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> Trasformazioni capitalistiche e forma-Stato
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(pag. 8)

> Possibile centralità di un soggetto di classe
(pag. 8)

> Soggettività di classe
(pag. 9)

INTERVISTA A FERRUCCIO DENDENA - 13 MARZO 2000
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Approfondiamo l'analisi, che già avevamo iniziato, delle trasformazioni e dei nuovi modelli di produzione e di accumulazione capitalistica, quindi delle nuove forme di dominio e asservimento del lavoro, le quali tra l'altro ti vedono direttamente coinvolto in quanto lavoratore cosiddetto autonomo. Esse contengono un ulteriore grado di mistificazione, anche sulla stessa categoria di autonomia. Un altro nodo riguarda la forma Stato, c'è chi parla di una sua crisi, chi addirittura di una sua fine. Tu, complessivamente, come vedi e analizzi, anche tendenzialmente, l'evolversi di tali forme e processi?

Si possono inizialmente dire delle cose a grandi linee, poi magari le si possono sviluppare anche con una discussione e con un confronto più ampi insieme agli altri compagni. C'è un problema di approfondimento. Non è mai stato vero, e non lo è soprattutto in questa fase matura del capitalismo, che i processi di ridefinizione delle funzioni e della natura dei soggetti collettivi, come anche quello capitalistico, siano sempre lineari, pianificati, dovuti a una sorta di intelligenza centrale: ci sono sempre stati e ci sono pure oggi degli antagonismi anche forti all'interno dello schieramento capitalistico e della sua rappresentanza politica. Non è neanche vero che quello del modello capitalistico sia uno sviluppo che a un certo punto è sfuggito da una subordinazione forte alle scelte soggettive. Sempre c'è di mezzo il conflitto, la variabile soggettiva; che lo si voglia o no ammettere, comunque i protagonisti sono i soggetti, nella loro dimensione multiforme, dalla grande multinazionale fino al singolo Stato fino a quella che adesso si chiama new economy, quindi ai nuovi soggetti imprenditoriali emergenti, passando per la grande finanza internazionale e quindi per chi controlla il capitale finanziario. Ma sempre, comunque, parliamo di soggetti, e anche di soggetti antagonisti non necessariamente sul piano politico, ma degli interessi materiali.
Da questo punto di vista io sono molto d'accordo con Foucault: c'è un conflitto che, dal micro al macro, attraversa interamente la società. Io non sono però d'accordo sul fatto che questo voglia poi dire, come sostengono alcuni, che si è persa di vista la formazione di grandi schieramenti soggettivi contrapposti, quindi di classi sociali ben definite. Sono invece d'accordo nel pensare che questa confusione dipenda da una lettura ancora abbastanza inadeguata delle motivazioni. E' vero anche, però, che un soggetto è tale nel momento in cui riesce, dentro al conflitto con gli altri, a fare emergere una sua identità. Che cos'è la classe operaia tradizionale dentro la fabbrica se non un oggetto, forza-lavoro, una forza produttiva, uno strumento di produzione e di valorizzazione del capitale? E' il processo di oggettivazione che è avvenuto nella formazione del proletariato industriale. Diventa soggetto nel momento in cui acquisisce consapevolezza della sua condizione oggettiva, dice che non gli sta bene e afferma una sua identità, una sua rivendicazione, un suo percorso di indipendenza. Quindi, essere soggetto è un problema di identità, di capacità di fare i conti con se stessi e con gli altri soggetti che sono in campo. Non so se si possa parlare in generale di intensità dell'essere soggetto, a seconda del livello di conflitto o comunque di affermazione della propria identità e dei propri interessi che si riesce a esprimere in una fase storica. Certo è che quello del ridimensionamento della categoria della soggettività è un rischio permanente: il tentativo furibondo del capitale è sempre stato quello di avere a che fare con processi di oggettivazione del proletariato e quindi di regolamentazione dall'alto, gerarchica e di comando dei ruoli delle forze produttive, riducendole a braccia. La cosa di cui già abbiamo parlato altre volte, cioè il fatto che il modello capitalistico abbia sempre più bisogno di avere tra le sue mani le intelligenze, la testa, è un processo di oggettivazione: si tratta di apparente valorizzazione del soggetto e della sua autonomia, ma in realtà è il livello più sofisticato di oggettivazione della modernità capitalistica. E' il fatto che tu partecipi dei processi di valorizzazione capitalistica pensando o persino essendo convinto di essere libero, e quindi addirittura di valorizzare te stesso.

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