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INTERVISTA A MARIA GRAZIA MERIGGI - 14 OTTOBRE 2000


Però, in realtà, almeno a partire dall'esperienza inglese, lui ha incontrato in Inghilterra i cartisti (non il cartismo), ha incontrato questa esperienza di organizzazione capillare dei lavoratori manuali intorno a un programma politico; ha dunque pensato che anche l'idea di unità nazionale poteva meglio trovare braccia più solide, schiette, nobili e leali in questo. Il risultato è che Mazzini ha avuto una pratica di promozione capillare di organizzazione dei lavoratori manuali molto superiore a quella dei socialisti. Quindi, in fondo è più interessante studiare per esempio la rivolta dei barabba (che hanno fatto un'insurrezione nel 1853 a Milano e che hanno chiamato dei barabba proprio perché non c'era né un nobile né un borghese) che altri momenti apparentemente più anticipatori del socialismo. O meglio, sono interessanti entrambe però sono due cose diverse, cioè il pensiero sociale di Pisacane non ha mosso nessuno, certamente poi è utilizzato, viene ripreso, viene riciclato; ma invece è interessante chi ha messo le mani davvero dentro alle realtà. Ora, Stefano Merli non ha voluto fare la storia del pensiero socialista ma la storia di pratiche operaie di resistenza al disciplinamento del lavoro in fabbrica. Anche Thompson ha fatto una storia delle subculture politiche operaie. Ma anche Hobsbawm lo ha fatto, e lo ha fatto in una fase molto più avanzata, cioè ha preso proprio gli operai della rivoluzione industriale. Merli si distingue per il rigore nella ricostruzione delle pratiche quotidiane, degli aspetti economici del farsi della classe operaia.


Hobsbawm non è molto considerato da un certo tipo di pensiero dell'operaismo italiano degli anni '60 e '70; Alquati invece sottolinea che è importante, mentre mi sembra che Negri tante volte gli si sia contrapposto.

Diciamo la verità, Negri di storia non ne capisce molto, come spesso sconcertanti sono i suoi giudizi politici immediati! Lui è geniale quando mette a confronto delle idee con delle emersioni di soggettività, poi quando la soggettività non è più esplosiva non gliene importa più molto. Invece, il bello e il brutto, ma comunque quello che cambia le cose incomincia a quel punto. Quindi, sinceramente le sue scelte di storia mi sembrano poco rilevanti, mentre Alquati è uno che nell'andirivieni dell'alto e del basso è sempre stato a casa sua. Per esempio, ci sono degli studi di Hobsbawm sul sindacalismo degli anni '80 dell'Ottocento, sul nuovo unionismo, il sindacalismo dei non qualificati, che sono fondamentali, gli "Studi di storia del movimento operaio", che ha un bellissimo titolo in inglese, "Labouring men", sugli elettrici, sui manovali dei porti. Sono dei lavori molto interessanti, dove lui studia per esempio una cosa: la classe operaia inglese era una classe operaia profondamente divisa dalle emigrazioni, ma non era un'emigrazione transcontinentale come quella americana, il capitalismo inglese prima di contaminarsi con i popoli coloniali ha rastrellato i paesi poveri del Regno Unito, quindi la Scozia e l'Irlanda. Questo ha costituito certamente un problema messo in luce benissimo anche dal bellissimo lavoro di Engels su "La condizione della classe operaia in Inghilterra", ossia le divisioni subculturali che hanno costituito per anni degli elementi di reciproco pregiudizio: gli irlandesi erano ubriaconi, imprevidenti, ignoranti, potevano fare anche i crumiri perché non sapevano neanche cosa voleva dire rivendicare i loro diritti e facevano quello che diceva il prete, questa era l'immagine dell'irlandese. Immagine qualche volta magari anche vera, però le reti di solidarietà di quartiere e di famiglia erano delle reti a cui generalmente l'operaio irlandese non si sottraeva, e se entrava in un sindacato, soprattutto se il prete era d¹accordo, non dico proprio gli dicesse di farlo ma comunque lo approvava, diventava uno che si faceva ammazzare. E questo è avvenuto quando irlandesi, che erano la maggior parte degli operai non qualificati, sono entrati nei sindacati del nuovo unionismo: gli operai inglesi hanno verificato che queste reti comunitarie che erano ritenute dalla subcultura protestante delle cose da mafiosi, arretrate, potevano essere spese nel conflitto come risorsa anziché come blocchi. I lavori di Hobsbawm sono percorsi da questi problemi, da queste scoperte.

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