LOAcalized
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Gnu Economy e liberta' di accesso e circolazione dei saperi
sez. e-ditoria
un report di T.H.E.Walrus pubblica su cyber-rights@ecn.org
vista l'importanza dell'incontro su GNU economy e nuova editoria
organizzato dal Loacker a Milano, ritengo di fare cosa e buona giusta
inviando in rete gli appunti che ho preso durante il suo svolgimento.
non pretendo di rappresentare alla perfezione il dibattito.
arteriosclerosi, crampi dello scrivano e bisogni fisiologici :-)
possono avermi condotto ad involontarie omissioni e deformazioni.
chi non si riconoscesse in quanto da me trascritto, e` pregato di
correggere. ricordo che all'url http://kyuzz.org/radiocybernet e`
disponibile la registrazione dell'intera iniziativa.
Blicero - Loacker Milano
introduce la discussione rilevando come l'era digitale comporta
profonde trasformazioni nelle modalita` di produzione e circolazione
dei saperi e della merce artistica e di intrattenimento. e` necessario
riflettere su cosa comportano in concreto queste trasformazioni per i
soggetti produttori e mediatori di questa circolazione ed arrivare ad
un'interazione con loro per favorire queste dinamiche di libera
circolazione.
segnala come validi esempi di iniziative per la libera circolazione dei
saperi il progetto Copydown di Strano Network per la diffusione di
autoproduzioni free e nocopyright e il
progetto Oboe (Open Blind-person Oriented E-tool) per l'accessibilita`
la "provocatoria" proposta di utilizzare la rete come biblioteca
pubblica universale in cui sia obbligatorio per le case editrici
depositare copia di ogni libro pubblicato, analogamente a quanto
avviene ora con le biblioteche nazionali, va innanzitutto nel senso
di rompere con le tradizionali forme chiuse di circolazione dei saperi.
interviene successivamente per comunicare che Nanni Balestrini ed Edoardo
Sanguineti non potranno essere presenti malgrado l'adesione. il loro
contributo sarebbe stato importante per capire il rapporto e le
possibilita` di liberazione dell'autore dai vincoli della distribuzione
editoriale. problema complesso e contraddittorio, in quanto in un
panorama dominato dalle tendenze oligopolistiche della grande editoria
e della grande distribuzione anche il piccolo soggetto editoriale non
e` necessariamente in antitesi rispetto a questo trend di libera
circolazione dei saperi.
Ferry Bite - Strano Network, Isole Nella Rete, owner della ml
fa presente come l'idea di convertire in deposito obbligatorio in rete
-- elevata ad ipotetica biblioteca universale elettronica -- il vigente
obbligo legale per gli editori di depositare nelle biblioteche
nazionali copia di ogni libro pubblicato, vada di pari passo con l'idea
di accesso garantito alla rete fatta storicamente propria da movimenti
antagonisti e progressisti dell'attivismo telematico.
trova particolarmente significativo che quest'anno la tradizionale
apertura di lotte del movimento studentesco a Firenze si sia aperta nel
segno della lotta contro il copyright, e che gli hacklab abbiano avuto
un loro ruolo in questo processo.
sottolinea l'importanza della FDL (licenza free derivata dalla GPL e
riadattata per la manualistica del free software) come strumento da cui
prendere spunto per garantire la riproducibilita` e l'accessibilita`
delle produzioni testuali, salvaguardando la paternita` intellettuale e
gli interessi economici dell'autore.
sottolinea come non si propone con questo una "rivoluzione", ma si
propone di adeguarsi a quelle che di fatto sono gia` tendenze del
mercato. questo ormai oltre che con le tradizionali rivendicazioni di
libera accessibilita` dei saperi fatte proprie dai movimenti
antagonisti, deve confrontarsi con le problematiche e le innovazioni
poste in essere dalla "rivoluzione digitale". per questo motivo, su
questo terreno specifico sara` probabilmente assai facile vincere nel
prossimo futuro.
mentre obiettivi come la difesa della liberta` di parola in rete e
della libera circolazione di informazioni sottratta al monopolio
giornalistico sono assai piu` problematici e difficili, specie se non
limitati alla difesa di una liberta` di espressione puramente formale,
ma estesi anche al problema della possibilita` di raggiungere quote
significative di ascolto e di attenzione.
interviene successivamente ricordando il netstrike contro la SIAE come
momento importante per dare visibilita` a questi progetti e tendenze.
sottolinea che il down di 10 giorni del sito SIAE dovuto alla
necessita` di ristrutturarsi e blindarsi contro l'annunciato netstrike
e` gia` una vittoria.
