Milano, 10 giugno,dai media di regime  si apprende di un attacco incendiario nei confronti del titolare della sede legale di una ditta , la  Algamundi  srl ,start up  che ha vinto un concorso Expo e  risulta coinvolta in progetti in campo biotecnologico.Stampa ed inquirenti mettono in relazione l’attacco con ambienti anarchici ed ecologisti.

Da Il Giorno:”Abbiamo sentito un gran botto e poi abbiamo visto il fumo alla finestra”. Due piani separano lo studio di avvocati al terzo da quello del commercialista Paolo Gambini al primo, eppure lo scoppio si è sentito eccome. “Un rumore simile a quello che fa un grosso petardo”. In realtà, all interno di quell’ involucro recapitato ieri mattina c’era polvere pirica, innescata da un congegno elettrico all interno di un portafogli. Per fortuna, il professionista che l’ha aperto se l’è cavata con qualche escoriazione alla mano e un passaggio precauzionale in ospedale; gli investigatori fanno capire che il mini-ordigno avrebbe potuto provocare danni ben più gravi. In realtà, il destinatario non era Gambini, bensì la Algamundi srl, una start-up che lavora nel campo delle biomasse e che al civico 4 di via Lazzaroni, a due passi dal Pirellone, ha solo la sede legale. Una start-up che nel 2015 ha pure vinto un concorso Expo per un progetto aperto ad aziende agricole e zootecniche.

Le indagini della Digos si starebbero concentrando sulla pista anarco-insurrezionalista, in particolare sull’ala “ambientalista” che contesta le aziende che contribuiscono a produrre e commercializzare gli Ogm, vale a dire “Organismi geneticamente modificati”. Del resto, mercoledì una lettera pressoché identica è stata intercettata dagli addetti allo smistamento della posta dell’Efsa, l’Authority alimentare europea di Parma; in quell’occasione, però, erano stati gli artificieri, chiamati dopo i controlli al metal detector, a far brillare in sicurezza il plico. Un attacco simultaneo, l’ipotesi al momento più accreditata, anche se non c’è traccia di rivendicazioni: nessun messaggio all’interno delle missive-bomba, nessun proclama sui siti web di riferimento. On line si trova invece un articolo su Algamundi pubblicato sul numero del 2015 del periodico spagnolo «Fenrir – Publicacion anarquista ecologista». Un articolo che spiega nel dettaglio l’attività della start-up (con tanto di indirizzo e mail) e che riporta addirittura le dichiarazioni d’intenti della responsabile scientifica del progetto.

Nella stessa pagina compaiono pure due trafiletti dedicati alla Monsanto, la multinazionale americana leader nel campo delle biotecnologie agrarie con un fatturato annuo da 14,5 miliardi di dollari e da sempre sotto attacco degli ecologisti. Argomento di uno dei paragrafi: il glifosato, cioè il principio attivo contenuto nell’erbicida Roundup, sospettato di essere cancerogeno e tuttora sotto esame dell’Unione Europea e di altri organismi quali proprio l’Efsa. Dal canto loro, i responsabili di Algamundi tengono a precisare: «La start up ha sempre lavorato con l’obiettivo di creare biotecnologie e prodotti naturali per migliorare l’ambiente e che nulla hanno a che fare con prodotti inquinanti o tossici nel pieno rispetto dell’ambiente e delle persone. Il nostro laboratorio presso il parco tecnologico padano e l’incubatore Alimenta ha sempre operato secondo i più elevati standard ambientali».