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Insieme per dare voce ai familiari dei no tav arrestati

Insieme per dare voce ai familiari dei no tav arrestati

Dal 9 dicembre 2013 quattro no tav sono in carcere. Chiara. Niccolò. Claudio. Mattia.
L’arresto è solo l’ultimo passo per chiudere un cerchio accuratamente preparato nei mesi precedenti. Una circonferenza tracciata da procura/media/politici con l’unico scopo di preparare il terreno per muovere contro i no tav l’accusa enorme e definitiva, quella di terrorismo.

Bastino un paio di link per rendere l’idea: La Stampa e Il Tempo

Era necessario preparare il terreno perché accusare di terrorismo un movimento popolare che decide cosa fare pubblicamente e in assemblea non è cosa semplice. E poi far credere che l’incendio di un compressore potesse delinearsi come atto terroristico era davvero impresa dura. Ci hanno messo mesi, una preparazione meticolosa, molti dei protagonisti, giornalisti e politici, probabilmente hanno svolto il compito in modo inconsapevole. Ma adesso Chiara, Nicco, Mattia e Claudio rischiano 30 anni di galera.

E allora possiamo provare a dissodare il terreno su cui loro sono passati con uno schiacciasassi. Hanno martellato per mesi con l’equazione NO TAV = TERRORISTI.
Sta a noi smontare questo racconto, girarglielo contro. Perché ne va della libertà di tutti.

Abbiamo fatto girare l’Appello dei familiari dei 4 no tav tra amici, compagni e persone che reputavamo interessate.

Come forse saprai da due mesi e mezzo 3 ragazzi e una ragazza no tav sono in carcere, regime di alta sorveglianza. L’accusa nei loro confronti è pesantissima: terrorismo. Rischiano 30 anni di galera. Di cosa sono accusati? Dell’incendio di un compressore.
Il 22 febbraio in Valle e in ogni territorio ci saranno iniziative, manifestazioni e presidi, perché il tentativo di arginare una lotta con richiesta di pene enormi mette a repentaglio la libertà di tutt*. Una settimana fa i familiari dei 4 ragazzi hanno pubblicato un appello messo in rete da Stefano Benni, lo incolliamo sotto. Crediamo sia importante diffonderlo, e diffondere questa storia, perché se l’obiettivo di questo giro di vite è prettamente politico, la risposta dev’essere politica e capillare. Accusare di terrorismo per una storia del genere serve a impaurire e ad additare i cattivi no tav alla pubblica opinione, noi dobbiamo ribaltare questo tentativo in ogni modo. In più occasioni la controparte ha dimostrato di avere un certo terrore per i “””cattivi maestri”””.

E allora ti chiediamo un aiuto:

– se vuoi aderire a questo appello
– se vuoi aiutarci a diffonderlo a farlo girare con mail, blog e quant’altro
– se vuoi scrivere due righe, una chiosa a questo appello

Naturalmente non vogliamo tirarti per la giacca, è una questione delicata, a Torino in procura sono degli schiacciasassi e quando si parla di terrorismo, anche se in modo del tutto strumentale come in questo caso, le cose si complicano e non vogliamo metterti in una posizione scomoda.
Però ci sembra importante perché ne va della libertà di tutti, e perché Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio rischiano di passare decenni dietro le sbarre.
Per qualsiasi cosa fai riferimento a questo indirizzo mail postmaster@spintadalbass.org

Qualcuno gli ha dato spazio tramite i propri canali, qualcuno ha aggiunto il suo contributo.
In molti han deciso di non stare in silenzio, e per questo li ringraziamo.

“Dice: l’incendio di un compressore è un atto terroristico. Dice che rischiano anni di galera: decine di anni. Terrorismo: perché hanno causato un “grave danno al paese”. Quegli altri, invece, dicono che sparare con fucili militari contro due pescatori inermi e ammazzarli non è terrorismo: Due marò che causano la morte di due indiani di sicuro non sono un “grave danno al paese”, vuoi che siano due indiani? Di sicuro valgono meno di un compressore. E cercare l’anima a forza di botte fino a spezzare i manganelli su un ragazzo di Ferrara non è terrorismo, è “omicidio colposo”: sei mesi di galera e poi di nuovo in servizio. Quattro poliziotti che causano la morte di un ragazzo di sicuro non sono un “grave danno al paese”, vuoi che sia un ragazzo? Di sicuro vale meno di un compressore.
Ci sono vite che valgono meno di un compressore, e vite che invece no. Le vite di Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio, per me, pesano quanto le montagne e le valli che difendono. Baissatz-vos montanhas, dice il canto degli occitani: come le montagne, anche le mura che ci negano questi compagni devono andar giù.”

