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notiziario puntata 15, 9 gennaio 2014

notiziario puntata 15, 9 gennaio 2014

Notiziario della 15a puntata, del 9 gennaio 2014

Di carcere si muore

Per i carcerati l’anno nuovo inizia con una nuova conta di morti in carcere. Muore nell’infermeria del carcere di Foggia a 58 anni Salvatore Di Ceglie. Nel carcere di Villa Andreino un 27enne è morto per aver inalato gas della stufetta in dotazione. Un altro 27 enne, che aveva dato fuoco alla sua cella il 26 dicembre, ha tentato il suicidio il giorno dopo nella 6a sezione dell’Alta Sorveglianza del carcere di Genova. Un 41enne si è impiccato nella sua cella del carcere di Ivrea con un cappio fatto con i sacchi dell’immondizia. Francesco si è suicidato a 53 anni la notte del 5 gennaio nel carcere di Rebibbia; era in attesa di giudizio da luglio e doveva essere trasferito in un reparto psichiatrico.

“Giustizia”

Si apre lo spiraglio di una riapertura del caso di Marcello Lonzi, morto a trent’anni nel 2003 in carcere, dopo la testimonianza di un ex-detenuto che rivela l’esistenza nel carcere di Le Sughere delle celle bianche, dove i carcerati vengono massacrati di botte dalle guardie.

Arrivano le condanne per le forze dell’ordine per il G8 di Genova. Condanne da un anno ad 8 mesi, da scontare ai domiciliari e senza restrizioni, per l’ex capo della DIGOS di Genova, l’ex dirigente UCIGOS, l’ex capo del servizio centrale operativo e poi del dipartimento centrale anticrimine, l’ex capo della polizia di Genova, gli ex capi delle squadre mobili di Genova, Firenze, Viterbo e L’Aquila, ed un ispettore. Condannati per aver falsificato prove verbali durante il processo, non condannabili per gli 87 feriti del blitz alla scuola Diaz, a causa della prescrizione.

Condannati in primo grado due agenti penitenziari di Cisterna e Monte San Biagio per il pestaggio nel carcere di Velletri di un detenuto, nonostante il loro tentativo di nasconderlo con false relazioni.

La Magistratura di Sorveglianza accerta la violazione dei diritti umani nel carcere di Termini Imerese. Il percorso del provvedimento, partito da un ricorso dell’ex-garante dei detenuti, risulta però bloccato dall’inerzia dell’amministrazione regionale siciliana, che al momento non ha nominato nessun nuovo garante.

Anche l’indignazione ha fatto il suo tempo

Dal 1 gennaio l’Azienda provinciale di Trapani ha sospeso senza alcuna motivazione  l’erogazione gratuita di farmaci – compresi quelli generici e quelli per il trattamento dell’ HIV – per i detenuti delle carceri di Trapani San Giuliano, Castelvetrano e Favignana.

Nel carcere di Sollicciano perfino dormire è una condanna: i detenuti hanno protestato in questi giorni gettando i materassi logori e sporchi nei corridoi, tra l’altro allagati tra l’altro dalla pioggia dei giorni scorsi; si aggiungono pareti umide, freddo nelle celle e mancanza d’acqua calda. Anche l’indignazione ha ormai fatto il suo tempo.

E’ solo ridicolo o anche meschino? Da un articolo sul Manifesto si scopre che al detenuto Davide Emmanuello, già costretto al regime del 41bis, viene vietata la lettura del romanzo di Umberto Eco ‘Il nome della rosa’ e del giornale il Manifesto…

Nuove Carceri in arrivo ma stavolta private

Prevista nel decreto “Salva Italia” del gennaio del 2012,  in cui Mario Monti inseriva tra i capitoli la possibilità di ricorso al project financing per l’edilizia carceraria, la procedura per la selezione dei pionieri della capitalizzazione dei detenuti in Italia ha avuto  ufficialmente inizio l’8 gennaio 2014. Si sono chiusi con una base d’asta di 63,58 milioni di euro i bandi di gara per la privatizzazione del carcere di Bolzano, che sarà il primo carcere privato in Italia, a cui si aggiungono i 14 milioni spesi per l’esproprio dei terreni. Lavoro coatto e carcere fabbrica? Quote dello Stato? L’esperienza americana non ha insegnato nulla: dal 1980 con l’introduzione del carcere privato il numero dei detenuti è aumentato del 400%.

