Back

Articolo
Nelle maglie della rete
Guerre & Pace - marzo 2000

La diffusione della comunicazione digitale allarga le possibilità di controllo e sfruttamento di ogni tipo di informazione prodotta da ogni singolo individuo. Internet ne rappresenta la più attuale realizzazione. Lo scenario da comprendere e le possibilità per intervenire Tra il 7 e il 9 febbraio diversi siti internet statunitensi sono stati costretti ad alcune ore di sospensione del servizio da una sequenza di attacchi hacker che, pur non provocando danni effettivi, se non un calo di giornata del valore dei titoli di borsa delle società proprietarie, hanno sollevato un gigantesco polverone da parte dei media, scatenando un nuovo allarme sicurezza. Per alcuni giorni il "pericolo hacker" ha occupato le prime pagine di giornali e tg di tutto il mondo. Il presidente Clinton e la Commissione Europea si sono immediatamente impegnati a stanziare fondi e a cercare nuove soluzioni che garantiscano, in futuro, una maggior sicurezza della rete Internet. Una reazione apparentemente sproporzionata rispetto ciò che era effettivamente successo.

 

CHI E' STATO?
A distanza di diversi giorni l'FBI continua a brancolare nel buio e sembra molto difficile individuare i responsabili di quest'operazione che, pur avendo utilizzato dispositivi di boicottaggio tutt'altro che sofisticati, hanno compiuto una scelta di tempi e obiettivi che ha dato loro estrema efficacia e visibilità. Le ipotesi sono molte e tutte, più o meno, tecnicamente e politicamente plausibili: pochi o un solo hacker che voleva dimostrare le sue grandi capacità; la protesta di un gruppo di consumatori o di investitori delusi; l'azione di un gruppo di cyber-terroristi; un gruppo di anarco-comunisti che agisce sull'onda della recente protesta di Seattle; gli stessi fornitori dei servizi colpiti, in cerca di pubblicità a poco prezzo; i soggetti dell'economia on-line, per ottenere una normativa più severa che tuteli i loro traffici in rete; le stesse agenzie governative, che in un sol botto hanno ottenuto cospicui finanziamenti per occuparsi della repressione di una supposta criminalità in rete.

 

CONTRO CHI?
I siti colpiti sono alcuni tra i più famosi fornitori di servizi al consumo. La prima vittima dell'attacco è stato Yahoo, il noto portale che, oltre a ospitare l'omonimo motore di ricerca, fornisce ai propri iscritti una casella di posta elettronica gratuita e svariati altri servizi di informazione, vendita e supporto all'uso della rete. Il secondo obiettivo colpito è stato il sito della CNN, famoso broadcast televisivo e punto di riferimento nella rete, molto seguito per l'immediatezza dell'informazione fornita. Gli obiettivi successivi sono stati siti dedicati al commercio elettronico: Amazon, la più grande libreria on-line del mondo; e-Bay, casa d'asta eletronica, ovviamente anche in questo caso la più nota e frequentata tra quelle presenti in rete; eTrade, che tratta titoli di borsa, e infine ZDnet, rivenditore di prodotti hardware e software.

 

IL CONTROLLO GLOBALE DEI CONSUMI
In realtà, le distinzioni non sono così nette come appare in queste sommarie descrizioni. In rete chi vende un prodotto, se vuol catturare la clientela deve preoccuparsi di fornire anche altri servizi aggiuntivi: informazioni, prima di tutto, news e approfondimenti per argomento, così come chi fornisce informazioni, quale propria attività specifica, presta in sovrappiù supporto a offerte di commercio elettronico, pubblicità e altri servizi. Il meccanismo è quello del portale, della costruzione di un insieme integrato di servizi che rendano i clienti fedeli e soddisfatti, facendogli trovare su di un solo sito tutto ciò di cui hanno bisogno, riducendo la necessità di rivolgersi ad altri. Lo scopo principale è quello di creare un'utenza affezionata, cioè una clientela stabile, per poter costruire profili di consumo basati sulle loro navigazioni, minuziosamente registrate e classificate, consentendo un'azione pubblicitaria mirata che valorizza notevolmente i costi per le inserzioni pubblicitarie sui siti. Ovviamente tutto ciò è anche un meccanismo di controllo di notevole potenza e di indirizzamento dei consumi, degli stili di vita, dei desideri di milioni di persone, o meglio della moltitudine dei consumatori - nuova categoria sociale di massa che appare per alcuni versi molto simile a quella dell'operaio-massa di fordista memoria.

