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(pag. 14)
INTERVISTA A ROMANO ALQUATI - DICEMBRE 2000


Se l'operaismo doveva davvero essere "politico" ed in un significato particolare, c'era da fare un immenso lavoro di scoperta, di produzione e d'acquisizione di un'enorme e in gran parte nuova conoscenza e di critica di questa, di vaglio critico, di ri-interpretazione, di nuova rappresentazione. Di sperimentazione ed esplorazione di un terreno vastissimo ed in gran parte nuovo. Un immenso e difficilissimo lavoro per esplorare nientemeno che le possibilità di dare un altro corso alla storia e trasformare quella società. E noi eravamo quattro giovani gatti, e senza una lira ed esposti in posizioni d'avanguardia e presi fra vari fuochi. Si sapeva pochissimo anche degli operai nuovi e vecchi, e c'era un vuoto teorico anche intorno alla classe operaia e ad altre forze potenzialmente antagonistiche. Ma questi fiancheggiatori e sostenitori intellettualeggianti "d'estrema sinistra" di cosa si beavano? E a cosa i nostri stessi compagni dedicavano buona parte del loro tempo? Allora si poté fare molto poco, troppo poco. Dopo qualche anno tornai a studiare e ricercare per conto mio. Ed ancora oggi a mio parere certe questioni stanno ancora lì, malgrado tutto.


Perché hai parlato di "secondo operaismo politico"?

L'operaismo italiano degli anni '60\'70 era definito "politico" dai protagonisti stessi. Perché ci sono stati altri operaismi ai quali essi si sono espressamente contrapposti e dai quali sono stati anche duramente attaccati. C'è stato e c'è ancora fra l'altro l'operaismo populista ed assistenziale (di derivazione cristiana), e l'operaismo sindacale, e una combinazione dei due; e questi si sono caratterizzati nel considerare gli operai, i proletari operai, come una "quota debole" della popolazione, e quindi bisognosa d'aiuto; e questi operaisti amavano gli operai, l'operaità stessa. Gli operaisti "politici" al contrario s'interessavano ai proletari operai perché contro ogni universalismo, li vedevano come una parte forte, una forza. Una forza\parte almeno potenziale da cercare di mobilitare per ottenere la trasformazione generale e radicale del sistema sociale capitalistico complessivo e da conseguirsi mediante una capacità d'influire, un potere, sui centri di decisione dell'intero movimento del sistema sociale, e in specie di riuscirci mediante il partito politico, come organizzazione di quella parte contro il capitalismo detentore dell'insieme. Ci sono stati però pure movimenti (come ad esempio poi la CISL ed in specie la FIM di Carniti, la FIOM un poco, e frange del PCI) che si sono mossi almeno a tratti al confine fra i due operaismi italiani degli anni '60\'70.
Inoltre si trattava di un secondo operaismo politico appunto perché proprio per questo aspetto decisivo e "politico", anche per certe condizioni di ritardo ed arretratezza del capitalismo italico ancora agli inizi degli anni '60 e nella reindustrializzazione post-bellica, in specie nella rivista Quaderni Rossi si guardò molto al primo operaismo politico, ossia all'operaismo social-comunista a cavallo fra i due ultimi secoli, col suo modello di partito di massa non più solo di opinione ma di organizzazione dell'agire politico, riferita agli operai di mestiere. Ed in specie al modello bolscevico. Per questo aspetto decisivo si trattò di una ripresa, di un ritorno, o di una regressione. Però ci tengo a precisare che a Torino nel '60-'61, prima ed al di fuori della nascita dei Quaderni Rossi di Panzieri, il gruppo dei con-ricercatori si era mosso esplorativamente, sperimentalmente, sia forzando la tradizione consigliare verso nuovi modelli, sia cercando di andare oltre la politicizzazione di peculiari momenti della lotta e dei movimenti più propri dell'operaio-massa (dell'addetto linea di grande serie) dove ci fu e cercando strade per farla convergere verso questi nuovi modelli. Questo è importante ancora oggi.
Formulerei la seguente ipotesi generale sul secondo operaismo politico e sulla notevole importanza che ebbe in Italia (ma la vicenda italiana interessò pure operaisti politici di altri paesi europei ed anche extraeuropei), malgrado l'esiguo numero iniziale di coloro che davvero tirarono la carretta...

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Per informazioni scrivere a:
conricerca@hotmail.com

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