Iniziative

Campagna per il libero accesso e
la libera circolazione dei saperi



Milano - 12-13 gennaio 2001


noSIAE - Milan version
LOAcalized
Gnu Economy e liberta' di accesso e circolazione dei saperi
sez. e-ditoria

un report di T.H.E.Walrus pubblica su cyber-rights@ecn.org


vista l'importanza dell'incontro su GNU economy e nuova editoria organizzato dal Loacker a Milano, ritengo di fare cosa e buona giusta inviando in rete gli appunti che ho preso durante il suo svolgimento. non pretendo di rappresentare alla perfezione il dibattito. arteriosclerosi, crampi dello scrivano e bisogni fisiologici :-) possono avermi condotto ad involontarie omissioni e deformazioni. chi non si riconoscesse in quanto da me trascritto, e` pregato di correggere. ricordo che all'url http://kyuzz.org/radiocybernet e` disponibile la registrazione dell'intera iniziativa.

Blicero - Loacker Milano
introduce la discussione rilevando come l'era digitale comporta profonde trasformazioni nelle modalita` di produzione e circolazione dei saperi e della merce artistica e di intrattenimento. e` necessario riflettere su cosa comportano in concreto queste trasformazioni per i soggetti produttori e mediatori di questa circolazione ed arrivare ad un'interazione con loro per favorire queste dinamiche di libera circolazione.
segnala come validi esempi di iniziative per la libera circolazione dei saperi il progetto Copydown di Strano Network per la diffusione di autoproduzioni free e nocopyright e il progetto Oboe (Open Blind-person Oriented E-tool) per l'accessibilita`
la "provocatoria" proposta di utilizzare la rete come biblioteca pubblica universale in cui sia obbligatorio per le case editrici depositare copia di ogni libro pubblicato, analogamente a quanto avviene ora con le biblioteche nazionali, va innanzitutto nel senso di rompere con le tradizionali forme chiuse di circolazione dei saperi.
interviene successivamente per comunicare che Nanni Balestrini ed Edoardo Sanguineti non potranno essere presenti malgrado l'adesione. il loro contributo sarebbe stato importante per capire il rapporto e le possibilita` di liberazione dell'autore dai vincoli della distribuzione editoriale. problema complesso e contraddittorio, in quanto in un panorama dominato dalle tendenze oligopolistiche della grande editoria e della grande distribuzione anche il piccolo soggetto editoriale non e` necessariamente in antitesi rispetto a questo trend di libera circolazione dei saperi.

Ferry Bite - Strano Network, Isole Nella Rete, owner della ml
fa presente come l'idea di convertire in deposito obbligatorio in rete -- elevata ad ipotetica biblioteca universale elettronica -- il vigente obbligo legale per gli editori di depositare nelle biblioteche nazionali copia di ogni libro pubblicato, vada di pari passo con l'idea di accesso garantito alla rete fatta storicamente propria da movimenti antagonisti e progressisti dell'attivismo telematico.
trova particolarmente significativo che quest'anno la tradizionale apertura di lotte del movimento studentesco a Firenze si sia aperta nel segno della lotta contro il copyright, e che gli hacklab abbiano avuto un loro ruolo in questo processo.
sottolinea l'importanza della FDL (licenza free derivata dalla GPL e riadattata per la manualistica del free software) come strumento da cui prendere spunto per garantire la riproducibilita` e l'accessibilita` delle produzioni testuali, salvaguardando la paternita` intellettuale e gli interessi economici dell'autore.
sottolinea come non si propone con questo una "rivoluzione", ma si propone di adeguarsi a quelle che di fatto sono gia` tendenze del mercato. questo ormai oltre che con le tradizionali rivendicazioni di libera accessibilita` dei saperi fatte proprie dai movimenti antagonisti, deve confrontarsi con le problematiche e le innovazioni poste in essere dalla "rivoluzione digitale". per questo motivo, su questo terreno specifico sara` probabilmente assai facile vincere nel prossimo futuro.
mentre obiettivi come la difesa della liberta` di parola in rete e della libera circolazione di informazioni sottratta al monopolio giornalistico sono assai piu` problematici e difficili, specie se non limitati alla difesa di una liberta` di espressione puramente formale, ma estesi anche al problema della possibilita` di raggiungere quote significative di ascolto e di attenzione.
interviene successivamente ricordando il netstrike contro la SIAE come momento importante per dare visibilita` a questi progetti e tendenze. sottolinea che il down di 10 giorni del sito SIAE dovuto alla necessita` di ristrutturarsi e blindarsi contro l'annunciato netstrike e` gia` una vittoria.