 

ALLARGARE LA NOSTRA VISIONE
La rete, Internet in particolare, è solo un aspetto parziale, se pur esemplare, della mutazione in corso. Bisogna fare qualche passo indietro e allargare lo sguardo al di fuori di essa. L'attuale diffusione nella società delle tecnologie informatiche e della comunicazione è il frutto della loro presenza estensiva nel mondo della produzione e del lavoro. L'informatica è parte organica e integrata del meccanismo produttivo, anche di quello di fabbrica, non da ora, ma da almeno 20/30 anni, dapprima nelle grandi imprese, nella produzione di scala fordista, nei dispositivi e negli utensili a controllo numerico, nei sistemi contabili che dovevano trattare grandi numeri. Il salto di paradigma tecnologico e organizzativo è avvenuto quando informatica e telecomunicazioni hanno smesso di essere una componente tra le altre, sia pur importante, dentro ai tradizionali processi produttivi, e sono diventati il cuore del processo produttivo stesso.

 

LA COMUNICAZIONE DIGITALE È DAPPERTUTTO
Ed è negli ultimi anni che l'informatica, e più in generale i dispositivi della comunicazione (basati su tecnologia digitale) sono diventati un elemento costitutivo di buona parte delle posizioni lavorative e dei ruoli produttivi. Non vi ha più a che fare solamente il programmatore, il supertecnico, il lavoratore ad alto contenuto professionale, come poteva essere anche solo 10 anni fa. Il manovale addetto agli scavi stradali è in contatto con il capomastro tramite un telefono cellulare, così come l'addetto alle pulizie, probabilmente socio di cooperativa con bassissime competenze professionali. L'addetto alla sorveglianza del grande stabile - banca, fabbrica, linea metropolitana o complesso residenziale - ne verifica la sicurezza con un Pc a cui rimandano il loro segnale i sensori collegati alle porte, alle finestre, ai cancelli e i dispositivi antincendio collocati in ogni ambiente. Non vi è segretaria a cui non sia richiesta la capacità di utilizzare word processor e foglio elettronico quale dote professionale minima. Già da qualche anno le imprese si preoccupano di dotare di un indirizzo di posta elettronica ogni dipendente in possesso di un personal computer sulla postazione di lavoro. Gli allevatori si affidano a complessi programmi e a dispositivi guidati da processori per quantificare tempi e modi di alimentazione, piuttosto che di mungitura, del bestiame e le stalle dell'Emilia rilucono di led e display. Le casalinghe di tutto il mondo hanno appreso molto rapidamente i linguaggi ad icona necessari a guidare i moderni elettrodomestici. Il pagamento, cioè l'esercizio del consumo, tramite carta di credito e bancomat, va sostituendo la moneta nell'acquisto di ogni bene che abbia un costo superiore a quello del caffè o del giornale. Il web sta diventando per una quantità sempre maggiore di studenti una risorsa necessaria a cui attingere informazioni e nozioni e sta rapidamente sostituendo l'uso delle biblioteche cartacee. La telefonia cellulare pare essere addirittura la forma di telefonia più diffusa anche tra i migranti, che non possedendo o non potendo possedere una residenza stabile hanno più difficoltà ad accedere alla telefonia fissa che a quella mobile.

 

NON ESISTONO PIÙ GLI ESCLUSI?
All'interno dei paesi occidentali sviluppati permangono strati di popolazione che non godono di questo accesso alle tecnologie. Ma tendenzialmente si tratta solo delle generazioni più vecchie della popolazione non permeabili, per ragioni culturali e anagrafiche, ai processi di innovazione mentale richiesti, o di quelle più povere, una fascia di sottoproletariato estremo che non ha comunque alcun modo di partecipare ai processi di produzione e consumo. Gli esclusi da tale processo sono un numero sempre più marginale perché ognuno, pur con quel poco che ha, può dare il suo piccolo contributo al meccanismo di valorizzazione generale. Per questo l'automazione, la telefonia cellulare, internet, sono elementi via via più diffusi, benché ancora in misura quantitaviamente limitata ed elitaria, anche nella produzione, nella vita e nel consumo del sud del mondo, come lo sono nel cuore tecnologico e tecnocratico dell'impero. Nessuno deve essere più escluso dai processi di produzione e sfruttamento: non lo è il benestante ceto medio occidentale, non lo è il soldato bambino del Corno d'Africa. Certo, questa è una visione sommaria, ma questo è il nocciolo di quella globalizzazione della produzione a cui nessuno sembra essere più in grado di sfuggire. Una globalizzazione che è un processo esso stesso parziale e frammentario. Che c'è dove serve, e non c'è ancora dove non è necessaria o non ve ne sono le condizioni. E la comunicazione globale come possibile - e futuro - elemento di congiunzione (ricomposizione sarebbe una parola troppo grossa) tra gli infiniti segmenti in cui si divide il lavoro, non rende quest'ultimo oggi meno materiale di ieri. Il manovale col cellulare continua a spalare terra per 10 ore al giorno, anzi 12 perché deve pagarsi anche le spese di telefonia mobile... Sono il comando, il controllo, i meccanismi di relazione a essere diventati meno materiali, a essersi spostati su un piano meno tangibile, meno visibile, e quindi più perverso.

