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> Una particolare esperienza di gruppo
(pag. 1)

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(pag. 8)

> Leader e masse
(pag. 9)

> Caratteristiche del gruppo e sincretismo antagonista
(pag. 12)
INTERVISTA A VALERIO CRUGNOLA - 26 APRILE 2000

Non pensi però che le gerarchie non possano essere messe in discussione semplicemente attraverso il concetto dell'orizzontalità, senza tenere conto che esistono un insieme di condizioni oggettive e soggettive per cui leader e masse sono tali?

Mentre allora c'era questo terremoto permanente, oggi non c'è più questo impulso di massa, una ribellione prolungata e radicale di messa in gioco di rapporti. Quindi, oggi il rapporto vertice-gregario è molto più comune, perché la società chiede di essere gregario; negli anni '60 e '70, o comunque tra chi ha partecipato a quelle esperienze tra il '65 e l'80-'85, questo impulso gregario era molto difficile da chiedere, in ogni caso era partecipativo. Per esempio, se io penso a come sono nate le componenti terroristiche della zona di Varese, erano tutte persone che non avevano trovato un ruolo, ad esempio nel Gruppo Gramsci (poi io dopo sono andato al Manifesto, ma conosco la storia). Erano tutte figure alle quali era richiesto di essere gregarie, magari di un alto livello, addirittura avevamo messo in piedi delle cose, che oggi sono terribili, chiamate scuole di comunismo, per formare queste persone e farle diventare in qualche modo dei quadri politici. Però, erano tutte persone che, in verità, in questo ruolo gregario non volevano stare, giustamente, e tuttavia non erano in grado di assumersi un altro spazio. Siccome avevano in qualche modo imparato ad essere l'ala militante non nel senso del far politica, ma nello scontro, cioè l'ala militare, l'unico spazio di autonomia, in senso stretto e letterale del termine, che era loro dato, era quello di autostrutturarsi con un gruppo proprio, nel quale avevano delle capacità militari, di forza, coraggio, esuberanza fisica, determinazione e anche freddezza. Io potevo fare freddamente un comizio, ma se mi si diceva di andare a urlare qualcosa sotto il naso di un fascista, mi spaventavo e stavo a casa, perché non avevo assolutamente la struttura psichica per reggere l'impatto con una cosa del genere; invece, se mi si chiedeva di scrivere un documento in tre giorni, mi chiudevo in casa e avevo la struttura psichica per restare alla macchina da scrivere 36 ore senza mangiare, bere e dormire: ognuno dava secondo le sue capacità e possibilità. Queste persone hanno fatto questa esperienza secondo me proprio perché rifiutavano una posizione gregaria; oggi molto probabilmente non accadrebbe nulla di simile, accetterebbero sicuramente una posizione gregaria.
Però, una sinistra, o comunque una sinistra rifondata, di là da venire, che volesse cambiare veramente a fondo i parametri del mondo capitalistico, non può accettare il principio elitario con una strutturazione di un potere. Io non sono del parere di contestare il principio delle élite, perché ci sono sempre quelli che sono più o meno capaci, o che possono svolgere meglio una certa funzione, sarebbe sbagliato rinunciare a questo, la sinistra deve poter valorizzare le capacità di ciascuno, mettere in valore le differenze. Invece, il principio di potere è il suo concetto speculare, c'è chi è senza potere, o chi semplicemente è sottoposto ad un vincolo di obbedienza gerarchica, di ordine fattuale, ben esprimibile nella frase "ditemi quel che devo fare e lo farò", che è una logica estremamente comune nell'agire politico, soprattutto nella sinistra militante di vecchio tipo, oppure ci sono coloro a cui viene chiesto soltanto di dare il volantino o fare una determinata cosa. C'è una logica puramente esecutiva, che non partecipa né al livello della decisione né a quello della riflessione, neanche semplicemente all'esternazione di disagio, bisogni e sentimenti, magari solo frammenti. La sintesi politica necessariamente richiede dei livelli di competenza che possono essere più alti, ma ciascuno per la sua competenza deve poter essere in grado di distinguere il meglio di sé, su tutto l'ambito; così come, ovviamente, è anche giusto che chi ha fatto la sintesi politica poi ciclostili, controlli il fax o scopi la sede. Oggi la politica è ridotta a notabilato, i DS sono niente altro che una strutturazione di notabili, con ancora qualche consenziente che lavora per loro nelle sezioni; ma, tra dieci anni, anche questa base sarà definitivamente erosa, a meno che non conquistino il potere, cosa assai difficile. Magari nel '94 si era in grado di realizzare quella reazione contro Berlusconi, ma ho molti dubbi che questo accadrà nel 2006, quando avremo le prossime elezioni, visto che possiamo prevedere che in queste del 2001 saremo duramente legnati. Un partito di quattro notabili non sarà in grado di fare questo, però nemmeno Rifondazione o Cossutta (che è ancora più morto) potranno produrre qualcosa di autenticamente alternativo, perché comunque il modello e la forma-partito, nel complesso, sono esattamente quelli di 20-30 anni fa, un modello migliore del Pci, magari con qualche elemento negativo in meno, però mi pare senza nessuna vera innovazione.

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