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Archivio per il tag: bologna

Resoconto della biciclettata solidale fino al carcere della Dozza

Il 22 maggio a Bologna, circa 150 persone sono tornate davanti alla Dozza. Da Piazza dell’unità è partita una biciclettata che ha attraversato la Bolognina fino ad arrivare sotto le mura del carcere, facendosi sentire sia dalla sezione maschile che dalla sezione femminile. Tra i diversi interventi è stato raccontato ciò che è successo la settimana scorsa: sono stati arrestati/e 7 compagni/e perché anarchici/che perché lottano per la libertà e rifiutano la logica di sottomissione alla base di questo sistema. Gli inquirenti vorrebbero individuare nella regia di pochi la rivolta dei detenuti dello scorso marzo, come se non bastassero le condizioni inaccettabili e l’esistenza stessa di queste infami galere. I media, adeguandosi alla narrazione del potere, non ne hanno fatto neanche vaga menzione.
La solidarietà fa paura.
In tanti eravamo sotto quelle mura durante le rivolte di marzo.
In tanti siamo tornati a gridare che non ci lasceremo intimidire, che se ci vogliono silenti ci avranno ancor più determinati.
Le fiamme della rivolta, quando a Bologna la paura ha cambiato di campo, ci scaldano ancora il cuore.
Il carcere è lo specchio della società e mai come negli ultimi tempi, scanditi dall’emergenza COVID, emerge chiaramente che, per qualcuno, esistano delle vite di serie b e quindi sacrificabili.
Finché l’ingordigia di sadici burocrati produrrà lo scempio e l’abominio che è il carcere, un mondo giusto non esisterà mai.

L’unica sicurezza è la libertà.

Al fianco di Zip, Leo, Ele, Stefi, Nicole, Duccio, Guido e tutti/e i/le prigionieri/e anarchici/che.
Al fianco di tutti/e i/le prigionieri/e.
Al fianco di tutti/e i/le ribelli.
LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE!

Puntata del 30/11/2019: La nuova occupazione a Bologna

Ritorna l’esperienza di XM24

La nuova occupazione a Bologna, sorta dalle ceneri dell’esperienza dopo lo sgombero di XM24, vuole porsi come laboratorio di autogestione per tutte le realtà e individualità bolognesi che vogliano creare una nuova esperienza di lotta che abbatta tutti i muri, fuori e dentro di tutti noi. Gli spazi vastissimi (circa 10 ettari della ex-caserma Sani in via Ferruccio Parri) danno la possibilità di costruire assieme una nuova idea di spazio libero urbano, senza l’obbligatorietà del denaro, senza consumatori né consumati, pieno di progetti e ambizioni. Invitiamo tutti a partecipare attivamente alle iniziative di questa nuova occupazione.

s05p03 – Collettivo Antipsichiatrico Bolognese

TAGS: mezzoradaria, psichiatria, antipsichiatria, Bologna, repressione, emarginazione, medicalizzazione, consapevolezza, controllo

Oggi parliamo di antipsichiatria con il collettivo antipsichiatrico di Bologna. Come nasce l’esigenza di lavorare su questo aspetto? Chi subisce la psichiatrizzazione?

TAGS: mezzoradaria, psichiatria, antipsichiatria, Bologna, repressione, emarginazione, medicalizzazione, consapevolezza, controllo, iniziative

Oggi parliamo di antipsichiatria con il collettivo antipsichiatrico di Bologna. In pratica cosa fate? C’è un telefono viola? Ci saranno delle iniziative?

s05p01 – Presentazione quinta stagione e commento sul rapporto semestrale del ASL di Bologna

TAGS: mezzoradaria, libertà. carcere, indirizzi, mezzoradiliberta@autistici.org, RCF, Fujiko, 103.1, FM, radio

Presentazione quinta stagione di mezzoradari. In onda sulla frequenza 103.1 FM ospite di Radio città fujiko ogni Martedì dall 18.00 alle 18.30. Se volete scriverci inviate una lettera a Mezzoradaria c/o Radio Città Fujiko – Via zanardi 369 – 40131 Bologna oppure per email a mezzoradiliberta@autistici.org. Il sito è http://www.autistici.org/mezzoradaria

