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INTERVISTA A FERRUCCIO DENDENA
(CON ALCUNI INTERVENTI DI PAOLO SCHIAVONE) - 24 GENNAIO 2000

E' senz'altro una cosa complessa e difficile, anche perché non siamo più giovani studenti che hanno tanto tempo libero, oppure gente con un lavoro fisso: ad esempio quando io facevo l'insegnante, tolto il mio orario all'interno della scuola, avevo dodici ore al giorno di tempo per fare politica, oggi è esattamente il contrario. Ma, ripeto, nonostante tutto la possibilità della determinazione soggettiva di costruirsi e conquistarsi i propri spazi c'è ed è intatta: questo devo dirlo, perché in caso contrario dovrei affermare che il potere ha vinto su di noi in maniera irreversibile, ed invece non è assolutamente così, non ha vinto un bel niente e ci fa anzi soffrire ancora di più. Quindi questa possibilità c'è: diciamo che è un desiderio soggettivo non solo mio, ma anche di altri compagni, sperando che nel frattempo il lavoro autonomo e l'autoimprenditorialità non ci chiuda completamente le coronarie! Gli sforzi, tutti soggettivi, che stanno facendo alcuni compagni di discutere del passato, ma soprattutto dell'oggi, di costruire anche degli strumenti che possano diffondere questo tipo di riflessione e confronto ricomposto, quindi di fare riviste, libri e via dicendo, è comunque fondamentale: significa seminare fertilizzanti, provocazioni positive e diffondere inviti a riprendere un ruolo. Mi dispiace di non essere tra quelli che fanno queste cose e tante volte la mia contraddizione fondamentale non è quella di pensare a come posso rendere compatibile il mio lavoro di oggi con la politica, ma proprio quella di riuscire ad imporre una supremazia della politica su una materialità ed una quotidianità che è organizzata da altri. Si tratta di una scelta molto pesante ed impegnativa: tanto è vero che una delle proposte che io ho sempre sognato di poter attuare è quella di cedere la mia attività a chi la vuole in cambio di un reddito mensile di rendita, la vecchia rendita parassitaria! Oppure, cosa ancora più sottile e subdola, il proporre ad un elenco molto selezionato di amici e compagni più garantiti un'autotassazione non per pagare l'affitto della sede ma il mio reddito minimo, ed in questo modo io libererei tutto il mio tempo!
Detto tutto questo, la mia conclusione onesta è che niente può oggi impedire alla volontà soggettiva dei vecchi compagni come me di rimettersi in gioco, se non, unica cosa legittima, la condizione esistenziale, cioè il desiderio di dare retta alla stanchezza. E' vero che noi, quelli della mia generazione che hanno fatto politica come l'ho fatta io, vivevamo la giornata lavorativa politica: oggi si ritrovano a 40-45-50 anni con una stanchezza storica pesante. Io lo so perché l'ho provata anch'io ed in parte la provo ancora oggi, ed è l'unica vera legittimazione al distacco, alla separazione dal terreno della politica, è l'unica che umanamente posso accettare. Ma non ne posso accettare nessun'altra, di fronte al fatto che ti alzi la mattina e ancora dici: "Fammi vedere cosa dice il giornale, vediamo cosa sta succedendo": di fronte alla soglia minima di attenzione politica, se questa sopravvive e continua ad esserci, niente legittima una giustificazione all'assenza. Quindi io mi metto in questa categoria. Non posso dire ancora oggi di sentire la stanchezza che potrebbe legittimamente essere dichiarata da me, e dunque il desiderio di essere considerato in prepensionamento dal movimento e dai compagni: non essendoci questa condizione esistenziale nessun'altra giustificazione può motivare in maniera forte l'assenza dalla politica, se non il fatto che non lo fai ma potresti e dovresti farlo, vivendo la contraddizione in maniera pesante. Ma non c'è giustificazione.
Abbiamo parlato male del lavoro autonomo, dell'autoimprenditorialità, della repressione e via dicendo, ma tutta questa sequenza di cose non basta a dire che un compagno ed un militante politico che ancora dice di non aver scoperto lo stato democratico o di aver accettato che la democrazia borghese sia la soluzione più avanzata che l'umanità oggi ha raggiunto, abbia un buon motivo, se non la sua stanchezza umana, per togliersi fuori. Tanto è vero che io spero di essere aiutato anche da quello che accade fuori dalla mia vita, quindi lontano da me e dal mio contributo soggettivo, a rimettere in gioco la mia soggettività: io mi auguro di trovare aiuto e di essere tirato per i capelli di nuovo dentro all'azione politica.

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