Ultime notizie
Home » Archivio (pagina 3)

Archivio della categoria: Archivio

Puntata del 23 dicembre 2023

Intervista a Matilde Ramini regista del documentario Fuoritempo, un archivio per Sante Notarnicola. Il documentario è stato proiettato lunedì 18 dicembre al Cinema Europa.

 

Puntata del 2 dicembre 2023

Sulla continuità della reclusione per le persone migranti e sulla memoria dei fatti di Modena dove hanno perso la vita 9 detenuti.

 

2

Puntata del 25 novembre 2023

Lettura del secondo capitolo de “L’evasione impossibile” di Sante Notarnicola

 

Puntata del 18 novembre 2023

La prescrizione tra riforme e funzione educativa. Uno sguardo complessivo sulle disuguaglianze della giustizia.

 

Letture: ” Un innocente assassino” di Margherita Altea

Carcere di Tempio, 1898. Giovanni Antonio Oggiano è recluso per un crimine che non ha commesso. I meccanismi della giustizia sono lenti, la paura di non poter riacquistare la libertà fa sì che decida di mettere su carta la storia della propria vita. Un’esistenza difficile, in una Sardegna ancora prettamente rurale e dove l’obiettivo principale di ogni sforzo è garantirsi una sopravvivenza dignitosa. Giovanni è abituato sin da piccolo a lottare per non essere sopraffatto dai più forti; eppure, quando tra mille peripezie riesce a costruire qualcosa di suo, è costretto a rinunciarvi. La sua voce rimane inascoltata, alla scrittura affida il resoconto delle vicende personali e la possibilità di aggrapparsi alla propria natura di essere umano, seppur confinata in una cella angusta.

Un innocente assassino si basa su fatti reali e permette di immedesimarsi in una storia senza tempo e sempre attuale: quella degli innocenti ai quali è negato il riconoscimento della verità.

L’autrice:

Margherita Altea è nata a Tempio Pausania (SS) nel 1978. Ha pubblicato il romanzo Il giardino di sabbia (Lettere Animate Editore, 2017), i racconti Lungo il fiume e Il viaggio di Isadora (Racconti nella Rete) rispettivamente nel 2018 e nel 2020.

https://www.aughedizioni.it/prodotto/un-innocente-assassino/

Da leurispes.it del 6 novembre 2023

di Ilaria Tirelli

Quella di Margherita Altea è una storia “familiare”, nata quasi per caso dal ritrovamento di un diario e alimentata dalla volontà di dare voce a chi non è riuscito a dimostrare la propria innocenza. Il carattere personale di questa storia si interseca indissolubilmente con quello che è, forse, il fine ultimo della scrittura: consegnare alla pagina una memoria che tramandandosi diventi imperitura, che testimoni una verità altrimenti inascoltata, sottraendo alla caducità del tempo l’esistenza stessa di un individuo che ha come unica arma di difesa la sua stessa scrittura. Un innocente assassino è il racconto di una vita, una storia intima e profonda, necessaria ad un padre per testimoniare la propria versione alle sue figlie, mai conosciute proprio a causa della reclusione: è il racconto di un errore giudiziario nel quale possiamo riconoscere molti altri casi di cronaca, dove non è la giustizia a fare il proprio corso ma l’invidia e il pregiudizio.

Un innocente assassino è il racconto di una vita necessario ad un padre per testimoniare la propria versione alle sue figlie

La potenza narrativa di un inizio in medias res serve a calare immediatamente il lettore nel cuore degli avvenimenti: quella che ci si prefigura davanti è una cella di isolamento del carcere di Tempio Pausania sul finire del 1898. Il fatto saliente di questa storia è già accaduto e, in un certo senso, viene dato per assodato dall’autrice sia attraverso il titolo – l’innocente assassino di cui si parla non potrà che essere il nostro protagonista, Giovanni Antonio Oggiano – sia attraverso un prologo che poco spazio lascia all’immaginazione, restituendo la descrizione di un luogo, un carcere della Sardegna di fine secolo, che un lettore moderno sicuramente fatica ad immaginare: «Quattro mura strette e soffocanti, nessuna finestra […]. Nessun angolo o pertugio per sfuggire alla disumanità di quel luogo. Il soffitto troppo basso gli impediva di stare dritto».

La Sardegna di quei tempi è una terra aspra e rurale, dove la lite con un vicino può facilmente finire con un assassinio

Fin da bambino il piccolo Giovanni si trova ad affrontare un’esistenza difficile, a dover lottare per non essere sopraffatto dal più forte di turno che riconosce, in primis, nella figura del patrigno. Ma anche al di fuori delle mura domestiche il contesto sociale non è dei migliori: la Sardegna è, a quei tempi, una terra aspra, prettamente rurale, dove il bestiame e il raccolto rappresentano l’unica fonte di sostentamento familiare e dove la lite con un vicino può facilmente finire con un assassinio. Giovanni, però, nonostante il suo carattere impulsivo è molto amato ed aiutato nel corso delle sue vicissitudini; ha persino amici pronti a sacrificare la propria libertà – e, alla fine, la vita stessa – per proteggerlo e nasconderlo durante la latitanza.