TAGS: mezzodararia, ASL, Cico Mendez, Vito Torire, Dozza, Bologna, sovraffollamento, riconversione, bioedilizia, salute, mafia, DNA, Alfano

Commentiamo insieme al dottor Vito Torire rapporto semestrale dell’ASL di Bologna riguardante le strutture detentive nel territorio di Bologna: Qual’è la situazione attuale nel carcere di Bologna? Quali sono attualmente le condizioni di salute dei detenuti? Un commento sulla recente iniziativa del ministro Alfano sul prelievo del DNA del detenuto.

Notiziario e Divieto di dimora a Torino – s04p37

TAGS: mezzoradaria, Bologna, Pratello, Minorile, rivolta, REMS, OPG, DNA, Sovraffollamento, Asilo politico, rifugiati, CIE, Carcerazione preventiva

Notiziario sulle rivolta al minorile del pratello; Rems e Opg, raccolta del DNA, Asilo politico a Bologna e carcerazione preventiva.

TAGS: mezzoradaria, Torino, Divieti di Dimora, CIE, Ladisa Spa, iniziative, Corso Brunelleschi

Parliamo con Francesco di Torino del provvedimento di Divieto di Dimora scattato la mattina del 25 maggio per 12 compagn*, a causa di una contestazione della ditta “Ladisa Spa” che fino a poco tempo fa forniva i pasti al CIE di C.so Brunelleschi, e delle iniziative di risposta e rilancio che ci saranno i prossimi giorni su questi temi.

Bologna e il miraggio dell’asilo politico

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Scorriamo da articoli in rete alcuni dati sul tema rifugiati e asilo politico a Bologna, che ci danno il senso di cosa vuol dire fuggire dal proprio paese di origine, rischiare tutto in mare per poi finire come un numero sulla scrivania di un’annoiata burocrazia, un’infinitesimale parte della ruota dei diritti che scricchiola e si deforma sotto il peso della guerra globale.

Ne snocciola i numeri Adolfo Valente, l’attuale presidente della Commissione Territoriale di Bologna, dalla pagina ingrigita di un quotidiano di regime. Dal 2014 a oggi sono state registrate 12.537 persone all’ex C.I.E. di via Mattei, e delle oltre 7.000 domande presentate, ne sono state esaminate 4.007 di cui 3.134 hanno avuto esito positivo. Sono per lo più eritrei (2.432 identificati dal 2014), nigeriani (1.909), siriani (925), gambiani (860) e pakistani (625). Dopo il “passaggio” all’ex C.I.E., entrano nel limbo dell’attesa di ciò che ne sarà della loro permanenza nel nostro paese, sparsi tra i 51 strutture di accoglienza nella provincia bolognese.

Sembra addirittura che qualcuno, stanco di aspettare, decida da solo per il proprio futuro e si dia alla macchia….

Per gli altri, la Commissione decide in base alla gravità di minacce incombenti, di rischi personali, dall’età del richiedente e dal suo passato traumatizzante. In caso di esito positivo (si noti l’ironia del termine) possono quindi ricevere:
– lo status di rifugiato, con validità di 5 anni, automaticamente rinnovato e con canale privilegiato per ottenere la cittadinanza;
– la protezione sussidiaria, anch’essa con validità di 5 anni ma rinnovabile con l’assenso della Commissione;
– la protezione umanitaria con validità 2 anni, rinnovabile con l’assenso della Commissione.

Chi non ha questi requisiti è destinato alla deportazione, ma dietro a questi numeri ci sono corpi a cui nessuno può negare un futuro migliore, né tanto meno può distinguere chi ha diritto o meno a un’opportunità. E’ certo che l’ottenimento dello status di rifugiato non sottintende automaticamente integrazione. Ce lo spiegano meglio le parole di Adolfo Valente, che intervistato dalla giornalista aggiunge:” Si ricorda i braccianti di Rosarno? Si diceva che erano clandestini, poi si scoprì che erano quasi tutti rifugiati, ma vivevano in condizioni di semi-schiavitù. Il punto è che purtroppo la vera integrazione non passa da un foglio di carta. In tempi di crisi ancora di più”.

