>Home >Interviste
>Home page
>Interviste
>Riviste
>Bibliografia
>Il dibattito oggi
>Ricerca sul femminismo

> Una particolare esperienza di gruppo
(pag. 1)

> Composizione del gruppo
(pag. 6)

> Capacità e gerarchie
(pag. 8)

> Leader e masse
(pag. 9)

> Caratteristiche del gruppo e sincretismo antagonista
(pag. 12)
INTERVISTA A VALERIO CRUGNOLA - 26 APRILE 2000

In questo modo è successo che per circa sei-sette anni siamo andati avanti a raccontare ciascuno di noi la propria vita, con un percorso che richiedeva molto tempo. Per esempio, io ricordo di avere raccontato la mia vita fino ad allora più o meno da quando ero nato in poi. C'era naturalmente molta libertà nella determinazione del racconto: per esempio, Romano, anziché partire da "io sono nato il", cioè raccontare secondo un flusso logico il percorso o una storia di vita, era partito da un sogno, oppure Alberto Tognola era partito dalle lettere di Van Gogh al fratello Teo; erano dunque stati costruiti dei percorsi dove il punto di partenza del narrare o dell'indagare sé e proporre questa indagine anche agli altri, era lasciato alla libera determinazione di chi raccontava, l'unico obbligo era la partecipazione di tutti a questa comunicazione, però non c'erano regole, questa è una cosa che è venuta dopo. Questa esperienza si è conclusa nel '92, quando tutti più o meno avevano raccontato, in più c'era stata qualche piccola defezione, comunque quella fase era in qualche modo compiuta. Poi, intorno al '93-'94, si è passato ad individuare un altro percorso, che costituiva un salto di qualità. Intanto, significava un mutamento nella composizione del gruppo, perché inizialmente era solo costituito da maschi che insistevano tutti su un territorio omogeneo, Milano, e tutti della stessa età ed esperienza generazionale. Avevamo quadri della memoria comune abbastanza condivisi da tutti, per cui se io parlavo di tizio, perché questo entrava nel mio racconto, molto probabilmente gli altri o almeno una buona parte del gruppo conoscevano questo tizio piuttosto che quei fatti: c'era dunque un quadro di memoria condivisa reciprocamente, anche se non comunicata come memoria tra di noi. Invece, in questa rifondazione e rilancio di questa esperienza, che ha cambiato anche molto le forme, interveniva innanzitutto un mutamento nella composizione strutturale del gruppo, cambiavano i tre parametri. L'omogeneità d'età lasciava spazio alla massima differenza, perché nel gruppo attuale c'è Carlo Enzo che ha 72 anni e una ragazza che si chiama Federica d'Urso che ne ha 21 e mezzo o 22, quindi ci sono cinquant'anni di differenza, il che vuol dire che Carlo ha vissuto da adulto la seconda guerra mondiale e il fascismo che io non ho vissuto, mentre Federica non ha vissuto neanche il '68 e gli anni '70: di mezzo ci sono tre generazioni anziché una, per di più (come nel gruppo precedente) chiusa in una fascia di cinque-sei anni di differenza di età come banda massima. Questo è già un grande cambiamento, l'altro è la presenza di maschi e femmine: laddove prima questo nasceva anche, ovviamente, prendendo in qualche misura a modello, se non di riferimento in senso filosofico, sicuramente come campo di esperienza, il femminismo e i gruppi di autocoscienza femministi. Il nostro non era un gruppo di autocoscienza, non aveva questa natura né questa finalità, però certamente l'idea di uno spazio che abbia una specificità di genere, nella quale il racconto e la parola hanno questa valenza normativa strutturante le relazioni all'interno del gruppo, era presa dall'esperienza dei gruppi di autocoscienza femminista, volendo o non volendo dal punto di vista del debito teorico.


Questi cambiamenti sono stati dovuti a delle scelte precise?

E' stata una scelta relativamente spontanea, il gruppo nasce a partire da una proposta rivolta ad un certo numero di persone che si sono incontrate per fare questo; facendo ciò, si poteva poi notare, se questo fosse stato l'aspetto che ci interessava, che c'erano queste consonanze, perché quei modelli erano in qualche misura nell'aria e furono presi, ma non c'era un nucleo di riflessione fortemente definito, al di là del fatto che tutti insieme vivessimo grosso modo questa esperienza, come ho detto prima, di passaggi o ricerca di essi. La terza mutazione è che non c'era più l'omogeneità territoriale, perché sono entrate in ballo persone che venivano da Brescia, Venezia, Pordenone, insomma da un ambito di aree decisamente più vasto rispetto alla matrice originaria. Intanto, il gruppo si rifondava diversamente dal primo, in qualche modo sul lascito consapevole dell'esperienza precedente: il lascito consapevole è costituito dalle regole che sono state fatte e da questa idea dell'elemento autobiografico e solidale. Quindi, il secondo gruppo nasce su una piattaforma consapevole, diciamo come normativa di lavoro definita, laddove il primo gruppo nasceva soprattutto da un bisogno riconosciuto che ci metteva tutti insieme.

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15

Per informazioni scrivere a:
conricerca@hotmail.com

.