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INTERVISTA A GIORGIO MORONI - 7 LUGLIO 2001


In ciò (ed è questa la tragedia degli anni '70, altro che anni di piombo, questa è la vera sostanza plumbea degli anni '70) le Brigate Rosse utilizzano l'estrema disponibilità del sindacato e del Partito Comunista, in particolare nel momento in cui la cassa integrazione arriva a lambire anche le fabbriche statali e parastatali. Quindi, in realtà il sindacato utilizza il terrorismo delle Brigate Rosse come dirottamento della rabbia operaia. Cioè, se viene imposta la cassa integrazione all'Italsider o all'Ansaldo, non si incendia il municipio come accade a Lilla in Francia nel medesimo periodo, perché l'acciaio è in crisi anche in Francia, mica solo nella Ruhr, mica solo a Genova: però, gli operai francesi bruciano i municipi, e quindi in questo modo hanno un potere contrattuale straordinario, e di fatto consentono una modernizzazione accelerata dell'area, tra l'altro. No, a Genova invece per fortuna del sindacato che non deve occuparsi di situazioni ingovernabili, c'è un commando delle Brigate Rosse che brucia una macchina di un caporeparto, episodio modestissimo: benissimo, allora a questo punto si proclama uno sciopero per l'intera giornata. La passione operaia è dirottata contro il terrorismo che attenta alla democrazia e quindi è lui il vero nemico, non è chi di fatto sta minando le basi della comunità operaia, il nemico è il terrorismo che attenta alla tradizione democratica del paese. Tragicamente è come se il sindacato a Genova evocasse questa situazione, non ha alcuna responsabilità diretta, è evidente, ma finisce con l'attribuire alla stupida iniziativa brigatista un'importanza e soprattutto una risonanza che davvero non possiede. Gli atti processuali hanno poi dimostrato come tutti questi attentati siano stati fatti dai soliti 4 o 5 che si chiamano Livio Baistrocchi, Lorenzo Carpi, è verità processuale accertata, sono gli stessi che si spostano, sparacchiano ecc. Ad ogni macchina bruciata e ad ogni gambizzazione di caporeparto scatta quindi uno sciopero, cioè la classe operaia genovese sciopera esclusivamente in conseguenza degli attentati delle BR. Questo è veramente un effetto perverso, è spaventoso perché crea un misunderstanding generale. D'altra parte, dal punto di vista delle Brigate Rosse, gli straordinari effetti di clamore che le azioni producono evidentemente sono per loro uno stimolo a moltiplicare una simile produzione di attentati. Gli operai di fabbrica che hanno partecipato all'organizzazione Brigate Rosse sono, com'è noto, Francesco Berardi, operaio dell'Italsider poi suicida nel carcere di Cuneo, un vecchio militante di Lotta Continua, e Francesco Lobianco, operaio all'Ansaldo che tuttora è un irriducibile: parliamo quindi di due operai, non sono neanche dirigenti dell'organizzazione. Queste sono le BR a Genova, quindi un episodio di tragica millanteria.
Il PCI arriva, proprio prima del '78, a produrre un libro bianco sul terrorismo in cui io e altri veniamo citati come terroristi: è un libro che non a caso viene pubblicato poco prima del blitz, quindi di fatto è un'iniziativa di delazione, un invito a nozze, una porta spalancata rispetto a quella che poi è stata l'operazione di Dalla Chiesa. Si tenga presente che, citavo prima gli operai di Lilla che bruciano il municipio e fanno un casino pazzesco quando gli chiudono le fabbriche, e sono gli operai siderurgici; a Genova il massimo della lotta operaia è quando gli operai vanno a Sanremo, mi pare che fosse l'80-'81, quando la fabbrica sta per essere dimezzata, a interrompere il festival per cinque minuti e leggono un comunicato a fianco di un preoccupato Pippo Baudo, questo è il massimo. A Lilla bruciano i municipi, qui leggono un comunicato e interrompono per pochi minuti il festival di Sanremo. Questo è l'effetto della capacità di controllo, della museruola sindacale, anni e anni di ammaestramento al servizio per il partito, per l'ipotesi politica, per il compromesso storico, la classe operaia si fa Stato ecc.


Quali sono stati, secondo te, i principali limiti e le più importanti ricchezze delle esperienze operaiste degli anni '60 e '70? In riferimento a ciò, quali sono a tuo parere i nodi aperti nel presente e in prospettiva futura?

Torno all'inizio. Sicuramente quello che fu l'abbagliamento iniziale, mi riferisco cioè al discorso sui soggetti, la centralità dei soggetti nei processi di trasformazione, che rimane secondo me una lezione straordinaria, una lettura imprescindibile degli avvenimenti. Io oggi sarei incapace di leggere ciò che accade nel mondo prescindendo da queste categorie. Questa è una ricchezza che ritengo estremamente attuale, poter leggere i processi non come avvenimenti inerziali in cui il ruolo dei ribelli o dei comunisti è esclusivamente quello di interpretare od impersonare donando la propria disponibilità.

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