Ancora manicomi

R.E.M.S. in via Terracini 31 – Bologna

Nel 2011 la degradante situazione che vivevano gli internati dei  sei ospedali psichiatrici giudiziari(O.P.G),è fuoriuscita da quelle mortificanti strutture “terapeutiche”,rompendo quell’agghiacciante silenzio imposto da gran parte della psichiatria e della magistratura,complice una società”civile” per lo più indifferente e ancora pronta  a legittimare le innumerevoli atrocità che tuttora compie professionalmente la pseudo-scienza psichiatrica all’interno dei propri servizi manicomiali gestiti autonomamente dai D.S.M (dipartimenti di salute mentale)o da compiacenti  cooperative sociali(tra cui comunità,reparti ospedalieri,centri diurni e ambulatoriali).

L’impatto mediatico ottenuto dalle riprese effettuate all’interno dei vari O.P.G ha certamente favorito l’approvazione  della legge 81, la quale sancisce in data 31.3.2015 la chiusura dei sei manicomi giudiziari(cinque tuttora funzionanti) e obbliga  ogni Regione a predisporre sul proprio territorio  nuove strutture,le R.E.M.S(residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza).

Ma fin quando non si avrà la volontà di cancellare dal codice penale la cosiddetta “pericolosità sociale”, i  giudici sulla base dell’”incapacità di intendere e volere” definita da un perito psichiatra all’interno di un processo penale, applicheranno una “misura di sicurezza detentiva”, ovverosia un internamento nelle R.E.M.S o “non detentiva”(libertà vigilata) con la presa in carico troppo spesso vitalizia e asfissiante dei servizi psichiatrici territoriali.

Sostituire la targa esterna del manicomio(vedi“ex”-O.P.G di Castiglione delle Stiviere ora R.E.M.S), rimbiancare le pareti o le mura di cinta, sostituire le inferiate con vetri antisfondamento e capillari sistemi di sorveglianza, sostituire le porte blindate con alti dosi di psicofarmaci e l’uso dei letti di contenzione, diminuire il numero delle persone internate, sostituire l’”ergoterapia” ovverosia il lavoro imposto nei vecchi manicomi con le “attività occupazionali terapeutiche”(solo efficaci nel sopportare il misero e lento trascorrere del tempo),sostituire le divise della polizia penitenziaria con le divise della sicurezza privata,con i camici bianchi dei “medici” e degli operatori sanitari(oltre a un numero insignificante di figure educative troppo spesso appartenenti alla ciurma dei sorveglianti),sono tutte misure utili a mistificare la conservazione dello status quo.

Cambiare tutto per non cambiare nulla…

Anche a Bologna AUSL,magistratura di sorveglianza e compiacenti giornalisti,hanno il coraggio e l’arroganza di  presentare il neo-manicomio di via Terracini come un luogo nel quale  si concretizza un reale percorso di “superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari”.

Le testimonianze e le regole imposte dai vari responsabili/carcerieri, presentano una situazione ben distinta dall’immagine che in questi mesi si è forzatamente costruita. Purtroppo per loro ci sono persone che non si sottomettono a  questo stato di cose e denunciano l’esistenza di regole  di natura esclusivamente carceraria e manicomiale.
Le visite dei parenti  possono essere effettuate solo una ogni due settimane(mentre nell’O.P.G di Reggio Emilia sono concesse sei visite ogni mese),ogni internato può ricevere ed effettuare  solo una telefonata alla settimana e solo a numeri autorizzati dai responsabili i quali non sono certamente propensi a richiedere,al magistrato di sorveglianza,“permessi di uscita”dal neo-manicomio(all’O.P.G di Castiglione delle Stiviere si concedono “permessi di uscita” con più frequenza e per più ore o giorni).

