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> Una particolare esperienza di gruppo
(pag. 1)

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(pag. 6)

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(pag. 8)

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(pag. 9)

> Caratteristiche del gruppo e sincretismo antagonista
(pag. 12)
INTERVISTA A VALERIO CRUGNOLA - 26 APRILE 2000

Quindi, sia nel proprio contesto esistenziale e privato, sia stando dentro a questa dimensione del gruppo, comunque un'interrogazione sul proprio essere in gioco nel tempo presente è un movente non scritto, non codificato, ma importante. Ciò è la ragione della comunicazione: infatti, questa non è tanto offrire agli altri il mio percorso perché anche altri mi offrano il loro e questo incrementa la mia capacità di riflessione autobiografica su dove vengo, ma la possibilità di immaginare diversamente, attraverso i colloqui con gli altri, anche il mio stesso destino. Quindi, qui è molto più prospettivo il tipo di indagine, comunque mette in gioco, anche più consapevolmente che nell'esperienza precedente, quella che è chiamata la regola silenziosa, dell'introspezione: quando torno a casa, oppure mentre ascolto o intervengo, in qualche modo mi interrogo anche su dove vado, che cosa farò, come mi spenderò e via dicendo. Ciò è sicuramente un elemento completamente nuovo che è stato introdotto dall'esperienza di questo gruppo. Inoltre è cambiata la struttura spaziale, cosa ovviamente molto importante, anche perché essa muta dei piccoli aspetti nell'incontro, i quali sono magari dei dettagli secondari, ma che assumono una veste rilevante. Le prime volte ci incontravamo nella sede di Smemoranda, una specie di territorio neutro, che non era la casa o l'abitazione di ciascuno di noi; poi, un po' perché questa sede non era più disponibile e non era comodissima, ci siamo spostati verso le case che, per la loro tipologia, potevano accoglierci. Ciò già modificava la situazione, però erano quelle ore di una certa sera della settimana, con quel ristretto intervallo di tempo; finite quelle ore, ciascuno tornava a casa sua, per cui non si mangiava insieme, magari si poteva prendere il caffè, comunque era un incontro ben confinato in un lasso di tempo rigido e in uno spazio che non era condiviso, al di là del fatto che ci fosse per alcune ore l'incontro. Invece, con questa esperienza si sta via un giorno e mezzo, a volte due e mezzo, una volta abbiamo fatto anche un'esperienza di otto giorni, si sta cioè insieme un lasso di tempo in cui si condividono delle pratiche, come il cibo in comune: se si vuole si tratta di una ritualità, ma è anche una ritualità comunitaria, che nello stesso tempo consolida orizzontalmente i rapporti laddove, essendoci questa maggiore eterogeneità e non contiguità spaziale, altrimenti non potrebbe essere aumentato questo grado di coesione interna. Quindi, ciò supplisce ad un tasso di amicalità che non preesiste nel gruppo, introducendolo in qualche modo attraverso la condivisione del tempo e dello spazio, e questo è senz'altro un aspetto secondario, nel senso che non è una regola scritta del lavoro, ma agisce come elemento di coesione e di facilitazione dell'incontro. Poi, vengono condivise anche delle pratiche corporee, come le attività motorie al mattino, oppure sono condivise delle pratiche di dono: ad esempio, nella fase precedente l'incontro domenicale del mattino, uno legge una poesia, un testo o un pezzo, relativo al campo tematico discusso, che offre agli altri, quindi c'è quello che si chiama la libera offerta, cioè il fatto che ciascuno porta agli altri qualcosa.


Adesso che periodicità hanno gli incontri?

La periodicità è cambiata, nel senso che, ovviamente, i tempi in comune che possiamo avere su un gruppo così vasto sono molto più difficili da costruire, poi ci sono chiaramente dei costi diversi, in quanto si sta fuori: ci vediamo una volta ogni stagione, in più una volta ogni due anni diventa un incontro prolungato. C'è stata questa prima esperienza, riuscita molto bene, a Firenze, nell'ultima settimana di agosto del '98, la prossima volta dovremmo parlare di un incontro, che si fa verso fine estate, in cui ciascuno nel gruppo si assume uno o più ruoli: per esempio, nello scorso incontro uno faceva un giorno il narratore, poi il conduttore, un'altra volta invece cambiava ancora, magari assumendo il ruolo di maestro della pratica, che è quello che dovrebbe in qualche modo occuparsi della conduzione della vita di questa piccola comunità in quell'arco di tempo. Io, ad esempio, avevo fatto il responsabile della colonna sonora, ogni tema veniva associato ad una sorta di "meditazione musicale, o "offerta musicale"; avrei dovuto tenere lì una conversazione sulla saggezza, che poi ho tenuto dopo, e avevo previsto le "Variazioni Goldberg" di Bach, perché erano molto incentrate sul tema dell'individuazione, in quanto era un tema musicale che viene variato 33 volte: questa idea sta al tema dell'individuazione nel senso che essa consiste nella capacità di costruire infinite variazioni del proprio tema, quindi avevo predisposto questo accompagnamento musicale. Dunque, c'era questa associazione, un altro parlava del misticismo e c'era della musica mistica e così via: è decisamente più strutturata la comunicazione all'interno di questo contesto. Vigono anche alcune cerimonie, come la lavanda dei piedi, per esempio. All'interno del gruppo c'è Carlo Enzo, che è un biblista, è una persona bellissima ed è spontaneamente maestro di questa bellezza della persona che dona immediatamente agli altri questa sua straordinaria capacità comunicativa molto semplice ed autentica, senza nessun artificio. Carlo, siccome era stato sacerdote ed è un biblista, quindi conosce questo tipo di temi molto a fondo, ci offriva una meditazione annessa a questa cerimonia: il tema della lavanda dei piedi in un passo del Vangelo. C'erano dunque una serie di piccoli centri tematici, per cui questa settimana non è altro che la riproposizione, in scala più ampia, di tanti percorsi, però avendo anche tempo in comune in più per fare delle cose che altrimenti non facciamo, come la passeggiata insieme. Ad esempio, avevo fatto la guida a vedere un dipinto di Masaccio, "La cacciata dal paradiso terrestre", con una riflessione a partire da quel dipinto. Ciascuno dei vari presenti portava in più anche delle proposte per la vita comune.

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