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LE RIVISTE E I GIORNALI DI MOVIMENTO

Classe Operaia
Nata per iniziativa del gruppo che ruppe con i Quaderni Rossi, il primo numero di Classe Operaia, con il sottotitolo "mensile politico degli operai in lotta", uscì nel gennaio del 1964. L'editoriale d'esordio della rivista, "Lenin in Inghilterra", indicava la necessità di cambiare segno rispetto ad una certa tradizione marxista, rovesciando la prospettiva con cui guardare ai processi: prima la classe operaia e le sue lotte, poi il capitale ed il suo sviluppo. La breve ma importantissima esperienza di Classe Operaia fece da levatrice al sorgere di un'articolazione di diversi gruppi operaisti locali e regionali, impegnati nella collaborazione e nella diffusione del giornale e nell'intervento politico a livello operaio. I gruppi più consistenti erano quelli piemontese, lombardo, ligure, veneto-emiliano, toscano e romano. Il conflitto all'interno della redazione si scatenò sul problema del rapporto con il PCI, provocando una divisione tra l'ipotesi di creare un gruppo di quadri in grado di dare una battaglia interna al partito e il tentativo invece di costruire una nuova organizzazione ad esso alternativa. Più in profondità, come sostiene Alquati, il grosso limite va probabilmente individuato nell'incapacità di re-iventare nuovi obiettivi e una nuova cultura politica che fosse adeguata alla dirompente individuazione dell'operaio-massa come referente collettivo. L'ultimo numero della rivista uscì nel marzo del 1967. Tra gli intervistati sono stati interni o comunque hanno in vario modo preso parte all'esperienza Tronti, Alquati, Asor Rosa, Di Leo, Gobbini, Gasparotto, Daghini, Gobbi, Bologna, Negri, Zagato, Berti, Greppi, Livraghi, Pozza, Gambino (soprattutto per la dimensione internazionale), Piperno (nell'ultima fase).

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