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Pfizer e la pena di morte

Pfizer e la pena di morte

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Apprendiamo dai Media che il colosso farmaceutico statunitense Pfizer ha deciso di negare l’utilizzo dei suoi prodotti nelle esecuzioni capitali, causando la sospensione di diverse condanne in attesa di nuovi fornitori.
La decisione segue a ruota quella di almeno altre venti case farmaceutiche europee e americane, che negli ultimi anni hanno rivisto i loro macabri contratti commerciali con gli istituti penitenziari che praticano le iniezioni letali. Questa situazione ha gettato nel caos le esecuzioni delle condanne costringendo le carceri a ricorrere a mix di farmaci che hanno causato sofferenze fisiche a decine di condannati.
La macchina di morte però non può essere fermata, a costo di ritornare all’uso di cappi, sedie elettriche o fucilazioni, e l’argomento “pena di morte” è determinante nei giochi politici del Potere. La carenza di fornitori ha così costretto alcuni Stati Nordamericani a ricorrere a farmaci esteri non approvati dal Federal Drug Administration, provocando problemi legali e doganali e contribuendo così al crollo delle esecuzioni capitali negli USA, al minimo da quarant’anni a questa parte.

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