Jaromil - programmatore, Radiocybernet

ricorda che l'incontro viene broadcastato e registrato da radiocybernet e che sara` possibile sentire gli interventi all'URL http://kyuzz.org/radiocybernet. legge un'email del Freaknet Medialab di Catania che si trova sotto attacco repressivo assieme al centro sociale Auro. il comunicato e` leggibile tra l'altro all'URL http://strano.net/news/2001/auro.htm

Marco Bascetta - edizioni Manifesto Libri

non crede che la battaglia per la libera circolazione dei saperi sia vinta in partenza, questa battaglia va oltre la rete ed e` limitante percepirla solo rispetto ad essa. la tendenza in atto e` quella dell'estensione feroce del concetto di proprieta` privata a ogni forma di sapere, dalla riforma universitaria alla brevettazione delle mappe genetiche dei viventi, e il discorso va collocato in questo contesto. da questo punto di vista la strada e` tutta in salita.
quanto al diritto d'autore, occorre riflettere su cosa e` l'autore. e` si` il prodotto di un'interazione sociale e di un contesto sociale e comunicazionale generale, ma il prodotto editoriale (nella sua esperienza di "editoria di progetto") e` innanzitutto il prodotto di un'interazione tra autore ed editore. quest'ultimo non e` il puro distributore e commercializzatore di un qualcosa che e` gia` esistente e diffuso a livello generale di cui si appropria, ma apporta un suo significativo contributo alla creazione di un prodotto editoriale. la rete modifica effettivamente questo scenario, perche` e` possibile gia` adesso essere editori di se stessi, malgrado il permanere di problemi non risolti, ma quello editoriale rimane comunque un prodotto di tipo diverso.
l'editore e` anch'esso un produttore (una sorta di "autore che non scrive") specie nella cosiddetta "editoria di progetto". questo tipo di editore/produttore ad esempio non e` per niente contento dell'estensione della durata del diritto d'autore da 50 a 70 anni, che favorisce in realta` il consolidamento della proprieta` oligopolistica sul patrimonio culturale gia` esistene.
questo tipo di editore/produttore e` la prima vittima della finanziarizzazione del mercato editoriale, dell'oligopolio, della trasformazione in catena delle librerie e dei canali distributivi. probabilmente la pubblicazione obbligatoria in rete di ogni libro edito colpirebbe negativamente vari libri di nicchia specialistica a costo relativamente alto e bassa diffusione che sono il segmento di mercato di cui vive l'"editoria di progetto".
esiste gia` una doppia sfera: una sfera di liberta`, in cui l'editoria di progetto alternativa e` tenuta in qualche modo a tenere bassi i profitti, a far circolare piu` liberamente il suo prodotto eccetera, e una sfera di assoluta privatizzazione in cui si privatizza tutto e si lucra su testi che il consumatore e` magari costretto ad acquistare ad alto costo e senza possibilita` di scelta, come i testi universitari. occorre fare attenzione a non incentivare questo divario.

