ma non della dinamica riproducibile ovunque: ci si immagini una storia di questo tipo a Roma, "li mortacci tua" si sprecherebbero a palla, quindi non è pensabile una roba di quel genere lì. Dunque, le dinamiche di classe sicuramente hanno un processo evolutivo di un certo tipo, hanno perso la centralità che avevano negli anni '70. Non l'hanno persa in termini numerici, perché se allora era il 37% della composizione complessiva della forza-lavoro, oggi è il 32-33%, non credo che sia molto più bassa di così, per di più c'è la nuova componente immigrata che sta entrando in fabbrica, quindi possono venire fuori delle cose molto interessanti, io non sottovaluto questa cosa. Però indubbiamente ha perso la centralità politica: occupare la fabbrica Innocenti nel '79 ha un peso, occupare l'Alfa Romeo perché hanno ridotto il personale di altre mille unità conta molto meno; conta molto di più il giro Berlusconi, che impiega come indotto 25.000 persone.

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13

Per informazioni scrivere a:
conricerca@hotmail.com

.