>Home >Interviste
>Home page
>Interviste
>Riviste
>Bibliografia
>Il dibattito oggi
>Ricerca sul femminismo

> Università e formazione oggi
(pag. 1)

> Una generazione particolare entrata nell'università
(pag. 4)

> Università, formazione di sapere e di soggettività
(pag. 6)

> Gli storici di riferimento
(pag. 7)

> Gaspare De Caro
(pag. 8)

> Edward P. Thompson
(pag. 10)

> Eric J. Hobsbawm
(pag. 11)

> Gisela Bock
(pag. 12)

> Victor Serge
(pag. 14)

> Una domanda a chi?
(pag. 15)
INTERVISTA A MARIA GRAZIA MERIGGI - 14 OTTOBRE 2000


C'è una cosa che certamente gli ha giovato tanto nella fama, sia Thompson che Hobsbawm si sono occupati del problema del metodismo e del ruolo di questa confessione non conformista, che ha avuto sviluppi diversi. La Thatcher si è sempre vantata di essere metodista; eppure la seconda generazione del metodismo (che ha esordito negli anni '40 del '700) ha seguito gli operai in città. Per le parrocchie anglicane valeva esattamente quello che capitava per i vescovati cattolici; le sedi vescovili erano località importanti, magari 300 anni fa, che adesso sono diventate cittadine piccolissime. Così le parrocchie anglicane erano distribuite sul territorio secondo la geografia dell'Inghilterra rurale. Gli operai in grandi città non trovavano nessuna forma di controllo e/o conforto religioso. I metodisti tenevano queste riunioni dove si dovevano confessare ad alta voce i propri peccati, quindi si cominciava a parlare in pubblico, in maniera anche molto emotiva, e poi una delle prime forme di autorganizzazione per impedire la famosa imprevidenza operaia era l'autofinanziamento con raccolta di fondi di questi piccoli nuclei di preghiera: ciò per molti è stato un addestramento all'autogestione di fondi che è stato poi speso in lotte sindacali. Allora, Hobsbawm ha studiato questa seconda fase del metodismo, vedendo che per esempio l'esperienza metodista in certe zone del Galles è stata poi trasferita nella resistenza dello sciopero minerario che per sua stessa natura - sono scioperi lunghi e coinvolgono intere comunità - richiede una capacità di autofinanziamento e di amministrazione di questi fondi molto elevata, perché se no la gente letteralmente muore di fame. Questo non vuole dire che il metodismo non sia stato uno degli elementi che hanno stroncato il giacobinismo inglese, però ha avuto poi un uso certo non previsto da nessun pastore. E poi anche lì, c'è pastore e pastore: un pastore di un paese dove ci sono solo minatori in sciopero se non vuole avere la chiesa vuota deve adeguarsi. Dunque, Hobsbawm è andato molto a fondo, poi in una situazione come quella inglese che non avendo nuclei ideologici così aggregati è anche molto diversa da zona a zona. Io lo trovo un grandissimo storico, mi ha insegnato molte cose leggendolo.


Cosa ci dici di Gisela Bock?

E' una brava studiosa che ha fatto luce su problemi importantissimi. La conoscenza vera e capillare, come quella che noi più o meno abbiamo del movimento operaio italiano, di quello che è accaduto in Germania dalla rivoluzione del '18 allo smantellamento con il terrore degli nuclei anche numerosi operai nelle fabbriche, nel territorio e nelle città, non dico che non è stata fatta ma non è nemmeno cominciata. Questo anche perché un andirivieni continuo, cicli economici così ravvicinati e così rovinosi, insieme alla situazione gravissima data dalla dimensione militare dai tempi di guerra, avrebbe richiesto appunto lo studio approfondito di una generazione di storici universitari .Per le ragioni che ho detto prima: sono ricerche lunghissime che si possono affrontare solo in équipe e a tempo pieno. Diciamo che se Tim Mason ha provato a fare questo, ci sarebbero voluti dieci Tim Mason. Le ipotesi tutte e solo affidate al protagonismo conflittuale dei giovani, della generazione giovanissima praticamente mai entrata in fabbrica degli ultimi anni '20 e degli anni '30, a cui Sergio Bologna affida la sola bandiera di avere resistito ai nazisti, io non le condivido, poi io aspetto solo che lui o qualcun altro me le dimostri. Però, bisogna anche dire che agli storici universitari che avevano il tempo non gliene poteva importare di meno e una generazione alternativa non ha trovato i finanziamenti, il tempo. La storiografia accademica tedesca è stata segnata anche più della nostra dalla Guerra fredda, dal confronto-scontro con la DDR. Comunque la storia delle resistenze operaie al nazismo resta in larga misura ancora da scrivere. Tra l'altro, si pensi al '34, dopo la notte dei lunghi coltelli, quando ci fu il plebiscito che Hitler voleva, quindi in una situazione di terrore con gli accoltellamenti per la strada. Io non sono certo defeliciana, per carità, ma il livello di violenza che il nazismo ha scatenato sul piano di tutta la Germania è stato esercitato forse solo nella Valle Padana e in alcune zone industriali, a Torino ad esempio c'è il famoso episodio dell'operaio anarchico ucciso e trascinato sulla strada, qui a Milano, anche qui vicino, in via Rosmini e in via Canonica, ci sono delle targhe che ricordano gli accoltellamenti di militanti della sinistra. Però, indubbiamente il terrore di massa, il massacro di tutto un quadro dirigente medio e di base è avvenuto capillarmente solo nella Valle Padana; ma il nazismo lo ha speso tutto insieme e su tutto il territorio.

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15

Per informazioni scrivere a:
conricerca@hotmail.com

.