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INTERVISTA A VALERIO EVANGELISTI - 18 MARZO 2000


Parliamo della comunicazione e delle nuove tecnologie. Tu hai prima parlato delle forme di mistificazione rispetto alla rete come forma di radicale democratizzazione o addirittura di liberazione: come vedi il rapporto tra le nuove tecnologie e la composizione giovanile, la più soggetta rispetto alle illusorietà da esse portate? Dall'altra parte, demistificandoli, è possibile pensare ad un controuso dei mezzi capitalistici?

Partiamo dai mezzi. Ovviamente tutti questi mezzi hanno un doppio uso: Internet, per esempio, da un lato crea delle comunità, c'è poco da fare, mette in comunicazione delle persone. Questo è bello e utile, anche da un punto di vista di scambio di opinioni e di antagonismo: oggi tutti veramente possiamo fare dei giornali che non costano niente, non è mica poco rispetto ad una volta, possiamo anche farli leggere a gente che sta all'altro capo del mondo, abbiamo tutte queste possibilità da sfruttare e ancora da scoprire, perché ce ne sono delle altre. Però il mezzo si presta anche a cose opposte: queste comunità possono cioè essere fatte da una serie di personaggi isolati che la loro vita attiva la vivono solo lì, non si tratta di casi infrequenti. Quanto più Internet diventa non un mezzo di comunicazione come il telefono, ma una specie di televisore interattivo, che per di più ti coinvolge, tanto più questo non è un fattore di aggregazione, bensì di disgregazione. Per esempio, io comunico con i compagni di Milano, mi metto lì, sto davanti al mio computer, ci scambiamo i messaggi eccetera: io però sono lì per mio conto. Ma non è tanto questo il pericolo, è un altro ancora: la trasformazione di Internet in televisore interattivo è un progetto che è ormai ampiamente caldeggiato dal capitale. Io ci sono stato fin dall'inizio, era una cosa che avevamo appena strappato ai militari e agli accademici e funzionava molto tramite gli hackers, gli appassionati, con molto poco controllo. Oggi non è più così, è diventato un sistema per banche, la Repubblica ne fa la propaganda riempiendo le orecchie tutti i giorni con questo Internet, "comperate azioni via Internet". Cosa succede comperando azioni via Internet? Quando prima parlavamo del paese africano dove poi la gente muore, le società che investono sono legate, per esempio, al mercato azionario: queste spaventose oscillazioni delle borse non è che siano senza conseguenze, perché alle sue estremità ci sono delle società che spariscono, ma sparisce anche la fonte di lavoro per chi ci lavorava, sparisce una determinata fonte di approvvigionamento e di sviluppo di una determinata zona ecc. Il fatto è che viene caldeggiato un uso da un lato apparentemente selvaggio della rete, ma dall'altro inquadrato dentro a rigidi criteri capitalistici. Non vorrei fare dei discorsi semplicistici, però è evidente che se oggi ci si collega ad Internet si trova, già dall'inizio, un sacco di messaggi pubblicitari che ti bombardano, trovi una serie di inviti allettanti a fare delle cose che danno quattrini a qualcuno: tutta l'anima pura della rete sta sparendo di giorno in giorno. Attenzione che le campagne contro i pedofili e contro i nazi io le approvo totalmente, però possono preludere a ulteriori sparizioni di forze fastidiose dalla rete: quanto più essa diventa fattore di governo, tanto più diventa fattore della borghesia. A me è sospettosissimo il fatto che la Repubblica sia diventata una specie di banditore di Internet. Alla fine c'è poi il rischio che, se già il televisore ci rimbambisce, il televisore interattivo ci rimbambisca di più. Non è ancora detto, la rete è grandissima e ha tante possibilità, ormai quasi tutti i compagni dialogano con essa, ECN è forse stata la prima a muoversi con competenza su questo piano, quindi non è ancora del tutto così; ma le tendenze ci sono. Lì diventa poi difficilissimo capire chi siano i padroni di tutto questo o cosa ci stia dietro a ciò. Quando il capitale si fa immateriale, e lo diventa persino nell'immagine, allora davvero puoi illuderti che non ci sia, invece c'è: e visto che a me il capitale non piace, vorrei poterlo sempre vedere in faccia; mi sembra che stia sprofondando sotto un velo di sabbia molto leggero, che però serve a nasconderlo nelle sue espressioni più cruente. Per cui alla fine non vorrei che l'opposizione diventasse tutta simile a Greenpeace; e il capitale simile a che cosa? Tiscalinet? Cosa sono queste cose? Fabbriche che non fabbricano niente, aziende che hanno 200 operai visibili, ma quanti poi invisibili? Intanto non è che nessuno più lavori al mondo perché tutti stanno lì a "pistolare" Internet: in tutto il mondo si continua a morire di uno sfruttamento mille volte più bestiale, in quanto più sistematico anche se magari più soft. Ci sono tutti questi padroncini che volano in Romania ad aprire delle fabbriche che chiudono una settimana dopo, quelli che le aprono in Albania vivendo nel Far West locale proprio per alimentarlo e approfittarne, non per dissolverlo: tutta questa gente qua fa parte di un intero sistema di spostamenti globali e sempre più rapidi del capitale, e quanto più sono veloci tanto più sono dannosi per le popolazioni. Da qui anche una perdita secca di democrazia: alla fine sembra che con Internet tu abbia la democrazia.

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