Il Corriere della Sera
Raccolta articoli
 
L’attacco degli hacker partito dalla Germania
L’Fbi chiede aiuto agli investigatori europei. Il Pentagono ordina la revisione di tutti i sistemi di difesa informatica
di Ennio Caretto
da Il Corriere della Sera del 14.02.00


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — Alcuni degli attacchi della scorsa settimana a Internet partirono dalla Germania. Lo ha dichiarato ieri Stephan Hansen, il docente d'informatica della università di Stanford in California, dove studia la figlia del presidente Clinton, Chelsea. «Circa 50 dei nostri computers» ha riferito Hansen «furono infiltrati da un pirata tedesco con il programma Stacheldraht» (filo spinato). Il docente ha aggiunto che, appena attivati, gli elaboratori assaltarono la Yahoo!, la tv Cnn, e altre società internet, paralizzandole. «Lo scoprimmo nel giro di alcuni minuti, ma il danno era già stato fatto» ha concluso. Secondo Hansen, lo stesso programma venne inserito nei computer dell’Università di Santa Barbara, un'altra delle sei della California e dell'Oregon su cui l'Fbi, la polizia federale, ha aperto la sua inchiesta.
L'Fbi ha rifiutato di confermare la notizia, ma ha chiesto l'aiuto della Germania. Originariamente, la polizia federale aveva escluso che l'attacco provenisse dall'estero, ma ha cambiato idea quando anche la Yahoo! tedesca ha rivelato di essere rimasta bloccata per tre ore la scorsa settimana.
Il quotidiano Die Welt ha ieri scritto che i sospetti si sono appuntati sul misterioso Mixter che sabato rilasciò una intervista al New York Times.
Mixter, un ventenne di Hanover che nel '98 e '99 fu indagato dalla Germania e dalla Russia — quest'ultima lo ha accusato di essersi inserito nei suoi computer — è l'autore del programma Stacheldraht, ma sostiene di non avere nulla a che vedere con gli attacchi. «Sono un programmatore, non un pirata» ha protestato «tanto è vero che mesi fa diffusi il mio programma alla web per mettere sull'avviso le sue società».
Le dichiarazioni di Hansen hanno generato profondo allarme in tutto il mondo.
In Germania, Stefan Wolf, il direttore dell'Ufficio federale per la sicurezza informatica, ha ieri ammonito che «sono possibili altre azioni di sabotaggio dell'internet nel nostro Paese». A Washington, il Pentagono ha ordinato la totale revisione dei sistemi di difesa dei suoi computer: teme tra l'altro che alle elezioni presidenziali di novembre, quando la grande maggioranza dei soldati americani voterà per la prima volta alla web e non più per posta siano commesse delle truffe.
Le ordinazioni dei fiori e della cioccolata per la festa di San Valentino oggi, la festa degli innamorati, sono considerate un banco di prova cruciale. I pirati dispongono anche di un secondo, temibile programma d'attacco, di matrice americana, Tribal flood (inondazione tribale).
Una prima serie di misure contro gli hacker Usa verrà probabilmente adottata al vertice della Casa Bianca di domani, a cui parteciperanno non solo gli esperti del Nipc e del Cert, le due agenzie anti pirati, ma anche il ministro della Giustizia Janet Reno e il segretario di Stato Madeleine Albright. Il presidente Clinton non esclude che alla offensiva contro il commercio elettronico possa tenere dietro un'altra contro il governo.
L'Fbi ne ha riscontrato un'avvisaglia negli attacchi sferrati ieri ai computers del premier inglese Tony Blair a Londra. Il sito www.number10.gov.uk si è trovato sotto assedio per varie ore: gli hacker hanno profferito insulti e minacce oltre che contro il premier anche contro William Hague il leader dei conservatori ribattezzato William Plague (peste). In futuro, i messaggi verranno tutti filtrati.
In un'analisi dei pericoli a cui è esposto il commercio elettronico, il New York Times ha ricordato che il furto di circa 20 mila carte di credito (e non 15 mila come sembrava ieri) dai computers della Realnames denunciato sabato non è il primo del genere. A gennaio, un ricattatore si impadronì di quasi 300 mila carte di credito dei clienti della Cd Universe, una casa musicale, e chiese una enorme somma per non sfruttarli. «People for internet responsability», un'associazione del diritto alla riservatezza, ha sottolineato un altro pericolo: che vengano rubati i dati sulla salute, le opinioni politiche, i patrimoni dei singoli cittadini. Come a dire: gli hacker potrebbero divenire i Grandi fratelli di Orwell del 2000.



TOP