Di seguito due articoli tradotti dal nuovo blog/giornale cileno Contra toda autoritad
www.contratodaautoridad.wordpress.com

Alimentando il fuoco …
(A mo’ di editoriale)

Questo grido di guerra anarchico, tradotto su carta, in una rivista, pretende di essere un apporto in più nella circolazione di idee che nutrono il dibattito e alimentano la tensione e le riflessioni tra i compagni di prassi antiautoritaria.
Cerchiamo di contribuire a collegare le varie volontà di lotta, potenziando lo scambio e la retro-alimentazione di idee/valori tra compagni, andando oltre i legami e le relazioni specifiche, cercando così di andare oltre i rapporti amicali e connettendoci attraverso le complicità nella lotta.
Con quest’ istanza ci interessa fomentare, dal singolo al collettivo, la pratica di riflessione permanente sui fatti della realtà, potenziando la lotta contro il Potere, perché si affini la mira, affrontando e combattendo lo stagnamento e l’auto- compiacenza.
Questa rivista, questo gesto/intenzione è solo un aspetto in più della multiformità di scenari per scontrarsi con il Potere, i suoi difensori e falsi critici. E’ il frutto di un processo di riflessione collettivo sulla base delle idee di ognuno e dove l’affinità è il nostro motore e guida, perché, come individui non estranei la lotta, immersi nel che-fare anarchico, è dalla pratica insurrezionale stessa che provengono queste riflessioni.
Con questo sentire, cerchiamo anche di estendere i valori nella guerra contro il potere, così come l’orizzontalità, l’affinità, la posizione anti-autoritaria, la solidarietà e l’informalità sono le armi e scudi che ci sostengono, incendiando anche la notte più buia, tenendo il passo, in allerta, sia individualmente che collettivamente.
Le riflessioni espresse qui possono essere motivate dalla contingenza, ma cercano di superarla, non rimettendosi unicamente ad essa, perché si va oltre il meramente informativo o “controinformativo”. Solo sollevando le riflessioni per mano dell’azione, eleviamo la conflittualità.
Abbiamo acquisito il formato cartaceo, per oltrepassare le barriere e confini del “virtuale”, anche se manterremo un sito web per ampliarne la diffusione, pretendendo di essere un crocevia per la comunicazione e la tensione con compagni di altri territori.
Come volontà anarchiche e anti-autoritarie, le nostre idee, le azioni, le prospettive e le tensioni non sono materia inerte, sono forza viva e energia sempre incandescenti, ma è anche vero che se quest’energia smette di circolare e di alimentarsi di altri fuochi, va perdendo la sua potenza e riduce il raggio d’azione costruttivo / distruttivo che può raggiungere.
Pertanto, le nostre idee non solo cercano di nutrirsi e confrontarsi con rapporti sinceri tra compagni, ma in più vanno ad aprire il sentiero dove materializzarsi in fatti concreti. Noi non siamo poesia contro il dominio, siamo, prima di tutto e soprattutto, lo scenario ostile, una Forza Irrenunciabile contro il Potere.
Perciò siamo chiari e taglienti nel difendere l’uso di tutti gli strumenti nella lotta insurrezionale e anarchica, sia nella riappropriazione della vita, come nell’attacco diretto, intendendo che entrambi sono parte della stessa prospettiva di offensiva e di scontro con il dominio.

Vediamo oggi come una necessità urgente che aumentino la quantità e la qualità dell’offensiva contro l’ordine costituito, e per questo cerchiamo diversi percorsi attraverso cui ampliare e approfondire le idee che propagano lo scontro con l’autorità.
Si tratta quindi di potenziare la propria energia e non di imitare e ripetere slogan che poi, quando sale la conflittualità, non siamo in grado di attuare. Un guerriero non ripete frasi fatte, altrimenti non riesce ad aprirsi una strada in mezzo alla pressione dell’ autorità e della frustrazione che l’accumularsi di sconfitte può implicare .
Noi siamo parte attiva di una comunità della negazione che ha saputo alzarsi e mantenersi ferma nella storia. Nel continuare la lotta abbiamo armato le nostre convinzioni, disposti ad alzare il conflitto al suo punto più alto, invitando alla moltiplicazione di gesti/ istanze / azioni di offensiva permanentie contro l’autorità.
Con l’orgoglio di continuare la guerra, nulla è finito, tutto continua …
Secondo semestre 2014
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..
