Numeri dello stato di emergenza in Francia
Da quattro a cinquemila persone, nonostante il divieto imposto dallo stato di emergenza,si erano radunate in Place de la Republique a Parigi, domenica 29 novembre, circondate da un consistente dispositivo di forze dell’ordine. Quasi subito una parte dei manifestanti ha tentato di muoversi verso Avenue de la Republique e sono partiti gli scontri con lanci di oggetti, come bottiglie in vetro, scarpe, eccetera contro la CRS (Compagnies Républicaines de Sécurité, corpo della polizia francese con funzioni antisommossa e di protezione civile) che ha risposto con cariche,lancio di lacrimogeni e granate stordenti. La manifestazione chiamata contro il vertice internazionale COP21 (conferenza sul clima che vede la presenza di 150 capi di governo) si è conclusa con più di 341 interrogatori e 317 fermi,secondo ciò che ha reso noto la prefettura lunedì mattina. Due belgi ed uno svizzero sono stati rinchiusi nel centro di detenzione ( CRA centre de retention amministrative) a Vincennes, con l’obbligo di lasciare il suolo francese in quanto “rappresentano una minaccia grave per l’ordine pubblico”. Due processi per direttissima hanno avuto luogo martedì pomeriggio, per un uomo ed una donna accusati di aver preso parte agli scontri avvenuti tra i manifestanti e le forze dell’ordine il 29 novembre a Place de la Republique, Parigi. Le accuse sono, per l’uomo, di percosse volontarie su un membro delle forze dell’ordine, per la donna, di cui non si conosce la nazionalità, di rifiuto di dare le impronte digitali. Per entrambe sussiste anche l’accusa di non aver obbedito all’ordine di disperdersi. Altre due persone rimangono in stato di fermo e cinque vengono rilasciati. Molti manifestanti in stato di fermo erano stati rilasciati lunedì.

Il governo ha già reso nota l’intenzione di impedire lo svolgimento della marcia chiamata per il 12 dicembre, data di chiusura del vertice COP21. Il prefetto di Parigi ha vietato fino al 13 dicembre a mezzanotte le manifestazioni nella zona di Bourget, (comune di dove si tiene la conferenza sul surriscaldamento climatico) situato nel dipartimento di Seine Saint Denis e nella zona degli Champs-Élysées, del Grand Palais e della Concorde, a Parigi.
Nella settimana precedente al 29 novembre si erano avute perquisizioni e assegnazioni di residenze coatte per prevenire eventuali contestazioni del vertice.
Il 26 novembre un abitante di una casa occupata “Le Mulin” ad Ivry si è visto notificare la residenza coatta fino al 12 dicembre. Anche un’altra casa occupata “le Massicot” a Ivry ha subito una perquisizione, due persone sono state interrogate una persona è stata prelevata e portata al commissariato, non si sa se è stata arrestata perché in nome delle leggi sullo stato di emergenza la prefettura non è tenuta a fornire informazioni. Perquisita anche la casa occupata “L’Annexe” a Pre Saint Gervais dove erano state fatte le assemblee preparatorie contro il vertice Cop 21.
Ci sono state perquisizioni a Rennes e a Rouen.
A Rennes il 26 novembre 6 abitazioni sono state perquisite con relative notifiche di resi¬denze coatte. Sempre a Rennes alcuni sbirri tentano di penetrare nella “Maison de la Greve” ( luogo nato nel 2010 a seguito del movimento contro la riforma delle pensioni) non riuscendoci decidono di controllare i documenti dei passanti in zona. Il giorno seguente gli sbirri tornano nelle case perquisite per cercare qualcuno che al momento era assente, in una delle case ammanettano gli abitanti nella sala ed effettuato la perquisizione nelle altre stanze senza che nessuno possa assistere. Ad una persona che si era recata al commissariato per firmare, a seguito della residenza coatta impostagli il giorno precedente, viene notificato il divieto di recarsi nell’ Ile de France, tocca la stessa sorte anche al coinquilino. Altri sbirri si recano in una delle abitazioni già perquisite per notificare altri divieti di recarsi in Ile de France. In un comunicato si legge che i perquisiti a Rennes hanno l’obbligo di firma tre volte al giorno presso il commissariato, l’obbligo di rientro notturno (dalle 22 alle 6) fino al 12 dicembre, le motivazioni delle residenze coatte sono: la partecipazione ad una manifestazione contro la costruzione dell’aeroporto il 22 febbraio 2014 a Nantes, la loro presenza ad un weekend di mobilitazione contro la violenza sbirresca organizzata a Pont-de-buis dopo la morte di Remi Fraisse, un arresto preventivo in uno squat di Milano prima di una manifestazione partecipata da no-tav, sindacalisti e militanti della lotta antisfratti.
A Rouen ci sono state tre convocazioni presso il commissariato, con notifica di divieto di recarsi in Ile de France
Il 24 novembre anche in Dordogna si sono avute delle perquisizioni nei locali di alcuni orticoltori in cui secondo le forze dell’ordine “esisteva il sospetto che si potessero trovare persone, armi o oggetti suscettibili di essere legati ad attività di tipo terroristico”.
Anche a Lione gli sbirri entrano in una casa per notificare una residenza coatta ad una persona che non vi abita più da mesi, il giorno seguente fanno controlli di identità in tutto il quartiere.
Sabato pomeriggio, 28 novembre è stato perquisito il cinema occupato “Avesso” situato a Saint Maurice (94), trenta sbirri hanno invaso il cinema cercando estintori modificati, che non sono stati trovati.
Anche i controlli alle frontiere si sono intensificati circa 1000 persone sono state rimandate indietro alla frontiera franco-tedesca dicendo che rappresentavano un rischio per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Lo stato di emergenza, dichiarato dal consiglio dei ministri, prolungato fino al 26 febbraio, ha come precondizione “l’imminente pericolo di attentati gravi all’ordine pubblico o avvenimenti che per la loro natura o gravità presentano il carattere di pubblica calamità”. La dichiarazione dello stato di emergenza conferisce poteri eccezionali al Ministero dell’Interno e ai prefetti in materia di ordine pubblico e coprifuoco: divieto di circolazione di persone e veicoli; istituzione di zone di protezione e sicurezza; interdizione dal territorio di chiunque ostacoli l’azione dell’autorità; assegnazione di residenza coatta. Inoltre il Ministero dell’Interno può ordinare la chiusura temporanea di locali pubblici di ogni genere e interdire, a titolo generale o parti¬colare, riunioni tese a provocare o sostenere i disordini. Può ordinare la consegna da parte dei privati di al¬cune categorie di armi, conferire alle autorità amministrative il potere di perquisizione domiciliare diurna e notturna senza previa autorizzazione giudiziaria. Può infine prendere misure per il controllo della stampa e delle telecomunicazioni nella zona designata. Lo stato di emergenza è stato applicato alle rivolte nelle banlieues nel 2005.

Per maggiori informazioni in lingua francese: Attaque