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LE RIVISTE E I GIORNALI DI MOVIMENTO

Il Manifesto
Dapprima mensile (il primo numero è uscito nel giugno del 1969), poi quotidiano (28 aprile 1971), le figure principali che diedero vita all'esperienza sono Rossana Rossanda, Lucio Magri, Valentino Parlato, Aldo Natoli, Massimo Caprara, Luciana Castellina, Lidia Menapace. Tra gli intervistati è Vincenzo Miliucci a parlare più approfonditamente dell'esperienza iniziale della rivista e del gruppo politico, in particolare nel momento della rottura con il PCI, avvenuta dopo la Primavera di Praga. Oggi lavorano al quotidiano e alla casa editrice de Il Manifesto tre degli intervistati: Benedetto Vecchi, Andrea Colombo e Marco Bascetta.
Lotta Continua
Il primo numero del settimanale data 22 novembre 1969, mentre come quindicinale ha terminato le sue pubblicazioni il 2 febbraio 1972, per diventare (dall'11 aprile dello stesso anno) quotidiano. Parallelamente sono uscite pubblicazioni specifiche, come Prendiamoci la Città, Proletari in divisa (sull'esercito) e Mo' che il tempo s'avvicina (sulle lotte al Sud). Il gruppo di Sofri si sciolse nel congresso di Rimini del 1976, mentre il giornale continuò le pubblicazioni fino all'11 novembre del 1982. Nel merito si può vedere anche l'intervista a Brunello Mantelli.
Nuovo Impegno
Uscita nel dicembre del 1965 come rivista di critica letteraria marxista, Nuovo Impegno entrò in rapporto con il Potere operaio pisano, da cui ben presto si ditaccò per dar vita nel 1969 alla Lega dei Comunisti. Rivista bimestrale e poi trimestrale, chiuse le pubblicazioni col n. 31-32, uscito nel marzo del 1977.
Quindici
Il primo numero del mensile uscì nel giugno del 1967 su iniziativa di persone appartenenti alla neoavanguardia artistica, in particolare il Gruppo 63. L'anno successivo venne dedicato grosso spazio al movimento studentesco, con cronache e analisi. Tra le principali figure animatrici della rivista vi sono Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Alberto Arbasino, Gabriele Porta, Edoardo Sanguineti.
Classe
La rivista nacque nel giugno del 1969, diretta da Stefano Merli. Richiamandosi alla cultura del "controllo operaio", ha cercato di mettere insieme ricostruzione storiografica, analisi teorica e documentazione delle lotte operaie. Su questi filoni negli anni '70 uscirono diversi numeri monografici. Concluse il suo ciclo nel dicembre del 1982.
Lavoro Politico
Formatasi a Verona per inziaitiva di Walter Peruzzi, il primo numero della rivista uscì nell'ottobre del 1967, raccogliendo una parte dell'area m-l soprattutto veneta e trentina. La redazione ha infine aderito al PC m-l, mettendo fine alle pubblicazioni con il numero 11-12, datato gennaio 1969.
Ombre Rosse
Una prima serie della rivista fatta a Torino, che va dal maggio del 1967 al dicembre del 1969, era incentrata sulla critica cinematografica e sulla documentazione del movimento studentesco del '68. Le pubblicazioni della nuova serie ripresero nel gennaio-marzo del 1973, all'insegna di una maggiore attenzione alla riflessione teorica sulla classe e dentro il movimento e alla critica culturale (intendendosi con ciò soprattutto la cultura umanistica). Tra le figure principali vanno segnalati Goffredo Fofi, Piergiorgio Bellocchio, Luigi Manconi. Il n. 33 del 1981 ha segnato la fine dell'esperienza.
Re Nudo
Dapprima quindicinale e poi mensile, la rivista è stata tra le più significative espressioni della controcultura italiana, mescolando articoli sulla psichedelia, sulle lotte internazionali, sulla musica, sulle donne. L'esperienza, in un difficile e alterno rapporto con i movimenti e con i gruppi politici, ha proseguito dal n. 1 del dicembre 1970 fino al n. 92 del novembre-dicembre 1980.
L'Erba Voglio
Subito dopo la pubblicazione di un libro dall'omonimo titolo (tra i cui autori vi sono Elvio Facchinelli e Luisa Muraro), nel luglio 1971 uscì il primo numero de L'Erba Voglio, rivista inizialmente bimestrale. Il sottotitolo, "Servitù e liberazione di massa", indica la forte connotazione antiautoritaria della rivista, in un rapporto spesso critico con i gruppi e le organizzazioni politiche. I temi affrontati sono molteplici, dal racconto di esperienze autogestite (scuola, case, asili nido), agli studi psicanalitici controcorrente di Facchinelli. Con largo anticipo vi hanno trovato grande spazio il nascente movimento femminista e i temi del "personale": in questo senso fondamentali sono stati i contributi di Lea Melandri, oltre alla già citata Muraro. Con il numero 28 del febbraio/marzo 1976 si concluse il percorso della rivista.