CIE

Il 18 dicembre la polizia caricava davanti al CIE di Bologna una manifestazione indetta da diverse realtà bolognesi, che voleva tracciare sul muro esterno la scritta ‘Mai più CIE’. A fare la parte delle vittime sono però le forze dell’ordine, che denunciano 8 agenti contusi e cercano a chi affibbiare denunce.

Per il CIE di Modena, dopo la rescissione del contratto con l’ultimo ente gestore – l’Oasi, è arrivata la soppressione da parte del ministero dell’Interno. Continua invece la vicenda legale e repressiva a spese dei tre ragazzi che in giugno avevano partecipato ad un presidio contro il CIE. Da allora i tre sono sottoposti a misure restrittive, e l’udienza è stata continuamente spostata di mese in mese. A quanto pare, i CIE si possono attaccare soltanto a belle parole…

Chiuso temporaneamente anche il CIE di Gradisca d’Isonzo, mentre, in seguito ad una manifestazione organizzata dall’associazione Ya Basta per chiederne la chiusura, nove persone sono state accusate di averne imbrattato le mura con scritte. 

Dall’1 gennaio sono iniziati i lavori di ristrutturazione del CIE milanese di via Corelli, con fondi stanziati ad hoc dalla prefettura.  Chiuso grazie agli episodi di rivolta e protesta dei reclusi che lo hanno reso inagibile, dovrebbe riaprire con una nuova gestione: alla Croce Rossa subentrerà un nuovo ente, dopo la bocciatura dell’Oasi di Siracusa che aveva vinto l’appalto ma che risulta ormai impresentabile dopo aver gestito in maniera economicamente disastrosa i CIE di Modena e Bologna.

Dopo il sensazionalistico scandalo scatenato dai video che riprendevano ciò che in CIE e nei cosiddetti centri di accoglienza è una realtà da anni, ovvero dei rinchiusi che vengono fatti spogliare nudi nel cortile e irrorati di disinfettante per evitare le malattie, il cosiddetto centro di accoglienza di Lampedusaè stato svuotato: i 200 rinchiusi sono stati rimpatriati o trasferiti in altri CIE. Vi restano solo i 7 sopravvissuti alla tragedia del 3 ottobre.

Nel CIE di Ponte Galeria a Roma, gestito dalla cooperativa Auxilium, si allarga a diversi rinchiusi la protesta: si sono cuciti le labbra con ago e filo e rifiutano il cibo; chiedono la tutela della dignità umana, tempi di trattenimento o espulsione più rapidi, assistenza legale e sanitaria. Stavolta la protesta è appoggiata dalla campagna LasciateCIEntrare e dai deputati del PD; ben diversamente vanno le cose quando non ci sono istituzioni alle quali interessa cavalcare l’onda, come nella protesta avvenuta a febbraio, sedata violentemente dalle forze dell’ordine e finita con l’arresto di 15 persone. Un recluso in questo CIE dice letteralmente che i politici non possono  dare ai reclusi quello che vogliono, cioè la libertà.

Due notizie dalla Dozza

Firmato finalmente il protocollo d’intesa tra l’amministrazione penitenziaria e l’Università di Bologna,  ne avevamo parlato mesi fa con il promotore, il prof. Basevi, partiranno  i lavori per creare un vero a proprio Polo penitenziario universitario con molti più servizi anche informatici e luoghi per i detenuti che vogliano studiare. Rimangono comunque esclusi, anche stavolta, le sezioni del femminile e dell’Alta Sorveglianza.

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