Un omicidio è stato commesso, ma non sappiamo di chi, o come sia successo né tantomeno perché

Il lettore viene accompagnato in questo arcaico mondo in modo semplice, lineare, soprattutto grazie ad una prosa fluida ed uno stile che risulta immediatamente familiare. Quello che tiene viva l’attenzione di chi legge spingendo a proseguire pagina dopo pagina è, senza dubbio, la curiosità, abilmente instillata dall’autrice fin dalle prime pagine: un omicidio è stato commesso, ma non sappiamo di chi, o come sia successo né, tantomeno, perché. Ed è proprio per scoprire la verità che la storia si legge tutta d’un fiato. I due piani narrativi del presente e del passato si intrecciano e si rincorrono continuamente, manifestando in maniera ossimorica la situazione stessa del protagonista e, allo stesso tempo, creando un complessivo effetto di suspencela reclusione e l’immobilità del presente si contrappongono alla vivacità e alla vitalità del ricordo passato, alimentando in questo modo quel senso di nostalgica malinconia nei confronti di una vita e di una libertà ormai perdute.

Quel che resta all’innocente assassino è un ricordo nebuloso, ormai quasi del tutto cancellato dal carcere

Il gioco dei piani narrativi culmina nella seconda parte del libro, ambientata esclusivamente nel carcere: il protagonista è ormai stato arrestato e il racconto si dirada sempre di più per far spazio a stralci del diario stesso che conferiscono una rapidità ancora maggiore alla storia. Il finale coincide con l’ultimo giorno del protagonista nel carcere di Pianosa. Non ci viene detto come è stato per il protagonista riabbracciare moglie e figlie e cercare di recuperare una normalità a lungo agognata. Quel che resta di questa storia è un ricordo nebuloso, ormai quasi del tutto cancellato dal carcere, una nostalgia per gli anni persi e per i cari perduti nel corso del tempo e, allo stesso tempo, una connessione fisica con la propria terra natìa: «Mi restano immagini sbiadite, simili a sogni. Mi restano gli odori, i colori della Gallura. […] Domani torno a respirare la tua aria, mondo! Inutile crucciarsi di quello che è stato, rimpiangere ciò che è perso. Inutile. Questa notte durata anni si è quasi conclusa e io mi sveglierò solo più vecchio».

https://www.leurispes.it/un-innocente-assassino-la-memoria-di-una-vita/

Puntata del 4 Novembre 2023

Nuovo giro di vite sui minori in un’ottica punitiva e criminalizzante. Il sistema penale e carcerario perpetua se stesso creando categorie di nemici interni.

 

Puntata del 28 ottobre 2023

L’abuso dei psicofarmaci carcere chimico per menti ribelli

 

Cine-teatro: “I Mostri ci somigliano” di Chiara Migliorini

Uno degli aspetti più oscuri della società contemporanea: l’abuso di potere. Uno dei contesti più scomodi: il carcere. Partendo da una riflessione sul ruolo dell’informazione mediatica sul tema, lo spettacolo è un susseguirsi di quadri che indagano il rapporto tra vittima e carnefice, tra oppresso ed oppressore all’interno del carcere per affrontare una riflessione più ampia sul sistema sociale in cui viviamo. I temi riguardanti abuso, responsabilità, perdita, e (in)giustizia sono rappresentati dagli attori in un crescendo di parole e movimenti da cui emerge una riflessione profonda sui concetti di bene e male, giusto e sbagliato all’interno delle dinamiche sociali in cui si muovono Mostri e Uomini. Sta al pubblico individuare gli uni e degli altri, la sfumata linea di divisione tra i due, e il ruolo della Società nel farsi garante dello status quo.

Associazione Culturale Lotus

FB: https://www.facebook.com/LOTUS-associ…

Mail: lotus.teatrodanza@yahoo.it

Con: Samuele Alfarano, Francesco Del Cherico, Francesco Di Fraia, Sara Marotta, Benedetta Melani, Alessio Ricci, Caterina Ridi, Agnese Sforzi

Assistenza alla Regia: Riccardo Taddei

Regia e Drammaturgia: Chiara Migliorini

Filmmaker: Mattia Mura

Letture: “Respiro” di Barbara Balzerani

I rimandi tra dimensione privata, vicende pubbliche e impazienza di cogliere i segni di un possibile Che fare? in un mondo di relazioni politiche andato in frantumi. Tempo passato a nutrire la forza per contrastare la pervasività della mercificazione, la remissività alle nuove paure indotte, l’isolamento di sopravvivenza, la delazione organizzata, la fabbrica delle menzogne, la scienza-
religione, il governo della tecnica, il consenso ai provvedimenti del potere, la propaganda ossessiva.
Questo testo è il tentativo di raccontare un film dell’orrore intravisto come da dietro il vetro di un acquario opacizzato. È la narrazione dell’intersecarsi di una malattia, di una pandemia e di una guerra in due anni di sospensione del tempo e della vita sociale. È il racconto dell’agonia di un sistema che non prevede il diritto al respiro.

Prefazione di Filippo Kalomenìdis

Barbara Balzerani

nei primi anni Settanta milita in Potere operaio, poi nelle Brigate rosse. Al termine di una lunga latitanza viene arrestata e sconta 25 anni di carcere. DeriveApprodi ha pubblicato tutte le sue opere: Perchè io, perché non tu (2009),  Cronaca di un’attesa (2011), Compagna luna (2013), Lascia che il mare entri (2014), La sirena delle cinque (2015), L’ho sempre saputo (2017), Lettera a mio padre (2020).

https://deriveapprodi.com/libro/respiro/

Nuove proiezioni: “Io capitano” di Matteo Garrone

SINOSSI

Io Capitano racconta il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

COMMENTO DEL REGISTA

Io Capitano nasce dall’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dalla loro angolazione per raccontare questa odissea contemporanea dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha. (dal sito sella Biennale di Venezia: https://www.labiennale.org/it/cinema/2023/venezia-80-concorso/io-capitano ).

TRAILER

https://www.youtube.com/watch?v=idErmD0bA_M

Scroll To Top