Altro che superamento degli O.P.G…
Altro che reinserimento sociale…

In tale struttura l’approccio degli operatori non valorizza le diversità ma le patologizza secondo i loro ristretti parametri di giudizio. La loro misera e “indiscutibile” Normalità. L’autorità di chi si autoproclama “terapeuta”.
Le logiche manicomiali,in grado di creare stigma e isolamento dal mondo esterno sono ben radicate in questa struttura a loro dire“di cura e custodia”.Ma sappiamo bene che tutti i castelli di sabbia,presto o tardi crollano inesorabilmente.

Impediamo che i tentacoli asfissianti della psichiatria continuino ad allargarsi in ogni dove, violentando la sfera spirituale, umana, sociale, del disagio, della sofferenza, del proprio essere… della vita.
I Telefoni Viola con le realtà con cui collaborano, continueranno a porre impegno nel rendere sempre più agibili i percorsi di  chi esprime la volontà di liberarsi una volta per tutte dalla morsa  psichiatrica. Continueremo sempre con maggior tenacia  ad offrire un concreto sostegno umano,medico e legale a chi lo riterrà opportuno in pieno rispetto della libertà e della dignità dell’individuo.  

Telefono Viola di Piacenza,Reggio Emilia e Bergamo
Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud – Pisa
Centro Relazioni umane – Bologna
Collettivo antipsichiatrico Camap – Brescia

Proposte pratiche per un reale superamento dell’O.P.G/R.E.MS e dai servizi psichiatrici territoriali :

leggi il Comunicato: ”Siamo tutti socialmente pericolosi

1.1.2016

per contatti: antipsichiatriapc[at]autistici.org    www.telefonoviola.tracciabi.li

puntata 37, stagione 2, 18 giugno 2015

Cronologia dei fatti di cremona, dal 18 gennaio, giorno in cui avviene l’aggressione da parte di Casapound al Csa Dordoni dove lasciano in coma Emilio prima di fuggire come conigli a gambe levate, al 24 gennaio giorno del corteo dove la rabbia si è diffusa per la città, fino ai giorni della repressione degli ultimi giorni

Parliamo insieme ad un amico di Matteo, arrestato giovedì 11 giugno 2015 per i fatti di Cremona ed ora detenuto al carcere della Dozza.  Chi è Matteo e quali sono i fatti di cui è imputato? Matteo viene accusato di devastazione e saccheggio, sappiamo che è una legge del passato.. Sabato c’è stato l’interrogatorio di Matteo hai qualche novità che viene da quel giorno? State organizzando presidi o benefit a favore di Matteo?

puntata 35, stagione 2, 4 giugno 2015

NOTAV: Ai domiciliari con tutte le restrizione dopo la sentenza del 27 Maggio Graziano, Lucio, Francesco che si trovavano in carcere per il sabotaggio ad un compressore nei cantieri del TAV. La giuria smonta completamente le richieste dei PM che accusavano i 3 compagni di terrorismo – Si è svolto lo scorso fine settimana ad Iqbal Masih la Tatoo Circus iniziativa di supporto per i prigionieri anarchici – Sgomberata nella mattina del 3 giugno l’occupazione “La Rage”, situato in via Zago 1, che dal 9 maggio aveva ridato vita ad uno spazio lasciato abbandonato per anni. Alcuni ragazzi sono rimasti sul tetto per diverso tempo mentre i solidali dopo qualche blocco del traffico su via Stalingrado sono stati circondati e spintonati da gli anti-sommossa schierati – EVENTI: Venerdì 5 giugno dalle 8.30 al tribunale di Udine presidio di solidarietà con il detenuto in lotta Maurizio Alfieri – Sabato 6 giugno ore 10:00 presidio sotto il carcere di Cremona in solidarietà con i detenuti in lotta – Domenica 7 giugno dalle 15:00 presidio sotto il carcere a Ferrara in via Arginone:

Che Bologna in pentola: Storie di ordinaria repressione nella città bolognese. 4 interviste a quattro realtà che nell’ultimo periodo si sono mosse per ragioni diverse ma con uno strumento comune come: l’occupazione. Si son trovate però una amministrazione sorda e repressiva. Le realtà sentite sono in ordine: eat the rich, social log, hobo e aula C:

puntata 41, stagione 1, 10 luglio 2014

puntata n° 41 – stagione 1 – del 10 luglio 2014

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