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INTERVISTA A VINCENZO MILIUCCI - 11 LUGLIO 2000


Secondo te, quanto le analisi dei limiti e delle ricchezze che si sono espressi nei movimenti, nei percorsi e nelle proposte politiche degli anni '60 e '70 possono essere attualizzabili nella realtà odierna e quindi la loro lettura può essere utile?


La loro lettura è senz'altro necessaria al pari di tante altre letture: io spero che ancora ci sia nei giovani la voglia di studiare oltre che leggere i classici, l'opera di Marx come buona parte dell'opera di Lenin come anche gli autori moderni. Il coacervo di indagini che ognuno può approfondire sia in sede universitaria, sia in sede collettiva, sia come autodidatta, intanto permettono di sostenere il punto di vista di quell'annuncio, di quello svisceramento della società, ma io parlo soprattutto dell'annuncio. In quegli anni è stata visionata e sviscerata anche attraverso l'inchiesta, soprattutto attraverso strumenti classici di indagine oltre che dall'esperienza. Questi sicuramente offrono la possibilità di comprendere ancora meglio quello che è stato lo sviluppo di questa società, compresi chiaramente tutte le cose che poi sono andate sotto il segno dello scandalo, si pensi a Tangentopoli, cioè quello che è poi il circuito stesso della società: l'affarismo non è un segmento straordinario, è connotato direttamente nella stessa società. Il ridurre e mantenere in miseria pezzi notevoli di società, quello che oggi trovano con scandalo i giornali sostenendo che ci sono sei milioni di poveri (ogni tanto l'Istat ci dà questo annuncio), non è una maledizione, un postulato impossibile da eliminare, è un atto voluto, deliberato; allo stesso modo è deliberato lo sfruttamento ambientale, lo sfruttamento dell'immigrazione. Quindi, è sicuramente illuminante da questo punto di vista e al limite anche sotto una specie di regia cinematografica quello che si è potuto individuare nei passaggi che sarebbero potuti avvenire e che sono del resto avvenuti. Sicuramente si può scorgere nella lettura dei documenti del 1977 la capacità di indicare che non si erano aperti i giochi rivoluzionari, per cui non c'era la possibilità anche accedibile alla spallata e quindi ad ulteriore confronto di lotta armata che procedesse poi alla vittoria o alla sconfitta: piuttosto c'era la comprensione che tutti quei passaggi che la produzione capitalistica e la strumentazione ad essa adeguata si erano dati sono stati poi pienamente realizzati e oltrepassati attraverso quest'epoca, ma lì già erano dati. Quel movimento ebbe quasi un sussulto, la capacità veniva da un'onda lunga, probabilmente ebbe solo la capacità di ritardare questa possibilità, di saperla dimostrare, illuminare, far comprendere, aver ritardato solamente questo ciclo non essendo stato in grado di saper quanto meno contrastarlo in maniera efficace né dal punto di vista di chi ha voluto anticipare i tempi (se mai si può definire tale la lotta armata), sia di coloro i quali non avevano ancora ben compiuto il percorso di posizionamento anche della capacità di una strumentazione politica che fosse in grado di contrarre al dominio capitalistico e alle sue evoluzioni il passaggio che si sarebbe determinato.
Nel periodo posteriore al boom economico, quando si capiva chiaramente che tipo di facilità il capitalismo italiano rappresentava in Europa e nel mondo occidentale, c'erano questi strumenti di indagine, per cui la società italiana era ancora possibilitata ad essere bucata da percorsi antidemocratici, quindi era una società incompiuta: del resto, quale compiutezza può avere una repubblica così giovane, all'epoca nemmeno di trent'anni, che veniva dalla Seconda Guerra mondiale, dallo sfacelo del fascismo ecc., quindi non una repubblica qualsiasi? Si pensi al confronto agli atti costituivi della Francia, dell'Inghilterra, della loro statualità. Era l'indicazione dell'attenzione che oggi sicuramente è irriproducibile dal punto di vista del possibile tentativo di golpe della Nato, della Cia ecc.: perché oggi è impossibile? Perché oggi più di ieri il dominio dell'economia globale è deciso da alcuni fondamenti e strumenti internazionali, che sono la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l'Ocse, più o meno tutti anche se col Wto ci sono ancora alcuni punti da regolare. Per cui dal momento che finanche Bertinotti (tanto per dire l'estremista della compagine parlamentare) ha fatto a gara per far rapinare gli italiani di oltre 120.000 miliardi per entrare nell'Europa di Maastricht, è ovvio che si è entrati dai parametri decisi da un golpe internazionale, quindi un golpe locale non avrebbe più occasione. Del resto, per quanto riguarda la nascita di Maastricht si ha voglia a dire, chiunque voglia fare il retrò, che potrebbe portare ad una ripresa di conflitto statuale tra alcuni stati dell'Europa, sarebbe impossibile, perché uno dei presupposti dell'Europa economica e militare è quello di spostare il contrasto alla periferia della propria dimensione piuttosto che all'interno.

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