La ricostruzione di seguito esposta sull’“impero” costruito dallo psichiatra penale Frank Urbaniok nel cantone di Zurigo è stata liberamente tratta dalla rivista specialistica “Kinder ohne Rechte” (Bambini senza diritti) in occasione delle iniziative per la liberazione del compagno Marco Camenisch (5-6 febbraio 2013, organizzate in Svizzera e Italia).
Abbiamo voluto pubblicarlo per capire una realtà, la presenza cosciente e attiva della psichiatria nella pretesa determinazione della personalità di chi viene chiuso in carcere, di conseguenza, nella predisposizione delle condizioni di prigionìa cui sottoporla/o e di scarcerazione.
Una realtà che in Italia nell’ultimo decennio si è inesorabilmente fatta largo e imposta. Un tempo l’équipe psicologo-psichiatra era presente e attiva soprattutto nei “manicomi criminali”, poi chiamati OPG (ospedali psichiatrici giudiziari), dove ci si finiva per punizione o per scelta, in modo da favorire la riduzione della pena o, infine, perché travolte/i nel proprio intimo da arresto, processo, condanna. Oggi in Italia nessuno/a che finisce dentro, in nessun carcere, sfugge al controllo di quell’équipe, esercitato attraverso colloqui individuali uniti alla strettissima collaborazione con la polizia penitenziaria nel decidere la quotidianità di ciascuna/o prigioniera/o.
Sulla psichiatria penale in Svizzera