Quaderni di Lotta Femminista
Tra il dicembre 1972 e l'ottobre 1973 uscirono due Quaderni di Lotta Femminista, realizzati dall'omonimo collettivo, nato a Padova e ben presto estesosi in diverse altre realtà (Ferrara, Venezia, Firenze, Milano, Bologna, Modena, Gela, Bolzano). Il percorso del collettivo (animato da Mariarosa Dalla Costa) si è concentrato sull'analisi del ruolo sociale, economico e politico della donna nella società capitalista. Viene rivendicato un salario per il lavoro domestico (lavoro femminile produttivo non riconosciuto come tale), nodo centrale su cui si basa lo specifico sfruttamento capitalistico della donna. "La liberazione della donna" si legge nel primo numero dei Quaderni, "passa attraverso la sovversione non solo della fabbrica e dell'ufficio, ma dell'intero contesto sociale. [...] Lotta di classe e femminismo per noi sono una stessa cosa dal momento che il femminismo esprime la ribellione di quella sezione di classe senza di cui la lotta di classe non può generalizzarsi, allargarsi e approfondirsi".
Controinformazione
Il numero 0 uscì nell'ottobre del 1973, con un importante racconto della lotta dei "fazzoletti rossi" alla Fiat nello stesso anno. Il sottotitolo, "periodico di informazione", indicava la volontà da una parte di rendere pubbliche informazioni particolari (dei servizi segreti o sui fascisti, ad esempio), dall'altra di far circolare documenti delle organizzazioni, dando in seguito notevole spazio all'area della lotta armata. La rivista terminò le sue pubblicazioni nel giugno del 1984. Tra gli intervistati, per una certa fase ha collaborato a Controinformazione Aldo Bonomi.
Il pane e le rose
Nato nel 1973 come supplemento a Quaderni Piacentini, fatto prevalentemente da studenti che si definivano "cani sciolti" (una parte dei quali faceva riferimento a Lotta Continua), è uscito con periodicità irregolare fino al 1976. Si è occupato in particolare della condizione giovanile, della libertà sessuale, della musica, e fu da subito attento al nascente movimento femminista.
Lavoro Zero
Nato tra il 1973 e il 1974 come bollettino ciclostilato della Assemblea Autonoma di Porto Marghera, ne uscì un numero unico nel luglio 1975, per poi diventare dal febbraio 1976 al maggio 1979 "giornale comunista del Veneto". Diretto da Augusto Finzi, partendo dalle lotte del petrolchimico di Marghera affrontò diversi nodi della situazione politica nazionale ed internazionale, in contemporanea con l'uscita negli Stati Uniti di Zerowork, i cui redattori italiani erano Ferruccio Gambino e Bruno Cartosio.
Critica del Diritto
Il primo numero della rivista uscì nel gennaio/aprile 1974, con il significativo sottotitolo "Stato e conflitto di classe", teso a mettere in rilievo il tentativo di elaborare una critica marxista dello Stato, del diritto e delle istituzioni. Hanno partecipato all'iniziativa persone appartenenti ad ambiti spesso diversi: da politici ad avvocati, da sindacalisti a magistrati. Tra le numerose figure che hanno animato la rivista citiamo Antonio Bevere (che ne era il direttore), Johannes Agnoli, Romano Canosa, Pino Ferraris, Luigi Ferrajoli, Giovanni Russo Spena. Tra gli intervistati ha avuto un ruolo importante nell'iniziativa Toni Negri. La rivista, originariamente quadrimestrale, continuò le sue pubblicazioni fino al 1981, orientandosi negli ultimi numeri soprattutto alla critica della legislazione d'emergenza e dei meccanismi repressivi.
Marxiana
Della rivista, fondata e diretta da Enzo Modugno, ne sono usciti due numeri tra il gennaio-febbraio e l'ottobre del 1976. Vennero pubblicati diversi saggi di importanti figure internazionali, da Sartre a Mattick ad Horkheimer a Dutschke a Sohn-Retel.
Metropolis
Tra i promotori della rivista vi erano Enrico Livraghi, Raffaele Sbardella, Sandro Studer. Il primo numero è uscito nell'ottobre del 1977, con il significativo sottotitolo "rivista quadrimestrale di ricerca e documentazione per una scienza dei rapporti sociali". Si valorizzava un pensatore come Galvano Della Volpe, venivano pubblicati alcuni inediti di Tronti, era dedicata una sezione a "Cinema e Società". L'esperienza è terminata con il terzo numero, uscito nel maggio del 1979.
DWF
Il primo numero uscì nell'ottobre-dicembre del 1975 con il sottotitolo "donna woman femme: rivista internazionale di studi antropologici, storici e sociali, sulla donna". Vi fu da subito una forte attenzione ad una ricerca scientifica di tipo nuovo. A partire dall'ottobre del 1976 inizia una nuova serie della rivista, sempre animata da figure importanti del femminismo italiano come, tra le altre, Ida Magli e Annarita Buttafuoco. Con il sottotitolo "quaderni di studi internazionali sulla donna", si scelse la formula dei numeri monografici. DWF continua ad uscire ancora oggi.

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