Ultime notizie
Home » Archivio » Notizie » notiziario 6 puntata , 7 novembre 2013
notiziario 6 puntata , 7 novembre 2013

notiziario 6 puntata , 7 novembre 2013

NOTIZIARIO 6, puntata del 7 novembre 2013

Anche oggi iniziamo dalle notizie locali di bologna.

La garante dei detenuti Laganà rende noto che alla Dozza sarebbero rinchiusi anche due neonati e una donna incinta, per poi caldeggiare sulla stampa la proposta di un Icam, cioè una struttura detentiva attenuata apposita per madri e bambini. Una proposta inquietante se si trasformasse di fatto nel rinchiudere più madri e figli, abbellendosi dell’idea che il carcere possa essere « purtroppo necessario » anche per loro. La stessa Laganà cita studi che rivelano come il disagio di madri e figli rinchiusi sia enormemente sofferto e diffuso. Ma non basta abbellire un carcere con un po’ di mimosa per la festa della donna regalata dai secondini, come succede all’Icam di Milano, o dicendolo senza sbarre, ma pieno di telecamere nei fatti, per fare finta che non sia un carcere.

Oltre ad un Icam, tra le proposte della Cancellieri in visita a Bologna spicca la possibilità di trasferire il carcere minorile del Pratello, e quella di un’aula bunker alla Dozza, cosicché venga risolto il problema di trasportare i detenuti alle udienze processandoli direttamente all’interno del carcere stesso. Sepolti fino alla fine.

 

Mentre la condizione di sovraffollamento ed invivibilità delle carceri attraverso la penisola è bene o male omogenea ed allarmante, e produce risse tra italiani e stranieri a Roma, rischi di epidemie di pidocchi a Sassari, la chiusura delle sale dei colloqui ridotte a soli tre giorni a settimana a Massa Carrara, e addirittura la presenza di amianto nel carcere di Voghera, il Ministro Cancellieri gira per l’Europa parlando di ipotetici piani svuota carceri, ma tra la storia e una mappa geografica non si può non vedere qualche ripetizione in tale progetto : di amnistia, non se ne parla, meglio pensare, come fanno i ministri, a farsi stanziare altri 468 milioni di euro, di cui 310 milioni sono destinati alla copertura di 39 appalti per la costruzione di nuove carceri e nuovi padiglioni. forse non si ricordano i ministri che questa favola l’hanno già raccontata tante volte, come ci viene ricordato dalle numerose strutture disseminate per l’Italia, costruite grazie ad appalti pubblici ma mai terminate, e destinate ad essere futuri carceri. Ce ne sono più di 90 in tutt’Italia. Ma quello che interessa si sa, è fare appalti, e mangiarci sopra. Sarà certo quello cibo migliore di quanto rimane ai detenuti rinchiusi. Ma si sa,in Italia la legge è uguale per tutti, infatti il ministro Cancellieri si premura di telefonare solo a certi « amici » di buona famiglia, e allo stesso modo i giornali riportano l’importante « depressione » di Fabrizio Corona. Agli altri detenuti comuni, per lo più stipati e abbandonati, resta la preziosa possibilità, quando sono fortunati, di venire sorteggiati tra i pochi cui viene dato un lavoro, prezioso per passare il tempo, certo meno per il compenso salariale. Ci sono infatti un pò di esempi questa settimana, a Cremona sono già in 14 i detenuti impiegati nello scansionamento di tutti i fascicoli del tribunali locale. Differente proposta invece a Perugia, dove i detenuti sono stati impiegati nella manutenzione e decoro della città. si sa, la forza lavoro sperimentale è molto in sintonia con la crisi. I soldi veri sono privilegio degli appalti, i detenuti comuni forse sono extraterrestri, e proprio non ne hanno bisogno.

 

CIE

Lo scorso giovedì notte si è consumata l’ennesima rivolta dei rinchiusi nel CIE di Gradisca d’Isonzo, considerato il peggiore d’Italia. I reclusi in rivolta sono riusciti a rendere inagibili alcune delle loro celle, e hanno proclamato uno sciopero della fame per protestare contro le indegne condizioni in cui sono rinchiusi. Per reprimere la rivolta, oltre alle forze dell’ordine di stanza all’interno del CIE, chiamati anche i Carabinieri di Gorizia e rinforzi che dovevano arrivare dal Veneto. Sono stati avviati procedimenti per identificare singolarmente i rivoltosi e quindi per procedere legalmente contro di loro. Certamente ci vuole molta faccia tosta per accusare chi distrugge una gabbia invivibile in cui lo si rinchiude di averla distrutta… mentre ieri c’è stata l’udienza per la convalida delle misure cautelari per i compagni di Modena accusati appunto di avere protestato contro l’esistenza del CIE.

 

PILLOLE DALL’ESTERO

 

Negli USA un’indagine indipendente denuncia la violazione dei codici etici della loro professione da parte di medici e psicologi stipendiati dall’esercito statunitense per aver contribuito alle torture inflitte ai sospettati di terrorismo nelle prigioni gestite dal ministero della difesa americano e dalla CIA. Avrebbero insomma ignorato il loro giuramento di Ippocrate, provvedendo a torturare invece che a curare. Ma si sa, non erano i rinchiusi a pagarli, bensì i loro carcerieri e torturatori…

 

Inghilterra : nel carcere di Maidstone, nel Kent, questa domenica tra i 160 e i 180 detenuti avrebbero dato vita ad una protesta tale da richiedere l’intervento di squadre speciali di agenti – chiamati ‘tornado’. Dalla stampa non si è più saputo nulla.

 

In Polonia il procuratore generale garantisce per la terza volta lo status di ‘parte lesa’ ad uno degli oltre 160 detenuti che si trovano ancora a Guantanamo , il quale potrebbe così chiedere visione degli atti d’indagine e contestarne i ritardi. Questa indagine, scaturita cinque anni fa dalla presenza in polonia di un centro di detenzione aperto per conto della CIA, vorrebbe far luce sulle illegalità commesse dai paesi europei nella guerra al terrorismo lanciata dagli USA dopo l’11 settembre 2001 ; ma per ora procede a rilento e senza molta trasparenza.

Inserisci un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Required fields are marked *

*

Antispam * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Scroll To Top