Francesco Leonetti - scrittore

la proposta provocatoria dell'immissione obbligatoria in rete di ogni libro edito e` molto bella in senso politico e culturale. non si aspetta molto dalla proposta in quanto tale, ma e` suo interesse andare oltre e vedere dove possono portare le dinamiche che innesca e quali adattamenti potra` subire. l'ostacolo in ogni caso non proviene dagli autori. il diritto d'autore e` cosa vecchia e da lungo tempo ha cessato di avere funzione significativa per l'autore stesso. va difeso il diritto alla paternita` del testo, alla sua integrita`, ma dal punto di vista economico il diritto d'autore non ha senso per l'autore stesso, come sa benissimo chi come lui ha debiti con Einaudi, ed e` contentissimo se i suoi libri escono fuori dal controllo dell'editore.
vorebbe addirittura che allora oltre alla forma digitale ci fosse anche una circolazione libera del libro cartaceo (la cui esistenza ha tuttora un senso e una materialita` importante) il piu` possibile estesa.
ci sono evidentemente molti problemi irrisolti, ma e` necessario impegnarsi tutti per risolverli per migliorare l'idea che sta alla base dell'iniziativa che e` acuta nella sua provocatorieta`, e che andra` ad urtare positivamente una serie di privilegi da troppo tempo accumulati in campo editoriale e culturale.

Alessandro Ludovico - rivista Neural

informa innanzitutto che oltre alle biblioteche nazionali esiste la Discoteca Italiana di Stato, un archivio nazionale delle produzioni musicali che dovrebbe ricevere due copie di ogni disco nasco cd etc, e teoricamente tenerli a disposizione pubblica.
condivide integralmente la proposta e il progetto nel cui ambito e` nata.
rispetto alla distribuzione elettronica sottolinea che una questione nodale -- per chi si fa editore di se stesso in rete -- e` poter riuscire a riscuotere dei pagamenti solitamente piccoli senza dover ricorrere a strutture centralizzate che si mangiano in spese importi talvolta superiori a quelli dei prezzi praticati, come avviene per il contrassegno postale, che si mangia in spese costi superiori a quelli dei prezzi che vengono praticati da tanti piccoli produttori e distributori, trasformandosi in una mannaia per lo sviluppo di queste forme.
la possibilita` di ricorrere a forme di distribuzione elettronica non centralizzate e che non penalizzano economicamente il piccolo prodotto a basso costo ne' forzino verso un eccesso di documentazione e fiscalizzazione, e` un aspetto centrale -- specie in ambito musicale -- per lo sviluppo di questo tessuto di autoproduzione e autodistribuzione, che concorre di fatto ad alimentare libera circolazione.