Jaromil - programmatore, Radiocybernet
ricorda che l'incontro viene broadcastato e registrato da radiocybernet
e che sara` possibile sentire gli interventi all'URL
http://kyuzz.org/radiocybernet. legge un'email del Freaknet Medialab di
Catania che si trova sotto attacco repressivo assieme al centro sociale
Auro. il comunicato e` leggibile tra l'altro all'URL
http://strano.net/news/2001/auro.htm
Marco Bascetta - edizioni Manifesto Libri
non crede che la battaglia per la libera circolazione dei saperi sia
vinta in partenza, questa battaglia va oltre la rete ed e` limitante
percepirla solo rispetto ad essa. la tendenza in atto e` quella
dell'estensione feroce del concetto di proprieta` privata a ogni forma
di sapere, dalla riforma universitaria alla brevettazione delle mappe
genetiche dei viventi, e il discorso va collocato in questo contesto.
da questo punto di vista la strada e` tutta in salita.
quanto al diritto d'autore, occorre riflettere su cosa e` l'autore. e`
si` il prodotto di un'interazione sociale e di un contesto sociale e
comunicazionale generale, ma il prodotto editoriale (nella sua
esperienza di "editoria di progetto") e` innanzitutto il prodotto di
un'interazione tra autore ed editore. quest'ultimo non e` il puro
distributore e commercializzatore di un qualcosa che e` gia` esistente
e diffuso a livello generale di cui si appropria, ma apporta un suo
significativo contributo alla creazione di un prodotto editoriale.
la rete modifica effettivamente questo scenario, perche` e` possibile
gia` adesso essere editori di se stessi, malgrado il permanere di
problemi non risolti, ma quello editoriale rimane comunque un prodotto
di tipo diverso.
l'editore e` anch'esso un produttore (una sorta di "autore che non
scrive") specie nella cosiddetta "editoria di progetto". questo tipo
di editore/produttore ad esempio non e` per niente contento
dell'estensione della durata del diritto d'autore da 50 a 70 anni, che
favorisce in realta` il consolidamento della proprieta` oligopolistica
sul patrimonio culturale gia` esistene.
questo tipo di editore/produttore e` la prima vittima della
finanziarizzazione del mercato editoriale, dell'oligopolio, della
trasformazione in catena delle librerie e dei canali distributivi.
probabilmente la pubblicazione obbligatoria in rete di ogni libro edito
colpirebbe negativamente vari libri di nicchia specialistica a costo
relativamente alto e bassa diffusione che sono il segmento di mercato
di cui vive l'"editoria di progetto".
esiste gia` una doppia sfera: una sfera di liberta`, in cui l'editoria
di progetto alternativa e` tenuta in qualche modo a tenere bassi i
profitti, a far circolare piu` liberamente il suo prodotto eccetera, e
una sfera di assoluta privatizzazione in cui si privatizza tutto e si
lucra su testi che il consumatore e` magari costretto ad acquistare ad
alto costo e senza possibilita` di scelta, come i testi universitari.
occorre fare attenzione a non incentivare questo divario.
Francesco Leonetti - scrittore
la proposta provocatoria dell'immissione obbligatoria in rete di ogni
libro edito e` molto bella in senso politico e culturale. non si
aspetta molto dalla proposta in quanto tale, ma e` suo interesse
andare oltre e vedere dove possono portare le dinamiche che innesca e
quali adattamenti potra` subire. l'ostacolo in ogni caso non proviene
dagli autori. il diritto d'autore e` cosa vecchia e da lungo tempo ha
cessato di avere funzione significativa per l'autore stesso. va difeso
il diritto alla paternita` del testo, alla sua integrita`, ma dal punto
di vista economico il diritto d'autore non ha senso per l'autore
stesso, come sa benissimo chi come lui ha debiti con Einaudi, ed e`
contentissimo se i suoi libri escono fuori dal controllo dell'editore.
vorebbe addirittura che allora oltre alla forma digitale ci fosse anche
una circolazione libera del libro cartaceo (la cui esistenza ha tuttora
un senso e una materialita` importante) il piu` possibile estesa.
ci sono evidentemente molti problemi irrisolti, ma e` necessario
impegnarsi tutti per risolverli per migliorare l'idea che sta alla base
dell'iniziativa che e` acuta nella sua provocatorieta`, e che andra` ad
urtare positivamente una serie di privilegi da troppo tempo accumulati
in campo editoriale e culturale.
