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notiziario puntata 10, 5 dicembre 2013

notiziario puntata 10, 5 dicembre 2013

Notiziario 10, puntata del 5 dicembre 2013

 

 

BOLOGNA:

Nell’ambito degli appuntamenti di ‘Fine pena mai’, iniziativa in corso in questi giorni a Bologna, la garante regionale dei detenuti Desi Bruno dice che uno stato che non riesce a soddisfare le garanzie minime di tutela della dignità umana non può punire, e che è lo stato italiano che sta violando le leggi. Noi vorremmo aggiungere che lo stato non si incarcera certo da solo però, e che proprio incarcerando i singoli sta violando le sue stesse leggi. Cancellieri assente, stavolta niente passeggiata in centro e tortellini dopo un giro in carcere… turistico.

 

MORTI E SUICIDI:

Il 27 novembre un uomo rinchiuso al carcere di Contrada di Capodimonte (Benevento), ha tentato il suicidio tagliandosi le vene. Nello stesso carcere il 22 novembre si è invece impiccato Mario Iacca, di ventinove anni, che sarebbe dovuto uscire dopo pochi mesi…

E’ morto il 28 novembre a Rebibbia Cristian Mendoza, a 28 anni. Ancora non si sanno le cause, si suppone che abbia inalato gas delle bombolette usate dai detenuti per poter cucinarsi da mangiare in cella, ma sarà l’autopsia forse a chiarire cos’è successo a Cristian, arrestato l’anno scorso per violenza a pubblico ufficiale e che sarebbe dovuto uscire a marzo. Ma è stato ucciso dal carcere.

Federico Perna è morto l’8 novembre, a 34 anni, nel carcere di Poggioreale, nella sua cella dove vivevano in undici rinchiusi, dopo una settima che sputava sangue e chiedeva di essere ricoverato. Il suo corpo è martoriato, livido e sanguinante: ciò che rimane di lui dopo nove anni rinchiuso a Velletri, Cassino, Viterbo, Secondigliano e Benevento.  Aveva la cirrosi epatica e l’epatite C cronica, oltre a problemi di coagulazione del sangue, ed era in attesa di un trapianto di fegato; gli venivano dati psicofarmaci e tranquillanti in dosi massicce. Un referto medico di due anni fa diceva che per il suo stato di salute non avrebbe dovuto stare in carcere, ma i magistrati ce lo avevano lasciato. E qualcuno che lo ha ucciso, almeno con l’indifferenza, ha persino il coraggio di dire, oggi, che lui rifiutava le cure. I risultati dell’autopsia non sono ancora disponibili, anche se è già stata fatta, e nessuno sa dire alla madre, Nobila Scafuro, come è morto né dove. La madre ai colloqui lo vedeva sempre pieno di lividi, e lui le raccontava che veniva picchiato dalle guardie perché chiedeva di aprire l’acqua nel bagno della cella oppure perché chiedeva aiuto quando non si sentiva bene; e questo potrebbe spiegare forse le ecchimosi sul suo corpo senza vita. D’altra parte, lei che il figlio era morto l’ha saputo da una lettera speditagli da un compagno di cella e nessuno l’ha ascoltata quando ha telefonato alla direzione del carcere chiedendo dov’era il corpo di suo figlio, che ha dovuto mettersi a cercare lei. È stato torturato e ammazzato dallo Stato, così come gli altri morti di carcere a Poggioreale – dice Nobila. Nello stesso carcere, d’altro canto, è rinchiuso anche un uomo affetto da tumore al midollo spinale, che ha perso 60 kg, è ridotto ad uno scheletro, e si sta lentamente spegnendo nella sua cella. La garante dei detenuti della Campania parla anche di altre denunce di percosse subite dai detenuti a Poggioreale: denunce verbali però, perché, essendo i detenuti alla mercé delle guardie che li picchiano, hanno troppa paura poi di mettere la loro firma sulla denuncia cartacea vera e propria. Nonostante tutto questo, 50 rinchiusi hanno firmato una denuncia per i topi, la sporcizia e i maltrattamenti.

