>Home >Interviste
>Home page
>Interviste
>Riviste
>Bibliografia
>Il dibattito oggi
>Ricerca sul femminismo

> Formazione politica e culturale e percorsi successivi
(pag. 1)

> Gruppo Gramsci e attività sindacale
(pag. 4)

> Limiti e ricchezze
(pag. 9)
INTERVISTA A VALERIO CRUGNOLA - 5 FEBBRAIO 2000
Scarica
l'intervista
in doc


Scarica
l'intervista
in rtf


PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO:
percorso di formazione politica e successivi passaggi
percorso e collocazione negli anni '70 ed eventuale
appartenenza ad ambiti politici organizzati
eventuali lavori teorici fatti (libri, riviste, documenti...)
il percorso successivo
il percorso attuale

Nasco da una famiglia antifascista, politicizzata a sinistra anche se non comunista: i miei genitori erano vicini al Partito Socialista. Mio padre è stato in carcere sotto il fascismo, credo che sia stato il primo processo politico che ci fosse stato a Varese, nel '42, ancora prima della Resistenza e della caduta del regime. Quindi ho una formazione anche laica dal punto di vista filosofico-culturale. I miei due fratelli, più grandi di me di 12 e di 10 anni, e mia cognata (la moglie di mio fratello), quando ero giovane militavano nello PSIUP, una formazione che, almeno per alcuni aspetti, si collocava alla sinistra del PCI. Quindi ero già politicizzato prima del '68: avevo qualche esperienza di militanza giovanile nel campo della scuola. In qualche modo ero già formato o comunque politicamente interessato ed orientato. Ho fatto il '68 milanese, anche con Carlo Formenti ed in particolare con Romano Màdera. Poi, sempre con Romano, a Varese e a Milano abbiamo dato vita al Gruppo Gramsci. Successivamente, nel giugno del '70, sono passato a Il Manifesto. Diciamo che sono stato politicamente attivo principalmente a Varese, ma anche a Milano, fino alla fine del '69. All'inizio del '70 mi sono rotto una gamba e nel marzo dello stesso anno è morto mio padre. Questa cosa ha cambiato radicalmente la mia vita: io ho dovuto iniziare a lavorare, mia madre ha avuto una serie di grossi problemi personali ad accettare la morte di mio padre ed anche un certo sentimento di difficoltà rispetto al fatto che io fossi l'ultimo figlio di genitori relativamente anziani, con gli altri due figli maggiori decisamente fuori casa. Quindi sono stato in qualche maniera risucchiato sia a Varese, come luogo biografico, sia nel cercarmi un lavoro: poi ho fatto l'insegnante per molti anni e lo faccio tuttora, anche se svolgo anche qualche altra attività. Dunque questo evento in qualche misura ha condizionato le mie scelte. Il mio orientamento originario, prima della politica intesa in senso forte, era la psicoanalisi, ed era la ragione per cui mi ero iscritto a filosofia. Mi interessava questo settore: siccome però non sopportavo la dimensione medica (il corpo, il sangue, i cadaveri e via dicendo), l'aspetto della psichiatria non potevo affrontarlo e quindi mi sono orientato a filosofia con questo intento. Poi di fatto il '68 ha imposto una centralizzazione degli interessi nella dimensione della teoria politica o comunque di riflessione di militanza praticamente a tempo pieno in quegli anni: la stessa cosa era per Màdera e, per quello che ricordo, anche per Formenti. Si viveva tutti con otto ore da dedicare a studi molto intensi, altre otto da dedicare alla politica in maniera altrettanto intensa e quel poco che restava per lavarsi, mangiare, dormire o magari uscire con una ragazza piuttosto che andare in giro con gli amici o vedere un film. Quindi si trattava di una vita decisamente dispendiosa che mi ha concentrato in maniera monopolistica fino al '72, anno in cui sono riuscito a laurearmi: ho fatto una tesi su Gramsci (ho avuto anche una borsa di studio all'Istituto Gramsci) con una particolare attenzione rispetto alle problematiche consigliari. Questo era un tema che in qualche misura mi aveva sempre interessato e che mi interessa ancora: anche se, devo dire la verità, la mia riflessione su questi argomenti, anche quelli del vostro documento, si è interrotta molti anni fa. Quindi fin dal principio manifesto la mia grossa difficoltà a interagire, temo di avere pochi contributi da darvi in senso positivo, posso dare dei contributi in senso critico, sempre partendo da una dimensione di amicalità o comunque di non ostilità rispetto a questo genere di ricerca, anche se mi pongo come distante.

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13

Per informazioni scrivere a:
conricerca@hotmail.com

.