Girolamo De Michele (scrittore)

Il reato di terrorismo per un reato di danneggiamento di un macchinario è talmente sballata da sentirsi ridicolo a doversene occupare. E ridicolo sarebbe se non ci fossero quattro persone giovani che stanno scontando carcere preventivo con questa accusa balorda. Se c’è un reato di vilipendio perché affermo che quell’ accusa è balorda, me lo accollo volentieri. Che non contino sul nostro silenzio e sul nostro timore in questo processo.

Erri De Luca (scrittore)

 

Zerocalcare (fumettista)

Wu Ming (scrittore)

Loredana Lipperini (scrittrice)

Carlo Freccero (autore televisivo)

Luciano Muhlbauer (politico, sindacalista)

Stefano Benni (scrittore)

Serge Quadruppani (scrittore)

Filippo Sottile (cantautore)

I redattori di Carmilla on-line

Francesco Stabile (cantautore)

 Massimo Carlotto (scrittore)

Sabina Guzzanti (attrice)

Associazione culturale Askavusa

“Che cosa sia il terrorismo è ancora poco chiaro. Non solo in questo paese, ma nel resto del mondo.
Proprio in questi giorni la Cassazione ha annullato le assoluzioni di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte riaprendo il processo d’appello per la strage di piazza della Loggia a Brescia. Un processo, che si trascina da decenni, come altri. Una delle stragi di stato che da Portella della Ginestra, fino ad arrivare ai giorni nostri, la storia di questo paese, è costellata.
Vicende in cui : estrema destra, servizi segreti, poteri forti, mafia e stato, dialogano e tramano.
La verità è che stiamo vivendo in una dittatura dove c’è spazio per la rivendicazione di diritti che non vanno a intaccare gli interessi economici di chi la dittatura la sta attuando. Si può fare la lotta (a parole) perche la donna non venga rappresentata come “Casalinga” negli spot pubblicitari, o come suggerisce la Litizzeto rivolgendosi a note aziende durante il festival di San Remo “Mettete una persona con un handicap nei vostri spot”, oppure si può sostenere la violenza degli altri, si possono sostenere, i “rivoluzionari” (A pagamento) Libici, i rivoluzionari (di estrema destra) in Ucraina, in Venezuela etc etc l’importante che servano ad imporre il mercato e la dittatura delle monete uniche e di sistemi economici e culturali che non lasciano spazio alla visione di un mondo altro, sempre però attraverso la menzogna di stato. Come se la vita si svolgesse dentro la televisione, come se dovessimo rassegnarci alla potenza del tubo catodico, alla rappresentazione di Stato, alla insopportabile e patetica rivendicazione dei “Diritti Umani”. Guai però a fare sul serio, guai ad andare veramente contro la mafia, contro lo stato, contro il capitalismo, guai a manifestare a Niscemi, in Val di Susa, a Ponte Galeria, a Lampedusa. Al massimo potete fare una campagna, magari finanziata da Soros, altro personaggio a cui bisognerebbe chiedere cosa intende lui per “Terrorismo”, un Sit-in, qualcosa del genere, ma non permettetevi di fare azioni concrete, perche diventerete terroristi.

In una società virtuale, dove la politica si fa nei social network e l’attivismo attraverso gli spot pubblicitari, chi rompe una rete di recinzione, chi si oppone col suo corpo fisico, col suo sudore, con la sua pelle, con i suoi nervi, diventa pericoloso per lo stato.
L’attivismo si tollera se virtuale, virtualmente potete fare quasi tutto.
Ma guai a materializzarvi concretamente nel mondo. Attenzione a danneggiare gli estintori, attenzione.

Poi se cade una scuola, e muoiono bambini, se ci sono persone maltrattate all’interno di un centro di detenzione, se la gente si suicida perche strozzata dallo Stato, se da anni si avvelenano i territori più fertili d’Italia, se crolla Pompei, etc etc Se accade questo come lo chiamiamo ? Non di certo terrorismo. Ma come si può chiamare uno stato ed un sistema economico che distrugge valli, inquina fiumi, aria, acqua, privatizza tutto, porta al suicidio. Come lo vogliamo chiamare ?

A chi continua a lottare con azioni concrete, a parlarsi, a costruire un’ idea altra di mondo, a sudare, ad arrabbiarsi, ad amare, a impedire fisicamente, a costruire fisicamente, a spegnere la tv, ad aprire libri, a produrre in casa, a boicottare nei supermercati, a costruire strade nuove non asfaltate, a chi è stata negata la libertà per essere colpevole di essere ancora libero.
A Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, a Sole e Baleno.”                                                                                                  

Giacomo Sferlazzo (cantautore)

 

 

 

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