Alessandro Ludovico - rivista Neural
informa innanzitutto che oltre alle biblioteche nazionali esiste la
Discoteca Italiana di Stato, un archivio nazionale delle produzioni
musicali che dovrebbe ricevere due copie di ogni disco nasco cd etc, e
teoricamente tenerli a disposizione pubblica.
condivide integralmente la proposta e il progetto nel cui ambito e`
nata.
rispetto alla distribuzione elettronica sottolinea che una questione
nodale -- per chi si fa editore di se stesso in rete -- e` poter
riuscire a riscuotere dei pagamenti solitamente piccoli senza dover
ricorrere a strutture centralizzate che si mangiano in spese importi
talvolta superiori a quelli dei prezzi praticati, come avviene per il
contrassegno postale, che si mangia in spese costi superiori a quelli
dei prezzi che vengono praticati da tanti piccoli produttori e
distributori, trasformandosi in una mannaia per lo sviluppo di queste
forme.
la possibilita` di ricorrere a forme di distribuzione elettronica non
centralizzate e che non penalizzano economicamente il piccolo prodotto
a basso costo ne' forzino verso un eccesso di documentazione e
fiscalizzazione, e` un aspetto centrale -- specie in ambito musicale --
per lo sviluppo di questo tessuto di autoproduzione e
autodistribuzione, che concorre di fatto ad alimentare libera
circolazione.
T.H.E. Walrus - Hacklab Firenze
un aspetto particolarmente interessante di questa inziativa e` che
soggetti tradizionali, "forti", e ben presenti nel mercato della
produzione culturale siano stati chiamati a confrontarsi con le
modificazioni del mercato e della cultura da soggetti ancora molto
"giovani", in senso non solo anagrafico, come sono quelli che si muovono
nel circuito hacklab/hackmeeting, che hanno pero` saputo cogliere
determinate tendenze e fare proposte innovative a partire dall'essere
in prima persona interni e protagonisti alla "societa` digitale", sin
da quando essa a livello di massa non era ancora percepita nel suo
esistere.
profitta della presenza di Manifesto Libri per criticare il fatto che
il quotidiano "Il Manifesto", pur nel suo positivo dare risalto a
questa iniziativa, ha omesso di citare gli hacklab e in particolare il
Loacker, che dell'iniziativa e` promotore.
dare l'impressione che questo sia solo l'incontro di una serie di
soggetti "tradizionali" quali autori ed editori, significa mancare di
cogliere il dato piu` interessante e significativo intorno a
cui il senso di questo incontro e tutta la discussione si articola.
il problema e` semplice: l'avvento della societa` digitale, e la
presenza di una serie di soggetti sino in fondo interni ai suoi aspetti
piu` innovativi dal punto di vista tecnico e culturale, mette a nudo in
maniera particolarmente incisiva le contraddizioni tra diritto
d'autore/privatizzazione dei saperi e potenzialita` teoricamente
infinite di riproduzione e circolazione di essi.
rispetto a questo problema -- sulla cui complessita` e sul cui
carattere contrafdditorio anche a livello di soggetti protagonisti
altri hanno gia` fatto e faranno luce -- esiste pero` una scelta di fondo
semplice, rispetto alla quale i soggetti qui presenti sono chiamati a
confrontarsi:
- o in qualche modo adeguarsi e favorire questo processo di svuotamento
di significato del diritto d'autore tradizionale, identificando le
forme in cui esso puo' rinnovarsi e rendersi compatibile con una nuovo
tipologia di sviluppo del mercato ( attualmente ineliminabile per
mantenere la sopravvivenza della produzione e dei produttori)
- o cercare di contrastare questa tendenza in favore del mantenimento
di una privatizzazione dei saperi di vecchio stampo, affrontando
numerose contraddizioni.
