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INTERVISTA A RAF "VALVOLA" SCELSI - 20 GIUGNO 2000


La comunicazione, nella sua ambivalenza, che potenziali usi alternativi e contro può secondo te avere?


Le piattaforme sono in grande mobilità, ci sono e stanno nascendo nuovi media, lo stesso Internet, quello che noi siamo abituati a vedere come tale, tra tre anni sarà tutt'altra cosa, tra cinque anni sarà ancora un'altra cosa. Le piattaforme sono in grande modifica, è chiaro che sorgerà il problema che le industrie culturali si trasformeranno in industrie produttrici di content a seconda dei supporti su cui si impiegheranno: ma questo processo è in atto già da tempo, non è che ci sia nulla di nuovo. Oggi un produttore di content, di contenuti, è cercato dalle grandi start-up del Web in Italia quasi fosse merce d'oro, infatti non a caso stanno prendendo cani e porci su questa cosa qua, gente che veramente non ha categorie, non ha strumenti ecc, insieme a gente invece molto brava. Questo perché è la fase dell'allineamento su questa nuova piattaforma di tutta una serie di nuove aziende che sono emanazione di altre aziende: tra tre anni metà di queste qui saranno morte. Comunque l'accelerazione offerta dai nuovi media è effettivamente epocale, bisogna farci i conti, io lo dico da quindici anni, quindi per me è abbastanza scontato, mentalemnte ci ho fatto i conti già quindici anni fa. La prima volta che sono entrato in una rete di BBS per me era già quello potenzialmente: poi chiaramente è nato prima il Mosaic, poi il Web ecc., quindi ciò ha evidentemente modificato il modo in cui la pagina è. Però indubbiamente anche qui ci sono tutta una serie di elementi e di esperienze che vengono dalla fase della BBS che devono essere recuperate, come ad esempio l'interattività, la dinamica orizzontale di creazione di comunità che era l'elemento caratterizzante le BBS, e riverrà fuori questa cosa qua: adesso ci sono delle forme spurie di creazione di comunità, anche all'interno del Web. Ma comunque è il supporto digitale in sé che sta cambiando: domani, quando si avrà una banda molto più larga e si potranno avere immagini radio, testi, tutto insieme, questa qui diventerà una macchina, un supporto di una potenza incredibile.


Prima parlavi della soggettività giovanile, dicendo che questa va verso una dinamica di bisogni di consumo più che in un potenziale senso antagonista. Come vedi mutare le dinamiche di classe? In questo contesto, come possono essere pensate nuove forme di un agire politico antagonista?

C'è il problema della classe, quello delle dinamiche giovanili e quello della politica: sono tre cose che non necessariamente vanno insieme. Dal punto di vista della politica la forma più originale che è venuta fuori è sicuramente la strategia lillipuziana. Tra l'altro su questo io rivendico il mio merito, perché in Italia il libro di riferimento (questo me l'hanno detto quelli che hanno fondato la cosiddetta Rete Lilliput) è stato proprio il testo di Bracher e Costello, "Contro il capitale globale", che ho scelto e fatto tradurre io: me lo comprai casualmente in una libreria di Londra, lo lessi una notte, ho pensato che fosse bellissimo, sono arrivato in Italia e dopo tre mesi l'avevo già fatto tradurre. Quindi, da questo punto di vista rivendico un mio merito di quattro o cinque anni fa, anche se nessuno me lo riconoscerà mai, ma è giusto così. Comunque, indubbiamente la cosa nuova è quella roba lì, seppure ambiguamente per quanto riguarda i contenuti. Ad esempio, sul discorso degli Ogm io ho molto da dire, nel senso che non sono d'accordo con molte delle parole d'ordine che vengono utilizzate, perché mi sembra talvolta anche un discorso razzialista: pensare alla purezza della specie, seppur animale piuttosto che vegetale, mi ricorda troppo facilmente delle altre cose, per cui su quello mi va bene seguire tutto il discorso scientifico, però non il resto, anche perché per definizione io sono per i mostri, per i cyborg, non sono sicuramente per una soggettività normata. Tuttavia, al di là di questa cosa qua e nonostante l'ambiguità contenutistica che è presente in questo movimento complesso, c'è comunque molto interesse nel fatto che soggettività provenienti dal mondo cattolico, dal volontariato di base, dal terzo settore, dai movimenti, dall'autonomia di classe, dagli anarchici, anche fondamentalisti, si ritrovino ognuno con la propria specificità nel contrastare un unico nemico, le cosiddette organizzazioni internazionali o sovranazionali fuori controllo (come dice Saskia Sassen). Quindi, questa è una prospettiva su cui, secondo me, se non facciamo particolari stupidaggini, per cinque, sette, otto, dieci anni si è aperto un ciclo, questo è indubitabile. Si è aperto un ciclo perché c'è un nemico pubblico in tutto il mondo: tutto il mondo ha capito che c'è un nemico, e questa è una cosa straordinaria rispetto a dieci anni fa.

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