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INTERVISTA A PAOLO BENVEGNU' - 13 SETTEMBRE 2001


Quali sono, secondo te, le continuità e le discontinuità tra questi movimenti definiti no global e i movimenti passati?


Ci sono ovviamente forti elementi di discontinuità, ma ci sono anche elementi che in qualche maniera riprendono alcune fila e tracce del passato. Io credo intanto che importante sia questo elemento che non è nuovo ma comunque si è riprodotto: negli anni '60 il movimento non aveva queste caratteristiche ed era probabilmente su contenuti diversi, ma aveva comunque questa dimensione internazionale. Noi abbiamo visto prima le lotte degli studenti a Berkley e le lotte operaie negli Stati Uniti, e poi abbiamo visto le lotte operaie nelle fabbriche dell'auto e i movimenti studenteschi in Europa. Anche allora abbiamo avuto un certo tipo di esperienza: noi abbiamo visto Seattle, il movimento ambientalista, il movimento operaio, alcune soggettività di massa negli Stati Uniti strutturarsi e organizzarsi in un certo modo, e in Europa abbiamo visto Genova. A differenza di Nizza o Praga, dove il movimento si è espresso ma in una forma diversa da Seattle, a Genova abbiamo visto la presenza forte del Movimento Operaio (perché la FIOM e i sindacati extraconfederali non erano una presenza testimoniale ma costituente, di massa e significativa) e abbiamo avuto la presenza di un forte movimento articolato di movimenti diversi. Io credo che questi movimenti siano segnati in negativo rispetto alle esperienze che abbiamo avuto negli anni '70, c'è un filo rosso che unisce la ripresa dei movimenti nel punto più alto dello sviluppo capitalistico e poi il riprodursi di questi fenomeni su scala globale e assume caratteristiche simili in contesti diversi, ed è ciò che abbiamo già un po' conosciuto nel passato. Però, partiamo dal fatto che in questo movimento si intrecciano culture e storie che sono sicuramente eccentriche rispetto a quelle del movimento operaio e della tradizione comunista: basti pensare alla forte presenza dei cattolici, oppure di quello che ha voluto dire l'esperienza zapatista come elemento di differenziazione. Pur partendo da un certo tipo di pratiche, poi in realtà c'è stato un discorso di critica rispetto proprio alle pratiche su cui questo movimento era nato e si era sviluppato. Per svilupparsi in potenza in parte ha dovuto negare i suoi elementi fondativi, ma per crescere ulteriormente. Per quanto riguarda la situazione italiana, al di là di alcuni segmenti minoritari, è importante che molte delle soggettività che sono presenti in questo movimento siano segnate dall'esperienza degli anni '70, con poca voglia di riprodurli, nel senso che c'è un potente vaccino che funziona in questa direzione. C'è molta attenzione all'esigenza di pluralità e di incontro tra soggettività, culture, movimenti, soggetti sociali diversi: per me la presenza dei contadini, ad esempio, è un fatto straordinario, però è un elemento che sta dentro la crisi del modello di accumulazione capitalistico. E' una cosa che era stata vista o letta da alcuni segmenti minoritari del movimento negli anni '70, ma sullo schema classico m-l o di tutte queste stupidaggini qua, mentre oggi invece abbiamo qualcosa di diverso e più ricco: la critica al modo di produzione capitalistico incontra soggetti che prima erano estranei al movimento, ma proprio per le stesse caratteristiche che i processi di accumulazione e di valorizzazione del capitale hanno assunto. Io direi banalmente che ci troviamo in una fase in cui la dimensione stessa raggiunta dal capitale impone l'estensione e l'intensificazione dei processi della valorizzazione capitalistica, andando a inserire la contraddizione specifica del modo di produzione capitalistico in aree della società e in luoghi che prima erano estranei ad essa. Questo è, secondo me, l'elemento di novità. Il capitalismo nasce senza Stato, Genova era una città che non esisteva in questo senso ed è stata la sede naturale di nascita del capitale nella sua forma moderna, e già dentro una dimensione che aveva come punto di riferimento l'ottica mondiale. Il capitale attualmente usa altri strumenti, altri mezzi, altri sistemi, altre possibilità, è ovvio: adesso usa Internet e prima usava le lettere di credito che giravano per l'Europa o arrivavano fino ai porti dell'Asia minore o in Sud America o in estremo oriente, c'era comunque una circolazione su scala planetaria, e anche questi processi si davano su base planetaria. I processi originari di accumulazione capitalistica hanno avuto comunque questa dimensione, poi abbiamo conosciuto altre fasi, ma tutto si può dire tranne che il capitale non abbia questo orizzonte fin dalla sua nascita.

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