T.H.E. Walrus - Hacklab Firenze

un aspetto particolarmente interessante di questa inziativa e` che soggetti tradizionali, "forti", e ben presenti nel mercato della produzione culturale siano stati chiamati a confrontarsi con le modificazioni del mercato e della cultura da soggetti ancora molto "giovani", in senso non solo anagrafico, come sono quelli che si muovono nel circuito hacklab/hackmeeting, che hanno pero` saputo cogliere determinate tendenze e fare proposte innovative a partire dall'essere in prima persona interni e protagonisti alla "societa` digitale", sin da quando essa a livello di massa non era ancora percepita nel suo esistere.
profitta della presenza di Manifesto Libri per criticare il fatto che il quotidiano "Il Manifesto", pur nel suo positivo dare risalto a questa iniziativa, ha omesso di citare gli hacklab e in particolare il Loacker, che dell'iniziativa e` promotore.
dare l'impressione che questo sia solo l'incontro di una serie di soggetti "tradizionali" quali autori ed editori, significa mancare di cogliere il dato piu` interessante e significativo intorno a cui il senso di questo incontro e tutta la discussione si articola. il problema e` semplice: l'avvento della societa` digitale, e la presenza di una serie di soggetti sino in fondo interni ai suoi aspetti piu` innovativi dal punto di vista tecnico e culturale, mette a nudo in maniera particolarmente incisiva le contraddizioni tra diritto d'autore/privatizzazione dei saperi e potenzialita` teoricamente infinite di riproduzione e circolazione di essi.
rispetto a questo problema -- sulla cui complessita` e sul cui carattere contrafdditorio anche a livello di soggetti protagonisti altri hanno gia` fatto e faranno luce -- esiste pero` una scelta di fondo semplice, rispetto alla quale i soggetti qui presenti sono chiamati a confrontarsi:
  • o in qualche modo adeguarsi e favorire questo processo di svuotamento di significato del diritto d'autore tradizionale, identificando le forme in cui esso puo' rinnovarsi e rendersi compatibile con una nuovo tipologia di sviluppo del mercato ( attualmente ineliminabile per mantenere la sopravvivenza della produzione e dei produttori)
  • o cercare di contrastare questa tendenza in favore del mantenimento di una privatizzazione dei saperi di vecchio stampo, affrontando numerose contraddizioni.
non ultima quella che con l'avvento della rete risulta decisamente oneroso dal punto di vista economico mantenere un'impossibilita` di riproduzione e circolazione che ad essa non e` connaturata e che risulta dispendiosa ed artificiosa, come hanno dovuto accorgersi a proprie spese alcuni clamorosi e fallimentari esperimenti milardari di distribuzione di e-books collegati a lettori proprietari eccetera.
a questo proposito va sottolineato sino in fondo che la cosiddetta "pirateria" -- sia pure nel suo carattere non risolto e non programmatico, che spesso va in tutt'altro senso della circolazione realmente libera dei saperi e delle merci artistiche, d'intrattenimento eccetera -- ha spesso un ruolo fondamentalmente positivo, sia come forma diretta di riappropriazione di merci e saperi fuori da ogni controllo, sia come pressione che in qualche modo costringe le majors a riadeguarsi a questo bisogno di massa di libera circolazione, potenzialmente presente nelle tecnologie digitali.
ma soprattutto, questa richiesta di una scelta, di una presa di posizione che il "soggetto hacklab" fa ad autori e distributori, nasce dalla presa di coscienza della possibilita` di lavorare e distribuire in modo nuovo il proprio prodotto, garantendone sino in fondo l'accessibilita` senza rinunciare a forme che garantiscano la paternita` intellettuale e lo sfruttamento economico da parte dell'autore.
questa presa di coscienza e` stata resa possibile dal fenomeno linux, GNU eccetera, su cui altri parleranno in seguito. ma un fatto e` certo: questa opzione e` una possibilita` reale, e si e` rivelata vincente non solo dal punto di vista della circolazione libera dei saperi ma anche delle opportunita` di mercato in un terreno strategico come la produzione e distribuzione di software.
i soggetti che in qualche modo si sono situati entro questo fenomeno sono oggi all'avanguardia. certo non e` compito degli hacklab dare risposte esaustive ai problemi posti qui oggi -- ne' sarebbe possibile farlo -- ma tuttavia spetta ai produttori e ai distributori culturali piu` tradizionali prendere spunto da queste esperienze per operare una scelta tra libera circolazione dei saperi e inasprimento privatistico del diritto d'autore, che non puo` piu` essere elusa, riadattandone lo spirito nelle forme e soluzioni piu` idonee alle proprie esigenze e situazioni. conclude ricordando l'esperienza del libro "Kriptonite", la cui integrale disponibilita` no copyright in rete ha fatto da volano alle vendite in libreria invece di danneggiarle.

Gomma - Shake, Feltrinelli, varie esperienze in tutti i settori della produzione editoriale.

crede con la Shake di essere stato tra i primissimi ad occuparsi di no copyright e a lanciare in Italia un dibattito del genere, e di conoscere la problematica sotto ogni passaggio della produzione editoriale.
concorda sulla necessita` di un serio ripensamento dell'intero concetto del diritto d'autore, e sul fatto che tale ripensamento veda lo specifico del software come terreno centrale e di punta. e` pero` perplesso sulla praticabilita` di questi concetti sul terreno della produzione musicale ed editoriale.
non concorda con Leonetti: l'autore vuole i soldi, e identifica nell'editore e nella sua capacita` di difendere/diffondere la sua opera la possibilita` di fare questi soldi.
ancora piu` grosso e` il problema a livello musicale: la pura e l'ignoranza sulla questione digitale sono enormi e le reazioni di fornte alla riproducibilita` e diffusibilita` del digitale sono estremamente negative.
vede anche una forte incapacita` del "movimento" a rapportarsi direttamente con gli autori, senza di che non si incide sui processi materiali.
grossi autori come Sterling e Bey hanno avuto l'intelligenza di mettere in rete integralmente le loro opere ed e` questo cio` che sui processi materiali ha realmente inciso. iniziative di piccole case editrici andranno invece a smuovere ben poco.
dal punto di vista del software questi processi materiali sono gia` in atto, free ed open source incidono realmente la` dove gira la grana. anche la scelta di applicazioni professionali si va orientando su free ed open e questo apre obiettivi diversi.
sulla proposta della bibiloteca nazionale digitale, dal punto di vista del cuore ci credo, dal punto di vista razionale ci credo poco. Napster e` comunque un segnale interessante ma bisognerebbe smuoversi. se qualcuno prende su e la fa, questa biblioteca digitale, se ha il coraggio di farlo e rischiare, forse qualcosa si smuove.

