Il Corriere della Sera
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Hacker, assalto alle carte di credito
Società americana denuncia: dalla Cina rubati via Internet 15.000 numeri

Dopo gli attacchi informatici l’Fbi ha varato una mappa delle università Usa sotto accusa
di Ennio Caretto
da Il Corriere della Sera del 13.02.00


Tra i maggiori indiziati anche un liceale tedesco che si firma Mixter

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — Su una parete dell'ufficio dell'Fbi al Palazzo federale di San Francisco, i tecnici del Nipc e del Cert, le due braccia anti hackers del governo, stanno disegnando la mappa delle università da dove sono partiti gli attacchi a Internet dei giorni scorsi. E intanto si apre un nuovo fronte: ignoti hanno prelevato migliaia di numeri di carte di credito dagli archivi di una società specializzata: furto o azione dimostrativa? Di certo apparteneva alla seconda categoria l’attacco partito da sei atenei Usa, veri templi della scienza americana: le università della California di Santa Barbara, della California di Los Angeles, della Sud California di nuovo di Los Angeles, di Stanford nella città omonima, di Berbeley presso la stessa San Francisco, e di Portland nell'Oregon. E dalle indicazioni dell'Fbi, ne mancano altre, sempre della costa occidentale. L'Fbi ha evitato di accusare gli studenti, osservando che i computers potrebbero essere stati manomessi da chiunque. L'Fbi ha ricostruito la rudimentale mappa con l'aiuto delle università, mentre altre società di Internet hanno reso noto di essere state anche loro tra le vittime degli hackers: da Aol (America on line) la massima via d'accesso al web in tutto il mondo, alla Time Warner, il colosso multimediale.
Due incidenti hanno attratto l'attenzione dell'Fbi su Paesi stranieri. Il primo riguarda la Germania. Qualche mese fa, un giovane tedesco che si firma Mixter, un liceale che vivrebbe ad Hanover, ha diffuso via Internet un suo programma per paralizzare la rete. Stando al New York Times il programma è Tribal flood (inondazione tribale), ma stando a Die Welt è Stacheldraht (filo spinato). Entrambi sono stati impiegati nell'offensiva di lunedì, di martedì e mercoledì. Mixter, oggetto di un'indagine speciale, ha respinto qualsiasi accusa: «Ho illustrato il programma — ha affermato — per dare l'allarme ai siti, non bloccarli». Il secondo incidente riguarda la Cina. Ignoti avrebbero rubato i numeri delle carte di credito di un quarto delle 60 mila società che si avvalgono dei servizi della Realnames di San Carlos in California, una specie di pagine gialle dell'internet, dove si registrano tutti i recapiti e i pagamenti. Il furto è stato scoperto perché i nomi in codice sono stati trasferiti su un server cinese. Sinora non risulta che gli ignoti abbiano usato le carte di credito.
Il New York Times ha cercato di mettere ordine nella giungla dei pirati cibernetici evidenziando che si dividono in tre gruppi: berretti bianchi, grigi e neri. I berretti bianchi operano dietro contratto con un sito: lo assalgono per scoprire come renderlo imprendibile ed erigerne più tardi le difese. I grigi operano su entrambi i fronti violando la legge per il bene comune, ma collaborando con essa quando lo ritengano necessario: la loro banda più famosa è il Loft (soffitta) di Boston, che periodicamente svolge consulenze per il Congresso a Washington. I neri sono dei banditi, vandali digitali, che mirano non a misurarsi con Internet, bensì a distruggerlo.



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