Su anonimato e azioni. Quando le cose non si spiegano da sole

”Le parole si mescolano con il fuoco e le ceneri di banche, veicoli governativi, auto- pattuglia, laboratori di nanotecnologia, antenne di trasmissione televisiva, furgoni della security e centri commerciali di lusso, queste sono una promessa per gli amici e una minaccia per i nemici”[Cospirazione delle Cellule di Fuoco, Grecia.]
Dal momento in cui abbiamo deciso di affrontare il potere, attraverso l’offensiva multiforme , decidiamo che ogni atto, gesto o azione che compiamo devono essere caricate di queste posizioni. Inoltre, dovrebbe essere chiaro che non ci deve essere nessuna tregua e nessuna coesistenza pacifica con il nemico (lo stato-capitale, l’autorità, il potere, e coloro che lo difendono). Sebbene le azioni, in particolare quelle la cui natura è “di tipo illegale” (inteso come ciò che trascende la legittimità del potere) sono spesso esplicite nella loro forma, spesso non lo sono nel contenuto e che a volte le azioni, qualunque esse siano, non parlano da sole e, in più, possono dar luogo a speculazioni e consenso al pensiero del nemico.
Biblioteche, gruppi, discussioni e forum; blocchi stradali e barricate, rapine in banca, esecuzioni, attacchi esplosivi alle strutture del potere, sono tutte azioni e pratiche che fanno parte di una multiforme proposta di scontro, ma se non è spiegato e non sono espliciti i “perché” esse potrebbero essere azioni che può aver realizzato qualsiasi gruppo o individuo non per forza un anarchico o antiautoritario: marxisti, gruppi fascisti, sbirri ecc.
Esse non sono un un’unicità del nostro modo di scontrarsi. Come esempio dobbiamo ricordare che nel nostro paese, e in relazione al nostro recente passato, queste pratiche illegali in particolare sono state utilizzate nel corso degli anni Ottanta da militari e gruppi politici di tendenza marxista leninista come un modo per affrontare e combattere la dittatura, e allo stesso modo in altre parti del mondo.
E’ importante chiarire che noi intendiamo la lotta insurrezionale in modo multiforme; così spiegare le nostre motivazioni è un modo perché le nostre azioni illegali non restino solo degli atti, ma perché tutte le pratiche e le azioni che vengono eseguite fanno parte della nostra proposta antiautoritaria. In questo senso un forum, una biblioteca, una pubblicazione, ecc, hanno bisogno di spiegare i loro obiettivi che li differenziano dalle pratiche alternative di vita, e li collegano ad una soggettività di scontro con il dominio. E’ da questa prospettiva che inquadriamo questa discussione.
Le rivendicazioni delle nostre azioni e pratiche di scontro sono un modo per propagandare un messaggio ed evitare la confusione, perché permettono di rendere pubblici i motivi per cui è stato deciso di fare un tale atto. Inoltre, affronta il nemico quando cerca di speculare per i suoi scopi sulla nostra azione, sia fornendo spiegazioni e motivazioni del perché di questo modo di agire o generando una campagna mediatica a loro beneficio. Anche se non siamo interessati a impegnarci in discussioni con il potere, o ripulire l’immagine, non possiamo rimanere zitti quando si creano convinzioni, criminalizzazioni o si prendono gioco delle nostre azioni, idee e compagni. Un antiautoritario deve spiegare i suoi perché, soprattutto quando il potere mira direttamente alle nostre idee e progetti, attaccando le nostre convinzioni e valori; considerando che il potere sempre parlerà contro e cercherà di seppellire i nostri messaggi.
Rendere note le nostre motivazioni difende non solo la nostra proposta di scontro ed evita la confusione fino a collegarci anche con altri, ma supera frontiere fisiche che spesso rendono difficili la comunicazione. Le parole e il messaggio aprono dibattiti, generano tensioni che arricchiscono e nutrono la nostra prassi insurrezionale, e in nessun caso dovrebbe essere una tribuna di attacco o per screditare compagni che sono vicini nella lotta.
Non sono i metodi o il materiale che ci uniscono nella lotta, ma i contenuti, idee e significati che diamo a questi nello sviluppo dello scontro multiforme. E ‘attraverso il messaggio e le idee che possiamo conoscere quello che pensano e propongono altri compagni, non solo attraverso gli atti.
