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LE RIVISTE E I GIORNALI DI MOVIMENTO

La Classe
La Classe, "giornale delle lotte operaie e studentesche", durò appena tre mesi, con i suoi 13 numeri usciti tra il maggio e l'agosto del 1969. Ha tuttavia avuto una grossa importanza, collocandosi in una fase politicamente cruciale. Come sostiene Piperno, "il vero merito de La Classe è stato di essere il megafono di quello che avveniva alla Fiat". Baricentrale era infatti Torino, con "il valore emblematico di un grande movimento nella città e dentro-fuori la fabbrica, quando questa ha ancora un valore enorme di centralità di classe e di elaborazione di pensiero politico, e l'operaio, o anzi meglio gli operai sono il soggetto individuale e collettivo di una storia che si sta facendo" (Daghini). Sul capoluogo piemontese hanno quindi fatto rotta i gruppi operaisti veneto-emiliani, romani, milanesi, in appoggio a quelli torinesi già esistenti. Il giornale ha avuto anche la capacità di dedicare una grossa attenzione a nodi importanti, come il ruolo dei tecnici. Nel convegno nazionale delle avanguardie operaie e studentesche, tenutosi nel luglio del '69, vennero a galla le profonde differenze tra il gruppo de La Classe e il Potere operaio pisano, che darà poi vita a Lotta Continua (sigla in realtà coniata da Dalmaviva e Rieser e usata proprio da La Classe). Dopo l'estate il giornale cessò dunque le sue pubblicazioni e confluì nella fondazione di Potere Operaio. Tra gli intervistati hanno fatto parte dell'esperienza Dalmaviva, Bologna, Negri, Piperno, Scalzone, Daghini, Gambino, Zagato, Magnaghi.

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