Ma non pensi, però, che occorra considerare che questi bisogni derivano anche da una sostanziale colonizzazione della soggettività di classe da parte del capitale?
Ma questo c'è sempre stato, non è mica male che ci sia: il capitale è mica una roba brutta, il capitale è brutto quando comanda ma quando produce beni non me ne frega niente! Non sono assolutamente ecologista io, proprio in nessun senso, o meglio lo sono in quanto certamente i bisogni ecologici sono un'altra cosa, se tu rovini la natura non respiri più, io ho un'asma da morire, non ne posso più, vado su e giù dalla galera e mi fa un male da morire, a questo punto veramente sono cose da distruggere queste produzioni di miasmi: ma questo non è il capitale, è il comando, la Chiesa produce altrettanti miasmi che il capitale.
Nel contesto che delinei, ha secondo te senso parlare della soggettività politica? Cosa intendi con questa categoria?
A me sembra completamente inutile porsi queste domande, perché fin da quando l'uomo è uomo sempre di più la soggettività c'è stata, cioè c'è quello che tira e quelli che vanno dietro. Questa storia della soggettività politica mi sembra così banale e ovvia: che problema fa? Si è mai vista una cosa diversa al mondo? No. E' chiaro che ci vuole il soggetto, che ci vuole qualcuno che fa così: il problema grosso è quello di definire i soggetti collettivi, e poi attorno ad essi ci saranno quelli che tirano di più e quelli che tirano di meno. Così è sempre stata la vita: in una fabbrica ci sono quelli che tirano e quelli che non tirano, a scuola è la stessa cosa. Il grosso problema è la forma nella quale si esercita il comando, nella quale si decide. Qual è per esempio la forma in cui decide la moltitudine? Qui ci sono grossi problemi teorici: e decide ancora nella forma dell'uno, come pretende la filosofia classica e reazionaria da sempre, o decide in forma diversa, nella forma della molteplicità? Adesso c'è la ciliegina, decide nella forma della rete: ma che rete, lasciatela stare poverina, essa è una forma di comunicazione orizzontale, c'è sempre qualcuno che decide dentro o fuori dalla rete. Allora come si decide, qual è la forma della decisione? L'analisi delle lotte, che cos'era? Era capire chi l'aveva fatta partire la lotta, come, quale soggetto era intervenuto. Non esiste il processo senza il soggetto: è vero che lo si può analizzare come se, ma se tu lo analizzi come se è proprio per costruirlo coscientemente. Tutte queste storie della soggettività, dov'è il soggetto e via dicendo, sono tutte robe da filosofi, astratte, che valgono se ne parliamo così tra noi, però quando poi vai a vedere come vanno le cose in concreto il soggetto c'è sempre, il problema è che bisogna identificarlo. Qual è in questa moltitudine il soggetto?
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