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- «L’attacco guidato da
ex agenti dell’Est»
L’allarme lanciato in
Italia dal presidente del Comitato sui servizi segreti di F. Hav.
da Il Corriere della Sera del 16.02.00
ROMA — Gli attacchi ai computer hanno una firma: gli hacker
specializzati in azioni di pirateria informatica sono
alcuni ex 007 dei Paesi dell’Est che, dopo la caduta del
Muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si sono
riciclati. L’allarme è del presidente del Comitato di
controllo sui servizi segreti, Franco Frattini. «In queste
ultime settimane — ha spiegato il parlamentare di Forza
Italia — sta esplodendo un fenomeno che i nostri agenti
stanno segnalando da molti mesi, quello che una sorta di
pirateria informatica possa essere guidata, attraverso
Internet e le tecnologie più moderne, da quei tanti, troppi
operatori specializzati in materia che, per esempio, sono
rimasti orfani di qualche grande servizio segreto dell’ex
Europa orientale». Frattini ha annunciato che per tentare
di evitare l’offensiva di queste «barbe finte» sono allo
studio «soprattutto misure di prevenzione, perché mettersi
al riparo dall’attacco telematico, una volta che questo è
stato sferrato, è davvero difficilissimo». Dei rischi
legati al fenomeno della pirateria informatica si parla
anche in un paragrafo della relazione semestrale di Palazzo
Chigi sui servizi segreti. «Alla prospettiva di
un’eventuale congestione dei sistemi connessa alla
concomitanza del Giubileo con l’anno 2000, ha corrisposto
l’attivazione costante degli organi di intelligence per
individuare, sotto il profilo preventivo, iniziative
rilevanti per la sicurezza», è stato sottolineato nel
documento. Nel quale è stato ricordato come abbia «formato
oggetto di attenzione il rischio legato ai virus
informatici in relazione all’eventualità che la propensione
a connotarli in termini simbolico-evocativi trovasse nella
congiuntura di fine millennio fattori incentivanti per
incrementarne la propalazione». Gli elementi acquisiti
in mesi di indagini dai nostri servizi segreti presentano
un quadro a tinte fosche. I fronti su cui si potrebbero
muovere gli hacker sono più di uno. Il primo sembra possa
essere quello di «possibili iniziative volte ad amplificare
la reale portata dei problemi tecnici per la datazione dei
sistemi allo scopo di generare all’allarme nell’opinione
pubblica». E gli ultimi, inquietanti messaggi provenienti
dagli Stati Uniti, dove sono stati paralizzati alcuni
grandi siti ed ha sofferto anche Wall Street tanto da
convincere il presidente Clinton a mettere sulle piste dei
pirati l’Fbi, suonano ancora più sinistri alla luce del
contenuto della relazione. «L’affermarsi contestuale della
globalizzazione dei mercati e del mezzo telematico nelle
transazioni economiche e finanziarie — è stato messo in
evidenza dai nostri 007 — va ponendo poi nuove sfide alla
sicurezza laddove la territorialità che tuttora circoscrive
le funzioni di controllo e giurisdizione, l’immaterialità
di alcuni dei beni negoziati e la dimensione virtuale delle
operazioni possono agevolare inserimenti criminali».
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