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INTERVISTA A VINCENZO MILIUCCI - 11 LUGLIO 2000


Dunque, partecipiamo a tutti questi eventi a partire dai grandi conflitti che avvengono soprattutto sulla piazza di Milano, con il 12 dicembre 1970, '71, '72 e via di seguito, con la grande partecipazione di un movimento che sposta pullman a non finire, con gli scontri di piazza estremamente duri. Già tra la fine del '69 e la primavera del '70 c'è la scoperta e l'utilizzo della bottiglia molotov, qui a Roma a partire in particolare dalla venuta di Nixon in Italia, che dette luogo a degli scontri decisivi, non riuscimmo mai a vedere neanche l'ombra dell'ambasciata americana ma ci si scontrò ripetutamente all'interno dell'emiciclo della stazione e nelle zone limitrofe. Ciò dette il là ad una capacità di dire: "Non possiamo limitarci ad avere dei gesti platonici di fronte all'aggressione dell'imperialismo a questi livelli, quindi noi dobbiamo avere la libertà di sostenere la caduta dell'imperialismo americano in Vietnam e la soluzione per i palestinesi"; questo era l'impegno profuso e scritto oltre che praticato da queste prime dieci squadrette di compagni che, tra l'altro a livello ridicolo, facevano le prime molotov con le bottiglie della Coca Cola e verificavano che non si rompevano, questo era l'avvio attraverso quanto trasmesso dai partigiani che all'epoca avevano qualche anno più di noi. Quindi, strage di Stato, comitato contro la strage di Stato, comitato per la libertà di Valpreda, manifestazioni, bombe da tutte le parti, assassinii dei compagni soprattutto sulla piazza di Milano ma anche Roma non è da meno, blindatura di ogni situazione, arresti.
E tutto questo chiaramente formula le difficoltà nel passaggio di ulteriori avventure in questo caso, l'apertura della sede di via dei Volsci è sicuramente un'impresa titanica perché è vero che è l'epoca di gruppi, gruppetti e gruppettini, che danno la rappresentazione che qui in Italia c'è un'altra forma della politica, non ci sono solo i partiti tradizionali che si contendono il potere. Dunque, i gruppi, 100 o 1000 militanti, rappresentando un'altra faccia sicuramente estremamente anti-istituzionale anche tra i più moderati, dimostrano la possibilità di indicare che la politica si riappropria dal basso. Questa è una storia fondamentale, difficilmente si ritrova in altri contesti mondiali o limitrofi qui in Europa, si ritrova magari con l'esperienza del movimento studentesco tedesco, Rudy Dutschke soprattutto ecc., che poi si riverbererà anche all'interno del movimento antinucleare tedesco, ma non in quello francese ad esempio, che è dominato invece soprattutto dalla componente tradizionale filosovietica e da quella trotzkista. La variabile, la stranezza italiana è appunto che c'è spazio per tutti, forse per troppi; tutto questo surroga la possibilità della democrazia qui in Italia, poi in definitiva deve essere questo, la capacità di poter respingere il diktat o le trame che si svolgono tra la CIA, i servizi segreti e il partito dominante è stato sopportato grandemente dalle spalle dei gruppi della sinistra rivoluzionaria, in cui eravamo in parte un riferimento anche noi. L'impresa di via dei Volsci a ritroso in effetti si sbaglierebbe a non definirla titanica perché come si può pensare che un centinaio di lavoratori innanzitutto, con una ventina di piccoli quadri complessivi, si mettano in testa di poter affrontare uno scibile così grande, la rottura anche dei capitoli di una base teorica da una parte e storica dall'altra, che ha delle esperienza enormi sul campo nazionale e internazionale? Quindi, è proprio la desunzione di una possibilità da ripetere in ogni occasione, se tu vuoi creare le condizioni per rivoluzionare il sistema questa è una delle esperienze da poter fare, poco importa se si è in 100, in 10 o in 50, il problema è di avere e mantenere un sano radicamento in mezzo alla classe, di fare al massimo un passo o due in avanti e non farne di più per non fare ruzzoloni, di non creare separatezze d avanguardismo tra quanto uno si promette di fare e l'impossibilità di farlo, il che crea chiaramente anche le forme terroristiche, quindi c'era il rifiuto del terrorismo in quanto tale. Dunque, questo ci permise di costruire un magma, un tessuto, un riconoscimento attorno a noi, e immediatamente, senza cristallizzarsi mai (perché questo è stato il principio), di andare a cercare i nostri simili. E ciò lo si è trovato immediatamente nel confronto, avendo ben perpetuato il concetto, il sostegno (questo all'inizio probabilmente molto gramsciano) che l'epicentro di una forza politica è relativa soprattutto, in termini marxiani, alla centralità operaia: e quindi, dove se non a Milano, a Torino ecc.? Dunque, partiamo, andando a trovare quelli che non conoscevamo, l'assemblea autonoma di Mirafiori, che poi troveremo e diventiamo fratelli e amici con Alfonso Natella, che sfiora l'assemblea autonoma ma ci permette di contattare e di fare esperienze per tutti quei primi anni, dal '69, '70, '71, con gli operai di Rivalta e di Mirafiori, dormendo nelle loro case, facendo intervento ai cancelli insieme a loro.

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