Fonte WCCCToronto

Lettera di Sol
Estate 2016

Quando si passano più di due anni rinchiusa ed isolata dal resto della popolazione carceraria, diventa un po’ difficile la quotidianità in un piccolo spazio nel cui la società ed i suoi ruoli si intensificano e dove adattarsi è una lotta giornaliera per non essere trascinata dalla corrente della sua morale e dal suo desiderio di consumarci. Ladri, narcotrafficanti e assassini interiorizzano lo Stato e il Potere come autorità.

Cerco di relazionarmi senza smettere di essere me stessa, senza l’isolamento che la polizia vorrebbe. Non siamo molto diverse, solo che le catene che legano loro rappresentano per me legami che non sono disposta ad abbandonare, per cui le tensioni sono parte della routine.
Più che le parole, la vita ed il modo in cui ognuna la gestisce sono è ciò che siamo, e quando la volontà si trasforma in un orario per alzarsi, mangiare e dormire, comincia la battaglia contro l’ordine costituito nell’astratto delle idee e dei ricordi, nella ricerca dei piccoli dettagli o gesti di onestà non contaminati dalla competizione tra poveri, perché le pareti sono grandi,così come le sbarre e i lucchetti, e si è in mano ad un nemico fisico grande quanto un territorio. Vedo che scontrarmi con esso ora non sarebbe altro che aumentarne il potere, per questo paziente aspetto il momento opportuno per la liberazione e così si incontreranno l’idea e la pratica nella vita stessa.

Il mio cuore appartiene alla terra e senza paura la forza della natura mi spinge, mi esorta a continuare. La solidarietà dei compagni è ciò che rispetto di più: i nostri valori si fanno palpabili, lontani dal dominio e dall’abuso, rendendo possibile uno spazio anarchico di relazioni in base all’affinità e fiducia senza interessi personali. Se me ne dimentico, il sangue mi ribolle per ogni provocazione di questo Stato, ma ho sempre chiaro chi sono i nemici sfruttatori e maledetti impuniti. Questo è ciò che i delinquenti dimenticano, senza vedere la struttura della quale siamo parte. La necessità di non restare indifferenti è ciò che ci rende diversi, andare oltre e cercare di studiare maglio i nostri obiettivi, è ciò che dà un significato più profondo alle nostre vite, allo stesso tempo rifletterà meglio la realtà a cui daremo forma, schierandoci con chiarezza dalla parte dalla quale scegliamo di stare.

Non abbiamo molta esperienza, le nostre conoscenze non sono sufficienti a sapere dove siamo e dove stiamo andando, ma è necessario correre dei rischi per imparare ed essere più saggi al momento dell’azione

Contro la società patriarcale e la civilizzazione tecnoindustriale, per non restare indifferenti davanti allo sfruttamento e all’abuso, un caloroso abbraccio da questa parte del continente a tutti coloro dell’altro lato che sentono il proprio sangue spingerli a combattere la società del consumo e il potere.

Chiarezza, pazienza e cautela

Viva l’anarchia

Sol