 

 

“GIUSTIZIA”:

Cambiano le norme sulla custodia cautelare in carcere: la proposta di legge approderà in Parlamento il 9 dicembre, ma sarà richiesta una valutazione più ampia degli elementi oggettivi ed ora anche soggettivi per disporla e dovrà essere motivata specificatamente e non per rinvio agli atti del PM. Forse tornerà ad essere extrema ratio la carcerazione preventiva, e non più un anticipo di una pena da scontare in un paese dove, almeno così dicono, vige la presunzione d’innocenza.

Decreto Cancellieri: altre norme hanno superato il vaglio della Commissione Giustizia,  dopo il tentativo di aprire le celle per qualche ora in più per non aprire il portafoglio dello Stato. Vediamo in cosa consistono:

  1. aumentare da 45 a 60 giorni ogni sei mesi il periodo di liberazione anticipata per buona condotta, eventualmente facendo retrocedere la misura al 2010.
  2. piccola modifica della Fini-Giovanardi: possibile introduzione del reato autonomo per i casi di “lieve entità”, questo non eviterà che migliaia di tossicodipendenti finiscano in carcere: li lasciano morire giusto qualche anno.
  3. istituire l’ennesimo garante per i detenuti…quello nazionale.. per tutte le patrie galere.

Procede lentamente il decreto, invece sta andando avanti a gran velocità il ciclo di costruzione di nuovi istituti penitenziari…strano…

Passiamo ora a parlare dei referendum: sembra ormai certo che tutti i quesiti abrogativi – anche i più gettonati da Berlusconi e amici, cioè quelli sulla giustizia – non abbiano raggiunto il numero di firme sufficienti, cioè 500mila. Ben al di sotto della soglia, come prevedibile dal clima politico e storico che viviamo, quelli sulla legalizzazione delle droghe leggere, l’abolizione dell’ergastolo e il reato di clandestinità. Se da un lato possiamo considerare apprezzabile il tentativo dei Radicali di continuare a richiamare l’attenzione su questi temi, dall’altro non si può non dubitare che la “macchina da guerra” solitamente allestita dai Radicali, inceppata questa volta, sia stata solo una parata.

 

CIE

Nel CIE di Ponte Galeria a Roma, gestito dalla cooperativa Auxilium, è emergenza freddo: gli oltre cento rinchiusi se la devono vedere con piogge torrenziali e primi veri freddi, senza riscaldamento e, a causa di un guasto, anche mancanza di acqua corrente. Lo scorso anno in pieno inverno erano costretti a indossare solo ciabatte per evitare tentativi di fuga.

 

PILLOLE:

Ha passato più di tre anni rinchiuso Patrik, catturato in Grecia nel 2010 e carcerato a Rebibbia, nonostante si professasse innocente. E non solo era innocente, ma non era nemmeno la stessa persona. Lo hanno scarcerato quando si sono accorti che si era trattato di uno sbaglio, perché il ricercato era un suo quasi omonimo. Chissà se ora gli concederanno un risarcimento, visto che in tre anni nessuno gli ha concesso di ascoltare ciò che diceva.

 

ESTERI:

Detenuti dell’ETA: in Francia sono attualmente 127, 10 dei quali arrestati quest’anno. In Spagna, invece, sono 50 i prigionieri dell’ETA scarcerati dal 22 ottobre ad oggi, dopo una sentenza della corte europea per i diritti umani che ha definito illegale la detenzione prolungata della militante Ines del Rio. Questa sentenza ha cassato di fatto la ‘dottrina Parot’, che di fatto annullava per i condannati per reati considerati particolarmente gravi gli sconti di pena, previsti dal codice penale del ’75. Nel frattempo però, nel ’96 il codice penale spagnolo è stato modificato e ora prevede pene detentive fino a 40 anni effettivi.

Tunisia: per porre rimedio alla disastrosa situazione carceraria del paese, il governo intende costruire 7 nuove carceri. Si tratterrebbe di un gesto distensivo nei confronti della democratica civiltà occidentale ed europea. Proprio così: costruire nuove carceri sarebbe l’equivalente di un gesto di civiltà.

 

LOTTE E PROTESTE:

Venerdì 22 novembre circa 200 detenuti di tre sezioni nel carcere Carmelo Magli di Taranto hanno messo in atto dalle 20 all’una di notte, una protesta per le condizioni di detenzione, con una violenta battitura e lancio di oggetti nei corridoi.

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