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INTERVISTA A TONI NEGRI - 13 LUGLIO 2000

Ma non pensi, però, che occorra considerare che questi bisogni derivano anche da una sostanziale colonizzazione della soggettività di classe da parte del capitale?

Ma questo c'è sempre stato, non è mica male che ci sia: il capitale è mica una roba brutta, il capitale è brutto quando comanda ma quando produce beni non me ne frega niente! Non sono assolutamente ecologista io, proprio in nessun senso, o meglio lo sono in quanto certamente i bisogni ecologici sono un'altra cosa, se tu rovini la natura non respiri più, io ho un'asma da morire, non ne posso più, vado su e giù dalla galera e mi fa un male da morire, a questo punto veramente sono cose da distruggere queste produzioni di miasmi: ma questo non è il capitale, è il comando, la Chiesa produce altrettanti miasmi che il capitale.


Nel contesto che delinei, ha secondo te senso parlare della soggettività politica? Cosa intendi con questa categoria?

A me sembra completamente inutile porsi queste domande, perché fin da quando l'uomo è uomo sempre di più la soggettività c'è stata, cioè c'è quello che tira e quelli che vanno dietro. Questa storia della soggettività politica mi sembra così banale e ovvia: che problema fa? Si è mai vista una cosa diversa al mondo? No. E' chiaro che ci vuole il soggetto, che ci vuole qualcuno che fa così: il problema grosso è quello di definire i soggetti collettivi, e poi attorno ad essi ci saranno quelli che tirano di più e quelli che tirano di meno. Così è sempre stata la vita: in una fabbrica ci sono quelli che tirano e quelli che non tirano, a scuola è la stessa cosa. Il grosso problema è la forma nella quale si esercita il comando, nella quale si decide. Qual è per esempio la forma in cui decide la moltitudine? Qui ci sono grossi problemi teorici: e decide ancora nella forma dell'uno, come pretende la filosofia classica e reazionaria da sempre, o decide in forma diversa, nella forma della molteplicità? Adesso c'è la ciliegina, decide nella forma della rete: ma che rete, lasciatela stare poverina, essa è una forma di comunicazione orizzontale, c'è sempre qualcuno che decide dentro o fuori dalla rete. Allora come si decide, qual è la forma della decisione? L'analisi delle lotte, che cos'era? Era capire chi l'aveva fatta partire la lotta, come, quale soggetto era intervenuto. Non esiste il processo senza il soggetto: è vero che lo si può analizzare come se, ma se tu lo analizzi come se è proprio per costruirlo coscientemente. Tutte queste storie della soggettività, dov'è il soggetto e via dicendo, sono tutte robe da filosofi, astratte, che valgono se ne parliamo così tra noi, però quando poi vai a vedere come vanno le cose in concreto il soggetto c'è sempre, il problema è che bisogna identificarlo. Qual è in questa moltitudine il soggetto?





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