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“Voliamo come farfalle, pungiamo come api: Sulla situazione di Natalia Collado (Tato) e Javier Pino”

Recentemente l’inquisizione democratica dello Stato Cileno con tutti il suo apparato legale e burocratico ha deciso del futuro prossimo dei nostri fratelli dopo circa un anno di indagini. Essi erano stati accusati di collocamento e attivazione di un artefatto incendiario; il verdetto è stato di colpevolezza, con la richiesta dell’accusa di 5 anni e un giorno per Javier e di 4 anni e un giorno per Tato, che alla fine è stata ridotta, dopo le dichiarazioni della difesa, al minimo possibile secondo la nuova legge di controllo delle armi, cioè a 3 anni e 1 giorno di prigione effettiva, senza benefici giuridici per entrambi. Considerando il tempo passato in prigione preventiva, ai compagni restano circa 1 anno e 10 mesi di carcere, e dovrebbero uscire tra i mesi di aprile e maggio del 2018.

A riguardo, come sempre il sistema giuridico ha aggiustato i propri mezzi tecnici e legali per raggiungere i suoi obiettivi istituzionali. I compagni non erano ricchi, agiati, né politicamente corretti o tradizionali, sono individui che abbracciano le idee e le pratiche anarchiche. Questo per il potere implica univocamente una linea d’azione: la punizione esemplare, bruciare le streghe sulla pubblica piazza mentre giudici, magistrati e pubblici ministeri si danno pacche sulle spalle, immediatamente ripresi dagli sciacalli della stampa, in riunioni di corridoio come abbiamo potuto ben osservare fuori dalle aule nelle quali questi figuri si ergono come semidei distribuendo colpe come fossero caramelle. Questo non è un delirio, è un fatto, i gadget che la scientifica e i tecnici del legalismo borghese costantemente utilizzano per dimostrare ciò che vogliono dimostrare e per vedere ciò che vogliono vedere. La grande “prova” portata dall’accusa in questo caso sono i resti di idrocarburi sui vestiti degli accusati, resti che sono stati analizzati con uno strumento che non ha la capacità di differenziare il tipo di derivato specifico del petrolio del campione esaminato. Sarebbe a dire che potrebbe trattarsi di una macchia di cera mentre i due ragazzi pulivano i propri spazi, una macchia di olio mentre lubrificavano le catene delle loro biciclette, etc. Vuol dire che non ci sono prove, tanto meno prove conclusive. A questo si aggiunge l’affermazione fuorviante che sono state ritrovate una gran quantità di idrocarburi nei vestiti, che è una banalità considerando che l’analisi è stata realizzata su una macchia oleosa e non in un insieme di campioni provenienti dal medesimo indumento per definire una statistica rappresentativa. Perciò è evidente che c’è una base tecnica, ma anche, teniamolo presente, una base politica mirante a eradicare ogni germe di radicalità che germoglia in questa guerra contro e nella società e che cerca di mandare un messaggio a tutti gli sfruttati e i refrattari schierati o meno per il conflitto:rompere la moralità capitalista non è una possibilità ed utilizzeranno tutti i mezzi legali e tecnici per assicurarlo e, se questi non sono sufficienti, manipoleranno il sistema giudiziario per riuscire a fare a pezzi ogni istanza rivoluzionaria di prassi, per poter continuare a perpetuare il flusso normale della società attuale, cioè il flusso della merce per l’accumulazione capitalista e dare liquidità ad un sistema finanziario che non ha un sostegno reale, e si fonda sulla devastazione dell’ambiente naturale selvaggio e sullo sfruttamento e l’alienazione dell’attività umana.

Di fronte a questo scenario non ci resta che riaffermare la nostra negazione dei processi giudiziari nella forma e nella sostanza (ma non dei compagni che utilizzano l’ assistenza legale) perché sappiamo attraverso questo ed altri casi che non c’è obiettività, né una presunta uguaglianza di fronte alla legge: “il gioco finisce prima ancora di cominciare”. Allo stesso modo riteniamo fondamentale concretizzare il nostro sostegno incondizionato ai compagni di prassi libertaria e antagonista prigionieri. Dalle pratiche più basilari, come assicurare il vitto, fornirgli dei mezzi perché possano rilassarsi negli spazi ristretti e mantenere la comunicazione amorosa e fraterna tra dentro e fuori le segrete. Infine, crediamo che mantenere viva la conflittualità permanente, concreta e materiale contro il sistema capitalista e tutte le sue rappresentazioni sia il nostro miglior tributo e ispirazione per tutti i ribelli dentro e fuori le prigioni.

Spazziamo via la pornografia mercantile che ci impongono giorno dopo giorno, dispieghiamo l’erotismo infinito dei nostri desideri più profondi, facciamo della nostra pulsione vitale un atto caotico e anarchico che inondi di energia orgasmica la normalità capitalista che ha raggiunto quasi ogni angolo..

Cerchiamo le crepe, i punti ciechi per colpire e propagare le infinite possibilità della rivolta individuale e collettiva!

Desde alguna parte del Cinturón de Fuego del Pacífico