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INTERVISTA A FERRUCCIO DENDENA - 8 MAGGIO 2000


"Non si sono capiti i governanti dei paesi emergenti rispetto a quelli dei paesi ricchi, non si sono capiti rispetto a quelli che erano fuori. Gli ecologisti fuori, tutti occidentali, dicevano di volere un progresso che difenda l'ambiente: ma quelli del Terzo Mondo di questa cosa qui se ne fregano, perché sostengono che quelli che hanno basato le loro fortune sullo sfruttamento del Terzo Mondo, che per secoli sono andati avanti a inquinare, a sfruttare, a distruggere, ora vogliono che ogni istanza produttiva rispetti l'ambiente, non sia inquinante, quindi che abbia anche dei costi elevati di realizzazione, e li si vuole imporre a tutto il mondo, anche a loro. Quindi, il Terzo Mondo contro gli ecologisti. L'Occidente dice che non vuole che i bambini lavorino, quale aberrazione, da secoli si è impedito lo sfruttamento dei bambini; ma il Terzo Mondo dice che se quei bambini non li fanno lavorare sono sulle strade, venduti (perché c'è la compravendita dei bambini o dei loro organi), esportati o venduti in loco per la prostituzione; quindi, se li mettiamo nelle fabbriche…", ma anche Amato è scandalizzato e dice "non chiamiamole neanche fabbriche, se li mettiamo in quei luoghi (dove li sfruttiamo), noi costituiamo per loro un'alternativa migliore di tutte le altre che avrebbero." Quindi i governanti dei paesi del Terzo Mondo sostengono: "Voi venite a dirci di non fare lavorare i bambini, che non venderete i prodotti se costruiti dai bambini? Ma mettetevi dentro le nostre condizioni". Dice Amato: "A Seattle in questa babele di incomprensione internazionale tra il sociale e il politico, tra il politico e il politico, quindi tra le rappresentanze e il sociale, la mia valutazione, da uomo politico dell'Occidente, è: non so che risposta dare."
Da un certo punto di vista Amato è onesto, ma questo "non so che risposta dare" non è che nasconda invece ancora una volta la contraddizione vera? Non è che il suo tentativo è stato quello di mistificare la contraddizione dicendo: "Comunque sia noi dell'Occidente, di destra o di sinistra, siamo un'altra cosa rispetto agli altri paesi, e l'incomprensione che c'è non è di destra o di sinistra, è l'incomprensione della materialità, oggettiva"? "Quindi, lasciamo che le cose vadano avanti in maniera contraddittoria, e non pretendiamo che il modello occidentale, soprattutto nelle sue regole etiche, sia universalmente accettato e imposto al mondo, perché il resto del mondo ci risponde con le sue contraddizioni. Il nostro è il lusso di chi si può oggi permettere pretese avanzate rispetto a chi è ancora sulla soglie dei bisogni primari, elementari, delle risposte a problemi di sopravvivenza." Come dire: "La nostra coscienza siete voi fino a un certo punto", dicendo "abbiamo capito che sono diversi"; non è che aggiunge anche alla valutazione il "Noi abbiamo costruito questa condizione nel mondo; noi siamo la causa non dei bambini che lavorano, ma dei bambini che se non lavorano sono venduti, prostituiti, sezionati, tutto il peggio che si vuole; comunque noi dell'Occidente siamo i colpevoli. E non possiamo dire che il nostro compito per lavarci la coscienza è di capire quella contraddizione dicendo a loro che non li condanniamo perché fanno lavorare i bambini, ma cerchiamo di capire perché noi abbiamo creato queste condizioni". E non mistificare quelle condizioni, dicendo che non è facile uscire dalla Babele, come sostiene Amato, perché questa cosa è il prodotto di uno sviluppo governato comunque a livello internazionale dall'Occidente; quindi, quelle condizioni sono il risultato di un modello che ha la sua variante secondomondista, terzomondista, quartomondista, comunque governata dall'Occidente. Cioè, "non siamo responsabili del fatto che i bambini lavorano nel Terzo Mondo, ma siamo responsabili del fatto che se non lavorano sono abbandonati al loro destino, comunque siamo responsabili": questa cosa qui Amato non l'ha mica detta.
Amato ha voluto fare capire ai giovani che oggi questi discorsi di destra-sinistra, manichei, di chi è dalla parte dei più deboli e chi è dalla parte dei più forti, non sono così facile da fare: "State attenti che è pieno di trabocchetti", gli ecologisti che vogliono certe cose, e gli altri che rispondono di andare al diavolo perché devono mangiare, e via dicendo. E' vero che è la polemica anche nostra con l'ecologismo occidentale che non affronta invece la contraddizione reale, che fa della difesa dell'ambiente un problema occidentale e non mondiale, di superamento di certe condizioni e contraddizioni a livello internazionale, cioè non ne fa un problema di classe. Ma Amato dice: "Seattle è l'esempio più alto che abbiamo avuto recentemente della Babele internazionale, in cui non c'è la possibilità di definire gli schieramenti, chi è progressista e chi è conservatore, chi vuole il bene dell'umanità e chi vuole difendere gli egoismi. Quell'esperienza è la dimostrazione vivente dell'impossibilità di discernere sui valori etici, sugli schieramenti politici, sulle scelte strategiche e via dicendo. Quindi, non so cosa bisognerebbe fare." E dice ai giovani: "Voi che, a differenza di noi vecchi, siete le nuove generazioni, forse, grazie al fatto che non avete paura di misurarvi sulle cose nuove, probabilmente troverete le risposte. Noi abbiamo le nostre risposte, che sono anche quelle della nostra sicurezza politica, teorica, costituzionale, della nostra storia."

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