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INTERVISTA A ROMANO MÀDERA - 2 DICEMBRE 2000
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Qual è stato il tuo percorso di formazione politica e culturale e quali sono state eventuali persone e figure di riferimento nell'ambito di tale percorso?

Prima cosa è al liceo, la formazione nasce lì, con il mio professore di filosofia, un tale che era un cattolico marxista, questa è abbastanza una cosa strampalata ma che a riguardarla adesso direi decisiva, perché tutto sommato credo che queste due modalità, da un lato l'aspetto simbolico e dall'altra quello di cercare di fare un'analisi della realtà effettuale, siano state poi l'ispirazione per sempre. Questa persona si chiama Cesare Revelli, adesso credo che sia in Rifondazione, allora era nel PSIUP. Direi che lì è cominciata la mia formazione, siamo nel 1965 e io ero di formazione cattolica, con pezzi un po' più autonomi da ragazzino, però ero in Gioventù Studentesca, cioè l'attuale CL, don Giussani. In sostanza questo è proprio l'impianto. Tra l'altro Revelli, dal punto di vista dei cattolici, era stato allievo di Bontadini e per certe altre cose ha ripreso il personalismo cattolico di Maritaine e Mounier; dall'altra parte era uno che aveva studiato soprattutto per un verso la questione meridionale in Italia da un punto di vista storico, e per altri versi era un marxista de "Il capitale", cioè non uno che si limitava a fare i "Manoscritti economico-filosofici", ma che sapeva trasmettere, poi aveva una grande capacità didattica. Questo è il primo punto.
Il secondo punto poi è invece, quando arrivo all'università, il passaggio attraverso la mediazione di Lavoro Politico, non vi sono mai entrato ma lo leggevo. Un altro incontro importante è stato quello con Valerio Crugnola, adesso non so lui come se la ricorda ma io mi ricordo che lui era maoista, era critico del PSIUP, mentre invece io non ero iscritto però seguivo: allora c'era questa idea che ci fosse una versione pura o veramente rivoluzionaria, l'idea era il maoismo. Quindi, entrai in contatto con gli m-l, i marxisti-leninisti, attraverso però la mediazione fondamentalmente intellettuale di Lavoro Politico. In esso c'era Peruzzi, c'era Curcio, c'era Verio, un altro che adesso non mi ricordo, erano insomma quattro o cinque, poi un gruppo che faceva riferimento a loro e che è poi entrato nel PCd'I; io vi ero già entrato però, per vie che mi sembrava di orecchiare, infatti fu poi così che la posizione poteva confluire in quella, ma ancora oggi penso che Lavoro Politico fosse l'unica un po' decorosa versione del marxismo-leninismo italiano, il resto era abbastanza penosa ripetizione. Dal punto di vista pratico devo dire che la cosa interessante lì è stata l'esperienza alla Ignis, ancora mentre eravamo m-l, quello è stato il primo impatto grosso perché prima c'erano piccole fabbriche o cose del genere, poi perché a Varese (da dove vengo) era la cosa più grossa. C'è poi tutta l'esperienza milanese del movimento studentesco, un po' prima, alla fine del '67. Quindi, stiamo parlando grosso modo del periodo tra fine del '67, '68 e '69. La cosa più interessante dal punto di vista operaio è decisamente la Ignis, che era un posto dove il sindacato aveva fatto molta fatica a impiantarsi perché venivano operai un po' dal meridione, un po' dal Veneto, un po' dalla zona stessa e quindi era gente di prima industrializzazione però fuori dalle grosse città, dunque non incontravano una tradizione sindacale, anzi c'era la tradizione del sindacato padronale. Questa recente sindacalizzazione secondo me ha anche per certi versi favorito la penetrazione di queste posizioni più estreme. Lì c'era un gruppetto di Potere Operaio che cercava di lavorarci, però erano in pochi; c'eravamo noi e poi alcuni di loro passano con noi, quindi lì si sviluppa un comitato di lotta che poi passerà nelle varie fasi dell'esperienza varesina. Alla Statale invece c'era un comitato di lotta inizialmente abbastanza interessante devo dire, perché c'erano gli m-l ma c'erano anche, per dire, i situazionisti e Gatto Selvaggio, queste cose che a riguardarle dopo sembrano buffe, perché erano posizioni apparentemente molto diverse: ma questa era la fase iniziale, probabilmente anche la più vivace del movimento. Direi che di questa fase qua quello che mi ricordo di significativo è questo.

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