 

LA SOCIETÀ DEL CONTROLLO
In questo scenario, produzione e consumo di merce sono legate da un filo ininterrotto di scambio digitale e in qualche modo indistinto di informazioni. Indistinto perché questo scambio non separa più produzione e consumo, ma va diventando il supporto generale della merce, entità sempre più astratta e assoluta. Indistinto perché in questa stessa trasmissione di dati vi è l'elemento centrale della nostra vita di relazione, quindi della costituzione di società. Relazioni e società non più distinte dalla merce, dalla sua produzione e dal suo consumo. Dietro questo si nasconde (neanche troppo) la costruzione del controllo, che è contemporaneamente individuale e globale. I dati relativi a ogni nostra attività, produttiva, di relazione e di consumo, possono essere e sono continuamente registrati, monitorati, classificati ed elaborati. Oggi, tanto le grandi imprese quanto gli Stati possono ricostruire, attraverso il nostro uso del telefono, delle carte di credito e del bancomat, della posta elettronica e della navigazione web, un tracciato molto preciso dei nostri consumi, delle nostre relazioni, dei nostri interessi culturali, dei nostri spostamenti fisici. Si avvicina un'epoca in cui l'Autorità, nel senso più arbitrario del termine, potrà incrociare fra di loro tutti questi dati, elaborarli e realizzare il mito del grande fratello. L'unico modo di difendersi è conoscere con esattezza cosa succede ogni volta che premiamo un tasto, di un qualsiasi congegno, per poter decidere che per una volta potrebbe essere opportuno non farlo e sottrarsi così al controllo. Diventa quindi indispensabile la costruzione di una coscienza precisa delle implicazioni e delle conseguenze di ogni nostro gesto dentro a questo sistema generale.

 

NUOVI STRUMENTI PER IL CONFLITTO
Come in ogni progresso, oltre alle conseguenze negative, vi sono anche nuove possibilità offerte dalle trasformazioni in atto. E alcuni casi esemplificano con chiarezza la situazione sul versante della militanza, dell'attivismo politico e sociale. In Chiapas dal 1994, abbiamo visto un esercito straccione che è riuscito a bucare il muro del silenzio e dell'invisibilità e a guadagnarsi una solidarietà e una rete d'appoggio globale che, almeno fino ad oggi, l'ha aiutato a salvarsi dall'assalto dell'esercito governativo, dall'annientamento e dall'ennesimo stermino indio. Più recentemente, a Seattle abbiamo assistito di nuovo a una mobilitazione costruita sulle stesse reti globali di comunicazione e trasporto delle merci e del lavoro. I gruppi di attivisti, le organizzazioni di base, incorporano anch'essi, in modo massiccio, questi saperi socialmente diffusi. L'uso del cellulare, della posta elettronica, della distribuzione di documentazione via web stanno, sia pure in ritardo, affermandosi come strumenti consueti di supporto all'azione militante. Il conflitto non si sposterà in un lontano ed etereo mondo virtuale. La prossima rivoluzione non sarà virtuale, ma il virtuale è uno degli scenari, uno tra i tanti ma non il meno importante, in cui sarà necessario portare la propria capacità di resistere alla riduzione degli uomini a merce e di creare conflitto e società altra. Un mondo ancora tutto da scoprire, per alcuni versi, dove è necessario sperimentare forme attualizzate del conflitto, come si è tentato di fare con l'invenzione del netstrike, il corteo telematico o di altre tecniche di protesta e boicottaggio realizzate utilizzando la rete.

 

LA RIVOLUZIONE CHE VERRÀ
Lungo il filo ininterrotto, reticolare e pervasivo, della comunicazione si snoda il comando d'impresa diffuso, la catena di montaggio del nostro tempo a cui tutti partecipiamo, il controllo poliziesco sui corpi e sui pensieri. Attorno a questo dispositivo si costituisce una nuova soggettività operaia. Perché lungo la filiera immateriale della produzione ci stanno ancora, come una volta lungo la catena di montaggio, uomini e donne in carne e ossa, con tutta la loro umanità irriducibile a merce, a cosa tra le cose. La rivoluzione che verrà la faranno ancora gli uomini e le donne, sarà di nuovo una rivoluzione dei corpi e dei desideri. Corpi e desideri oggi ancora nascosti e inconsapevoli perché sommersi dal frastuono della merce.