Sandrone Dazieri - scrittore ed "editor" in una grossa casa editrice

e' a grandi linee d'accordo con Gomma. il problema no-copyright incontra resistenze soprattutto da parte dell'autore e del suo agente, che e` figura determinante per i rapporti con l'autore, sopratttutto a livello di rapporti internazionali.
ricorda che quello editoriale e` un mercato povero, che da' scarsi utili, attorno al 4%, su un prodotto ipercostoso come il libro (alti prezzi della carta) che in Italia non gode di grande successo (il 59% degli italiani non ha mai letto un libro oltre a quelli scolastici, e il 61% non ha mai acquistato un libro, e la tendenza e` in peggioramento).
il libro elettronico potrebbe aprire prospettive interessanti ma sinora e` stato affrontato male. riconosce il carattere di soluzione individuale e stimolo che puo` assumere la pirateria, ma ricorda che essa e` anche una forma di pubblicita` che in qualche modo rientra nella logica del mercato e che puo` favorire sviluppo e diffusione commerciale di certi prodotti.
il problema e` intervenire su tutta questa circolazione di denaro, non bisogna perdere di vista che il libro non e` il prodotto di una sola persona ma di tutto un indotto che su di esso vive. se il libro non viene pagato a sufficienza, questo indotto semplicemente scompare e con esso il libro.
alla domanda di T.H.E. Walrus se i concetti di free ed open source presenti ormai anche a livello di mercato e circolazione di denaro nel settore software potrebbero essere uno stimolo per il mercato editoriale, coniugando difesa di interessi economici e libera circolazione dei saperi, Sandrone risponde di non avere elementi di giudizio.
allora interviene Jaromil, ricordando il suo lavoro di programmatore professionista che vive e produce in un concetto di free software, liberamente accessibile ma non per questo meno in grado di dar da vivere ad autori e distributori.
sottolinea che un prodotto non ha necessariamente bisogno di aver dietro tutto un indotto rigido ecomplesso dietro per essere valido, e che anzi prodotti concepiti in modo agile e svincolati dalla logica della grande azienda si sono rivelati commercialmente molto competitivi, perche` piu validi sotto il profilo tecnico.
questa validita` non sarebbe stata raggiungibile senza l'accessibilita`, che e` valore di mercato anch'essa.

Alessandro Rubini - programmatore, Associazione Free Software

fa una revisione della legge sul copyright e delle soluzioni e della filosofia GNU. i contenuti del suo intervento sono visibili all'URL http://gnu.systemy.it e prelevabili su ftp://gnu.systemy.it/pub/misc/milano-0101.ps.gz

Carlo Gubitosa - Associazione Peacelink

focalizza il suo intervento sul tema della libera circolazione dell'informazione intesa come notizia e controinformazione, sul quale sempre piu` gravano pesati minacce, impostate attorno alla minacciata applicazione delle leggi sulla stampa su siti a carattere prevalentemente informativo. a questo proposito rimanda a quanto chiarito all'URL http://www.peacelink.it/censura
le nuove leggi sulla stampa in progetto, modificano in senso pesantemente repressivo il rapporto editore/scrittore in ambiti no profit e di volontariato sociale, minacciando gravemente il lavoro fin qui svolto da una miriade di soggetti. e` gravissimo che oggi, in piena societa` dell'informazione diffusa, sulla nuova legge sulla stampa non abbiano voce in capitolo anche questi soggetti e gli utlizzatori dell'informazione, e che essa sia il frutto di consultazioni semiclandestine tra la lobby dei politici e quella dei giornalisti
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