Sono le proposte sviluppate in parole e atti ciò che ci uniscono alle altre collettività in lotta, ed è attraverso un comunicato che possiamo differirci o dibattere rispetto a tattiche, strategie o dinamiche di lotta e di scontro; è attraverso il dialogo informale che possiamo proiettare le nostre azioni e la nostra proposta antiautoritaria. E’ con un messaggio che le nostre azioni si potenziano, soprattutto quando salutiamo e solidarizziamo con i compagni sequestrati dal potere. E’ attraverso l’azione che manteniamo vivo il ricordo dei nostri guerrieri caduti in azione. E’ con l’atto accompagnato alla parola che invitiamo alla distruzione dell’ordine esistente.
Come ben dicono i compagni in Grecia “La comunicazione è la pietra angolare di tutta la nostra struttura informale. Intendiamo ogni parola come un invito alla battaglia contro il Potere. Ogni significato che abbiamo messo su carta, vogliamo trovar il modo che si trasformi da teoria in pratica. Solo dopo la pratica tutti i valori teorici avranno un perché (…) ogni parola che utilizziamo ha la propria origine politica”(Cospirazione delle Cellule di Fuoco , Grecia).
Guerra fino alla morte contro ogni autorità.
Attraverso queste parole, ed il loro inevitabile legame con l’azione, ci differenziamo da quelli che cercano e diffondono un anarchismo in coesistenza con il potere. E’ attraverso l’atto e la parola che difendiamo anche la nostra posizione non solo smentendo il senso della rivolta trasfigurato dal potere, ma anche da quelli provenienti da correnti riformiste dell’ anarchismo che bollano di “avanguardismo” le proposte di scontro con il potere, affermando che le nostre azioni mancano di proiezione, di contenuto e di sostanza. Di esempi nella storia ce ne sono molti, nel nostro paese anche, soprattutto negli ultimi tempi in relazione alle azioni repressive del potere per condannare e criminalizzare le idee anarchiche di scontro e anche in relazione all’ondata di attacchi esplosivi-incendiari.
Noi non cerchiamo il consenso della società rispetto alle nostre motivazioni, questo sia chiaro, ma non vogliamo nemmeno che la rivolta stagni e non si propaghi, cerchiamo che si riproduca e si diffonda con obiettivi che mostrano un chiaro nemico. In questo senso, anche se il potere cercherà sempre di attaccare la lotta anti-autoritaria, non rimarremo in silenzio contro la manipolazione del significato delle nostre azioni da parte di quelli che condannano l’offensiva contro il potere.
Siamo in grado di sviluppare un grande manifesto esplicativo del perché non siamo e né vogliamo essere l’avanguardia di alcun movimento o popolo organizzato, ma vogliamo solo dire che: il potere è ovunque e in ogni relazione sociale riprodotta ai margini della società, e di fronte a tale situazione oggettiva, è nelle nostre mani la decisione di farla finita. In questo contesto si sviluppano e si giustificano le nostre azioni.
Non è nostra intenzione di essere a capo di qualsiasi movimento o di illuminare le menti coscienti, ogni persona deve scegliere per se stesso – come alcuni compagni dicono – il crimine sta nell’esistenza stessa del potere, e se le nostre parole e azioni contribuiscono a distruggerla, tanto meglio.
Le nostre azioni cercano di diffondere idee e valori di scontro e opposizione reale al potere, noi non ci poniamo nella vasta gamma di progetti politici che utilizzano gli atti e le azioni di scontro nella linea direttrice della propria organizzazione formale. Né ci troviamo sul marciapiede ad aspettare le masse o il “popolo” a fare e dire, dichiariamo guerra all’ordine del dominio. Ci riconosciamo dei buon compagni, ma sicuramente non lasceremo diffondere la fiamma della rivolta anti-autoritaria multiforme e l’azione minoritaria, o incasellare le nostre azioni e idee in un contesto di atto di massa o “movimenti sociali”.
Da tutto quello che abbiamo appena spiegato deriva l’importanza di rivendicare le nostre azioni. Che l’anonimato delle nostre azioni non metta a tacere le tante idee e proposte che vogliamo propagandare per il conflitto. Che le azioni e le parole distruggano l’ordine esistente.
Che le parole e le azioni ci uniscano con quelli che si scontrano con l’autorità
Che le parole e le azioni ci separino da quelli che coesistono con il potere…
Il silenzio non seppellirà le nostre azioni; il silenzio non seppellirà le nostre idee.
Che il messaggio sia forte e chiaro: Nessuna tregua al dominio e ai suoi perpetuatori.
“La nostra lotta è polimorfa. Esplode come le nostre bombe, puzza di piombo come i nostri proiettili, si estende come i nostri incendi, parla al cuore come i nostri testi, inquina la città marcia come i nostri manifesti, irride i nostri nemici. ” (CCF, Grecia)