non ultima quella che con l'avvento della rete risulta decisamente
oneroso dal punto di vista economico mantenere un'impossibilita` di
riproduzione e circolazione che ad essa non e` connaturata e che
risulta dispendiosa ed artificiosa, come hanno dovuto accorgersi a
proprie spese alcuni clamorosi e fallimentari esperimenti milardari di
distribuzione di e-books collegati a lettori proprietari eccetera.
a questo proposito va sottolineato sino in fondo che la cosiddetta
"pirateria" -- sia pure nel suo carattere non risolto e non
programmatico, che spesso va in tutt'altro senso della circolazione
realmente libera dei saperi e delle merci artistiche, d'intrattenimento
eccetera -- ha spesso un ruolo fondamentalmente positivo, sia come
forma diretta di riappropriazione di merci e saperi fuori da ogni
controllo, sia come pressione che in qualche modo costringe le majors a
riadeguarsi a questo bisogno di massa di libera circolazione,
potenzialmente presente nelle tecnologie digitali.
ma soprattutto, questa richiesta di una scelta, di una presa di
posizione che il "soggetto hacklab" fa ad autori e distributori, nasce
dalla presa di coscienza della possibilita` di lavorare e distribuire
in modo nuovo il proprio prodotto, garantendone sino in fondo
l'accessibilita` senza rinunciare a forme che garantiscano la
paternita` intellettuale e lo sfruttamento economico da parte
dell'autore.
questa presa di coscienza e` stata resa possibile dal fenomeno linux,
GNU eccetera, su cui altri parleranno in seguito. ma un fatto e` certo:
questa opzione e` una possibilita` reale, e si e` rivelata vincente non
solo dal punto di vista della circolazione libera dei saperi ma anche
delle opportunita` di mercato in un terreno strategico come la
produzione e distribuzione di software.
i soggetti che in qualche modo si sono situati entro questo fenomeno
sono oggi all'avanguardia. certo non e` compito degli hacklab dare
risposte esaustive ai problemi posti qui oggi -- ne' sarebbe possibile
farlo -- ma tuttavia spetta ai produttori e ai distributori culturali
piu` tradizionali prendere spunto da queste esperienze per operare
una scelta tra libera circolazione dei saperi e inasprimento
privatistico del diritto d'autore, che non puo` piu` essere elusa,
riadattandone lo spirito nelle forme e soluzioni piu` idonee alle
proprie esigenze e situazioni. conclude ricordando l'esperienza del
libro "Kriptonite", la cui integrale disponibilita` no copyright in
rete ha fatto da volano alle vendite in libreria invece di
danneggiarle.
Gomma - Shake, Feltrinelli, varie esperienze in tutti i settori della
produzione editoriale.
crede con la Shake di essere stato tra i primissimi ad occuparsi di no
copyright e a lanciare in Italia un dibattito del genere, e di
conoscere la problematica sotto ogni passaggio della produzione
editoriale.
concorda sulla necessita` di un serio ripensamento dell'intero concetto
del diritto d'autore, e sul fatto che tale ripensamento veda lo
specifico del software come terreno centrale e di punta. e` pero`
perplesso sulla praticabilita` di questi concetti sul terreno della
produzione musicale ed editoriale.
non concorda con Leonetti: l'autore vuole i soldi, e identifica
nell'editore e nella sua capacita` di difendere/diffondere la sua opera
la possibilita` di fare questi soldi.
ancora piu` grosso e` il problema a livello musicale: la pura e
l'ignoranza sulla questione digitale sono enormi e le reazioni di
fornte alla riproducibilita` e diffusibilita` del digitale sono
estremamente negative.
vede anche una forte incapacita` del "movimento" a rapportarsi
direttamente con gli autori, senza di che non si incide sui processi
materiali.
grossi autori come Sterling e Bey hanno avuto l'intelligenza di mettere
in rete integralmente le loro opere ed e` questo cio` che sui processi
materiali ha realmente inciso. iniziative di piccole case editrici
andranno invece a smuovere ben poco.
dal punto di vista del software questi processi materiali sono gia` in
atto, free ed open source incidono realmente la` dove gira la grana.
anche la scelta di applicazioni professionali si va orientando su free
ed open e questo apre obiettivi diversi.
sulla proposta della bibiloteca nazionale digitale, dal punto di vista
del cuore ci credo, dal punto di vista razionale ci credo poco. Napster
e` comunque un segnale interessante ma bisognerebbe smuoversi. se
qualcuno prende su e la fa, questa biblioteca digitale, se ha il
coraggio di farlo e rischiare, forse qualcosa si smuove.
