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INTERVISTA A FERRUCCIO DENDENA - 8 FEBBRAIO 2000

Questa è la mia sensazione, ma ripeto che se fosse possibile da oggi, anche solamente in campo teorico, nella sinistra rivoluzionaria, poter pensare ad un superamento di questo ruolo separato dell'avanguardia, al di là di che natura esso debba nel presente avere, non saremmo certo angustiati. Io ero angustiato anche nei venti e passa anni di lavoro politico dal fatto che fosse necessario ragionare con una teoria dell'organizzazione che non era certo di liberazione, anti-gerarchica: una macchina da guerra funziona solamente se è organizzata gerarchicamente, non altrimenti. Nonostante sia sempre stato profondamente convinto che fosse pesante dover riconoscere l'inevitabilità del ruolo del soggetto politico, dell'avanguardia, continuo oggi a ritenere che la speranza di poter dire che questa necessità è superata sia lontanissima. Questo per tutti, salvo per chi mistificando, e ciò vuol dire agendo da soggetto politico e negandone la necessità, oggi liquida il problema dell'antagonismo dicendo che è ormai giunto il tempo di giocare all'interno delle contraddizioni del capitale e di vincere sul suo terreno, quindi dentro alle sue debolezze: questa è la mistificazione di chi comunque agisce da soggetto politico. E' una cosa abbastanza complicata, se non sappiamo farci i conti andiamo verso o al diventare figure grottesche e pittoresche, da circo della politica, oppure ad un rapporto autistico con le masse, di incapacità di comunicare: e questo sarebbe davvero il massimo per chi continua a credere nel ruolo del soggetto politico. Però, detto questo, insisto nel sostenere che la distanza tra il ruolo del soggetto di massa del proletariato e il ruolo delle sue avanguardie è stata in potenza notevolmente ridotta dalla maturità dello sviluppo capitalistico; nel dispiegamento reale questa distanza è ancora abissale. Pur essendo spaventosamente ravvicinata rispetto solo a vent'anni fa, questa distanza è ancora abissale anche per l'apparenza che ha il ruolo dell'avanguardia, che è ancora insostituibile. Se questo nuovo ruolo non sarà in qualche modo definito e giocato andremo incontro a delle bruttissime figure: ciò vale per noi e, se vogliamo, per tutti quelli che anche sul terreno istituzionale o neo-istituzionale si pongono oggi l'ambizione di giocare il ruolo della rappresentanza, su cui nessuno sta vincendo, neanche battaglie singole ma significative.

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