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Il 4 luglio è continuata la corte del terrore di Koridallos per quanto riguarda la rapina in Velvedo, con la lettura di documenti di accusa, una procedura che ha avuto iniziogià nell’udienza precedente.
Due udienze precedenti, in cui i testimoni interrogati sono stati i poliziotti del gruppo DIAS ed i poliziotti che erano nell’auto della polizia che arrestò i compagni G. Mihailidis, N. Romanos e
A. D. Bourzouko .

Tutti questi testimoni, per coprire le torture che sono avvenute nella stazione della polizia a Veria, hanno detto che nel tentare di immobilizzare i compagni questi hanno ragito scontrandosi con loro e nella colluttazione i compagni sono rimasti feriti.

Gli avvocati della difesa hanno dimostrato che le loro affermazioni erano false e senza una base, perché se i compagni avessero voluto resistere, cercando di evitare l’arresto, avrebbero potuto usare le armi e non le mani.

Il presidente di questa corte del terrore, A. Potamianos, ha tentato di iniziare l’udienza con la lettura di tre relazioni del Laboratorio Competente della Direzione di Inchiesta Giudiziaria, riguardo l’esame del DNA illegalmente preso dalle accusati compagni.

L’avvocato di difesa, A. Paparousou, ha chiesto che i rapporti non fossero letti, perché il suo assistito A.D. Bourzoukos è nell’”ospedale” della prigione, e le relazioni sono incomplete, perché non sono corredate di tutti i documenti che descrivono la procedura. E per questo il motivo il giudice non dovrebbe affidarsi su queste relazioni.
Ha anche chiesto che tutti i documenti fossero letti e che le nuove disposizioni contenute nella nuova normativa carceraria non sono state ancora applicate.

Anche l’avvocato della difesa, Sp. Fitrakis, ha chiesto che tutti i documenti devono essere letti, nell’ordine delle accuse, la stessa cosa chiesta anche dal compagno A. Dalios.

Inizia così la lettura dei documenti con il primo che è stato un rapporto di una perquisizione nella casa di una persona che nulla ha a che fare con il caso sotto processo. Questa cosa ha scatenato un diverbio tra gli avvocati A.Paparousou, Sp.Fitrakis e il presidente della corte del terrore.

Hanno chiarito che il rapporto non riguarda la casa dove vivevano i loro assistiti, ma un’altra casa, di una persona che non ha nulla a che fare con il caso, e che è stato accusato solo per creare un clima politico.

Il compagno D. Politis, commentando sulla questione, ha detto che, poiché l’anti-terrorismo ha trasmesso dei documenti, questi devono essere letti tutti.

Dopo di che è stato letto un rapporto sulla ricerca del compagno A. D. Bourzoukos nella casa della sua famiglia. L’avvocato A. Paparousou ha sottolineato che l’Anti-terrorismo sapeva che il compagno non viveva là, ma ha effettuato la perquisizione per altri scopi.

Un altro rapporto che è stato letto era su una borsa che è stata cercata, e che venne trovata nella zona, ma era ovvio che i compagni  non l’avevano buttata via.

In un altro rapporto è stato riportato che la polizia ha esaltato il Tellar (n.d.t. Non ho trovato il significato da nessuna parte di “Tellar”) che ha utilizzato il timer per far perdere tempo ai rapinatori.

A.Paparousou ha sottolineato che la mossa della polizia di lodare il Tellar è ridicola, perché l’utilizzo del timer durante la rapina mette in pericolo la vita “dei cittadini.
Tale mossa spiega l’atteggiamento della polizia nel dare priorità alla custodia del denaro delle banche e non alla sicurezza dei cittadini.