Sandrone Dazieri - scrittore ed "editor" in una grossa casa editrice
e' a grandi linee d'accordo con Gomma. il problema no-copyright
incontra resistenze soprattutto da parte dell'autore e del suo agente,
che e` figura determinante per i rapporti con l'autore, sopratttutto a
livello di rapporti internazionali.
ricorda che quello editoriale e` un mercato povero, che da' scarsi
utili, attorno al 4%, su un prodotto ipercostoso come il libro (alti
prezzi della carta) che in Italia non gode di grande successo (il 59%
degli italiani non ha mai letto un libro oltre a quelli scolastici, e
il 61% non ha mai acquistato un libro, e la tendenza e` in
peggioramento).
il libro elettronico potrebbe aprire prospettive interessanti ma sinora
e` stato affrontato male. riconosce il carattere di soluzione
individuale e stimolo che puo` assumere la pirateria, ma ricorda che
essa e` anche una forma di pubblicita` che in qualche modo rientra
nella logica del mercato e che puo` favorire sviluppo e diffusione
commerciale di certi prodotti.
il problema e` intervenire su tutta questa circolazione di denaro, non
bisogna perdere di vista che il libro non e` il prodotto di una sola
persona ma di tutto un indotto che su di esso vive. se il libro non
viene pagato a sufficienza, questo indotto semplicemente scompare e con
esso il libro.
alla domanda di T.H.E. Walrus se i concetti di free ed open source
presenti ormai anche a livello di mercato e circolazione di denaro nel
settore software potrebbero essere uno stimolo per il mercato
editoriale, coniugando difesa di interessi economici e libera
circolazione dei saperi, Sandrone risponde di non avere elementi di
giudizio.
allora interviene Jaromil, ricordando il suo lavoro di programmatore
professionista che vive e produce in un concetto di free software,
liberamente accessibile ma non per questo meno in grado di dar da
vivere ad autori e distributori.
sottolinea che un prodotto non ha necessariamente bisogno di aver
dietro tutto un indotto rigido ecomplesso dietro per essere valido, e
che anzi prodotti concepiti in modo agile e svincolati dalla logica
della grande azienda si sono rivelati commercialmente molto
competitivi, perche` piu validi sotto il profilo tecnico.
questa validita` non sarebbe stata raggiungibile senza
l'accessibilita`, che e` valore di mercato anch'essa.
Alessandro Rubini - programmatore, Associazione Free Software
fa una revisione della legge sul copyright e delle soluzioni e della
filosofia GNU. i contenuti del suo intervento sono visibili all'URL
http://gnu.systemy.it e prelevabili su
ftp://gnu.systemy.it/pub/misc/milano-0101.ps.gz
Carlo Gubitosa - Associazione Peacelink
focalizza il suo intervento sul tema della libera circolazione
dell'informazione intesa come notizia e controinformazione, sul quale
sempre piu` gravano pesati minacce, impostate attorno alla minacciata
applicazione delle leggi sulla stampa su siti a carattere
prevalentemente informativo. a questo proposito rimanda a quanto
chiarito all'URL http://www.peacelink.it/censura
le nuove leggi sulla stampa in progetto, modificano in senso
pesantemente repressivo il rapporto editore/scrittore in ambiti no
profit e di volontariato sociale, minacciando gravemente il lavoro fin
qui svolto da una miriade di soggetti. e` gravissimo che oggi, in piena
societa` dell'informazione diffusa, sulla nuova legge sulla stampa non
abbiano voce in capitolo anche questi soggetti e gli utlizzatori
dell'informazione, e che essa sia il frutto di consultazioni
semiclandestine tra la lobby dei politici e quella dei giornalisti
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